9. UN VOLO IN PIENA TRANQUILLITÀ

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Una mia caratteristica negativa, o positiva, dipende dai punti di vista, è la testardaggine. Ho la testa dura e se mi metto in testa una cosa la devo fare, costi quel che costi. E a volte costicchia davvero tanto. Sì. Perfino un biglietto aereo last second da milleduecento bigliettoni.

Beh, potreste dire: cosa vuoi che sia, hai lavorato in aziende multinazionali, hai lavorato per Valente, perciò hai guadagnato un botto di soldi.

Allora, fatemi schiarire la voce. È tutto vero. Ho lavorato per Guerrera. Ho lavorato per Valente. Ma dimentichiamo una cosa, o forse due:

1. Ero una semplice segretaria, quanto cavolo potevo guadagnare??

2. Appunto. Ho lavorato per Valente. E Valente non era proprio il tipo da sganciare i suoi bigliettoni così facilmente. A volte avevo dovuto anche tirargli con forza l'assegno del mio pagamento dalle mani, o addirittura minacciarlo di falsificare la sua firma. Motivazione? 'Rossi, i suoi servizi per questo mese non sono valsi i soldi che dovrei darle ora. Qualche centinaio di euro in meno la faranno lavorare con più dedizione.' Ecco. Ora capite cosa ho dovuto sopportare alcune volte? In realtà se pensate che mi fossi arresa in quell'occasione vi sbagliate di grosso. Dovette sborsarmi fino all'ultimo centesimo, dopo che avevo compilato io stessa il suo libretto degli assegni. Dovetti solo costringerlo a firmare.

Perciò dopo queste due forti motivazioni, potete capire quanto mi sia costato sborsare quei famosi milleduecento bigliettoni, più della mia ex-paga mensile. Ma dormite sereni, perché Valente avrebbe dovuto restituirmi quei soldi. In fondo era colpa sua se mi stavo per avventurare su un aereo alla volta del Venezuela. Chloe ricorda che lui non voleva per niente che tu lo raggiungessi lì, perciò tecnicamente la colpa è tua! No, coscienza, la colpa è sua. Se la motivazione non fosse stata una donna col nome di Claudia, probabilmente ci avrei ripensato su. Sicura Chloe? Chissà.

Mentre mi diressi all'ingresso dell'aeroporto di Milano Malpensa, ripensai a come avevo liquidato l'oramai povero Matteo Valente, in arte Teo.

'Cosa hai intenzione di fare ora, bambolina?'

'Non sono affari che ti riguardano rapitore psicopatico e smidollato.'

'Come mi hai chiamato??'

'Hai sentito. E se vuoi aggiungo dell'altro. Sono molto brava con gli aggettivi. Con tuo fratello me ne venivano migliaia in mente.'

'Ascolta, ora ti accompagno a casa tua-'

'Neanche per sogno. Tu non saprai mai dove abito. Chissà cosa potresti escogitare.'

'Se avessi voluto farti del male, non saremmo quì bambolina.'

'Sapevo che non lo avresti fatto.'

'E in base a cosa? Sentiamo. Se non ricordo male, sembra di averti schiaffeggiato più volte e quasi strangolato. Non mi sarebbe stato difficile farti dell'altro.'

'Sei solo un perdente, Teo. Sapevo che dovevo colpirti nell'intimo per prevalere...'

'E mi hai colpito eccome. Letteralmente.'

'A proposito, come stanno i gioielli di famiglia?'

Silenzio.

'È tutto ciò che volevo sentire...'

'Bambolina, dimmi che hai in mente. So che hai scoperto dove si trova mio fratello e sono intenzionato a seguirti.'

'Non dirai sul serio.'

'Sono serissimo.'

'Beh, togliti dalla tua micro mente questa idea assurda.'

'Micro mente?'

Missing My Boss - Il Mio Capo 2 ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora