Rabastan Lestrange

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Il giorno dopo, Altair si svegliò con un suono che conosceva bene e che lei stessa aveva prodotto più volte: grida.
Riconobbe subito la voce di Bellatrix. Urlava come una forsennata. Non la vedeva ma poteva benissimo capire che la donna stava cercando di togliersi le catene colpendo la parete. Intanto Rodolphus le intimava, più pacatamente, di stare zitta.

-Devo uscire di qui!!-
-Bellatrix taci! Vuoi che arrivino i dissennatori?-
-Non mi interessa!! Quel traditore del proprio sangue di Sirius è fuori di qui!!!-
-Se ti devi lamentare fallo in silenzio!-
-Io DEVO ucciderlo!!-
-Lo so, lo so. Potrai farlo non appena saremo usciti da qui-
-Voglio ucciderlo adesso. ADESSO!!-
-Lo ucciderai quando tornerà l'Oscuro Signore!-
-Il mio Signore-
-Si, esatto. Appena tornerà...-
-Mi verrà a prendere!-
-Si ma...-
-Non ce la faccio ad aspettare!-
-Non urlare!-
-Devo andare da lui. Devo cercarlo!!-
-Sono sicuro che sta bene- Rodolphus cercava di calmarla ma era inutile
-Penserá che l'abbia abbandonato! Devo andare da lui!!-

Iniziava a fare più freddo. Altair notò che il pavimento stava velocemente ghiacciandosi.
-Non girarti- le sussurrò Rabastan -Fai finta di dormire. E soprattutto, fá silenzio-

Per silenzio Rabastan intendeva anche con la mente, questo Altair lo aveva capito. Il problema era come.
Capì che i dissennatori erano arrivati quando risentì la sensazione di nostalgia.

Sentì Rodolphus infierire contro la moglie mentre quest'ultima chiedeva perdono. Ma non a lui e non ai dissennatori; chiedeva perdono a Lord Voldemort.

I coniugi Lestrange iniziarono ad urlare e sbraitare e le loro grida, mischiate al risucchio prodotto dalle creature col mantello, risuonarono per tutto il piano della prigione.
Il dissennatore che attaccava Rodolphus se ne andò per primo. Quello su Bellatrix, invece, continuò per un bel pezzo. Sembrava non avere mai fine. Quando anche lui prese la strada del suo simile, la Mangiamorte era a terra, svenuta.

In tutto questo, Altair faceva davvero fatica a non muoversi. La paura e il freddo l'assalirono immediatamente e lei dovette richiamare a sé tutta la sua forza di volontà per non alzarsi e cercare di rompersi le mani a suon di pugni sulla parete. Si era aggrappata ancora di più alla maglia stracciata, sudicia e puzzolente di Rabastan. Verso la fine, quando ormai aveva perso le speranze che quella tortura finisse, per timore che il compagno di cella si staccasse, lo attorciglió anche con una gamba, rimandendogli per metà sopra.

Restarono così anche dopo che fu tutto finito. Almeno finché Rabastan non la rimise con la schiena a terra facendole una domanda.
-Chi erano quei tizi che ti hanno portata qui?-
-Seraphina Picquery e alcuni auror del Macusa-
-Perchè eri con loro?-
-Mi stavano facendo degli esperimenti-
-E questo è uno di quelli?-
-Si-
-E ti avevano avvisata?-
-Secondo te?-
Rabastan sorrise lievemente alla risposta secca e sarcastica della ragazza
-Perchè ti fanno questi esperimenti?-
-Non sei tenuto a...- ma non finí nemmeno la frase che Rabastan le si era seduto sopra tenendole i polsi stretti sopra la testa.
-Che diavolo fai?- Altair non si era nemmeno accorta che si era alzato, tanto era stato veloce
-Rispondi alle mie domande, hurleur, o userò le maniere forti-
-Considerando il male ai polsi direi che tu le stai già usando-
-Questo è solo l'inizio. Avery aveva ragione, sarai davvero un bel bocconcino- disse con voce suadente mentre avvicinava la faccia a quella della ragazza.
-Va bene, va bene. Ti dirò quello vorrai sapere-
Alla risposta, il Mangiamorte si ritirò su, sedendosi più comodamente sul basso ventre della ragazza.
-Ricominciamo. Perché ti fanno questi esperimenti?-
-Vogliono sapere di più sui miei poteri-
-E perché? Che hai di tanto speciale oltre a essere la figlia del secondo mago oscuro più potente di tutti i tempi?-
-Sono una legimilens, occlumante, posso eseguire alcuni incantesimi anche senza l'uso della bacchetta e so interagire con l'elemento Terra-
-Dove sei cresciuta? Con chi?-
-In un orfanotrofio babbano-
-Come hai saputo di essere una strega?-
-La mia professoressa di matematica era una magonó. Mi ha spiegato tutto lei: chi ero, qual'era il mio posto e cose che avrei imparato a Hogwarts-
-Come ti è arrivata la lettera?-
-Me l'ha portata Silente-
-Sei di Serpeverde. Con te chi c'è che potrei conoscere?-
-Draco Malfoy, la figlia dei Greengrass, quella dei Parkinson e quella dei Bulstrode, il figlio di Nott, quello di Goyle, quello di Tyger e quello di Zabini-
-Conosci Severus Piton?-
-È il nostro professore di pozioni e capo della casata-
A quell'affermazione Rabastan sembrò paralizzato. Guardò la ragazza prima assottigliando gli occhi e poi aggrottando le sopracciglia. Iniziò a guardarsi attorno. I Lestrange erano come prima.
-Come si comporta con voi?-
-Se con noi intendi quelli di Serpeverde allora bene-
-Con Malfoy?-
-Lo adora-
-E a te?-
-Pure-
-Chi detesta di più?-
-Potter e Paciock-
-Non bastava Potter, pure quell'altro è ancora vivo- sputò quelle parole come fossero veleno
-Cos'hai contro Neville?-
-Lo sai perché sono qui?-
-Perchè sei un Mangiamorte-
-E non solo. La sera in cui gli auror ci catturarono fu la sera in cui il Signore Oscuro scomparve. Bellatrix era andata fuori di testa e decise di attaccare degli auror in casa loro. Io, Rod e Barty Crouch Jr. la seguimmo e assieme torturammo la coppia Paciock. Quando gli auror ci catturarono per quei due rimase ben poco da fare. So che vennero trasferiti d'urgenza al San Mungo. Sinceramente, spero che abbiano fatto una fine veloce. I cruciatus di quattro Mangiamorte di alto livello come noi portano alla morte, ricordalo-
Altair era immobile, bocca socchiusa e occhi spalancati dalla paura. Mentre raccontava, gli occhi di Rabastan si erano fatti feroci come quelli del fratello il giorno prima. Nonostante il colore azzurro, sembravano veramente quelli di un lupo.
-Hm, adesso ti faccio paura, eh?-
Altair serrò subito la bocca e tentò di avere uno sguardo serio ma dall'espressione del Mangiamorte capì che non ci stava riuscendo affatto.
-Ora dimmi, che cosa hai sognato ieri?-
Si rifiutò di parlare. Nessuno doveva sapere.
-Ti conviene dirlo adesso che quei due dormono. Se dovessero ascoltare la conversazione ti assicuro che ti tormenterebbero per molto, molto tempo. Soprattutto Bella-
-D'accordo. Ho avuto un incubo-
-Quello lo avevo capito-
-È un incubo frequente. Rivedo le persone che ho ucciso- mentì sperando che l'argomento "omicidi" gli interessasse di più
-E poi? Quando ti sei calmata?-
-Non lo so-
-Non è vero-
-Te l'assicuro, io... Non me lo ricordo-
-Mettiamo che sia vero...-
-È vero-
-...Cos'è Dante? O chi è-
-Un babbano-
-Lo conosci?-
-Solo di fama-
-Che cosa fa?-
-Era un poeta italiano-
-Era? È morto quindi-
-Si-
-Quando?-
-Non lo so, 1300 forse-
Rabastan parve riflettere. Guardò la cella di suo fratello e della moglie. I due dormivano ancora. Lasciò i polsi di Altair e si sedette nell'angolo.

Altair: l'aquila volanteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora