4 (Parte I/II)

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"Questo sì che è interessante." ridacchiò Moe, tenendo il ventaglio sopra le labbra, per coprirle maliziosamente dallo sguardo di Aoi. Entrambi si erano seduti in uno dei giardini della Corte Interna, sotto un padiglione, intenti a consumare la propria cena. "Un Torneo Annuale che vedrà combattere gli Shinigami Reali? Mi sembra palese che l'Imperatore stia solo cercando di uccidere Tachibana Kyoden."

"È probabile, ma questo comporterà anche la perdita di vite innocenti. La prole della tua cara figlia, ad esempio." la provocò Aoi, sollevando una tazzina di tè caldo e sorseggiandola lentamente.

Moe chiuse il ventaglio di scatto e afferrò un dolce, mentre delle gocce fredde cominciavano a cadere dal cielo come una cascata di cristalli. "Se è stata proprio la mia cara figlia ad allenare quei due ragazzi, forse, potrebbero avere una possibilità... Piuttosto, vorrei sapere perché nessuno mi ha avvisato della morte di Minari! Avrei presenziato al suo funerale, anche se non andarci mi ha risparmiato la visione orripilante dell'uomo che, un tempo, è stato mio marito."

Aoi rise, lasciando che un leggero soffio di vento agitasse una delle ciocche corvine innanzi al suo viso. "Noto con piacere che non provate alcuna simpatia nei confronti del vostro defunto marito."

"Vi sembro forse una vedova affranta, Aoi?" rise Moe, guardandolo con i suoi occhi grandi e scuri. Sembrava che nelle sue iridi rilucesse una sorta di bagliore sinistro, inquietante e malizioso che stava riuscendo a ipnotizzare perfettamente l'uomo. "A proposito, come vanno i rapporti con le vostre figlie? Sono passati molti giorni dal nostro arrivo, e non ho dubbi nel pensare che trascorrerete qui il vostro capodanno, quindi, come mai non vi ho visto scambiare neppure una parola con la Kawaakari e la Guaritrice?"

Aoi posò la tazzina sul tavolino e si leccò le labbra, come a voler risucchiare ogni goccia di tè rimasta sulla carne. Rilassò per un attimo il suo viso e lo appoggiò alle nocche, lasciando che la seta del Kimono azzurro ciondolasse pigramente lungo il suo braccio. "Non sono in buoni rapporti con loro dalla tragica morte della mia consorte. Preferiscono evitarmi, mi ritengono il responsabile delle loro disgrazie, soprattutto la seconda, ma non potranno fuggire a lungo. Il capodanno si festeggia in famiglia, dico bene?"

Moe rise, pensando che quella giornata sarebbe stata ottima per conoscere i suoi nipoti. Avrebbe mandato Sora a chiamarli e chissà che uno di loro non le sarebbe tornato utile nella creazione del suo piano di dominio. "Più che bene... Non pensate che faccia freddo qui fuori?"

Aoi inarcò un sopracciglio e osservò la donna alzarsi. I lunghi capelli neri erano sciolti e solo un fermaglio di rubini teneva unite due ciocche, intrecciate intorno alla nuca. Addosso portava quella che poteva dirsi una sottoveste blu che, nonostante la leggerezza, riusciva a coprirla a dovere. Solo i due spacchi sulle gambe, volutamente nude, provocarono nell'uomo, per natura lussurioso, dello sgomento. "Preferite ritirarvi, quindi?"

"Fate finta di non capire?" Moe rise, in modo frivolo, e gli camminò incontro posando le dita sopra le sue spalle. L'indice della destra era coperto da un'unghia affilata, sembrava quasi l'artiglio di una tigre, e Aoi si riscoprì a pensare quanto potesse essere eccitante farsi graffiare da quel gioiello. "So che siete amico e alleato dell'Imperatore, ma io voglio che siate anche il mio, di alleato."

"Tutto dipende dal piano che avete in mente, Moe..." mormorò lui, chiudendo gli occhi e lasciando che quelle dita cominciassero a tracciare disegni irregolari sul suo collo. "E da ciò che volete attuare. Io e Hideaki siamo legati da una profonda amicizia, che perdura da anni. Se avrete intenzione di spodestarlo, mi dispiace dirvi che non posso aiutarvi."

"Non ho intenzione di spodestarlo, altrimenti non gli avrei promesso obbedienza e fedeltà." Moe parlò a voce ancora più bassa e con le labbra si avvicinò all'orecchio del suo interlocutore. "Voglio solo vendicarmi di tutti coloro che mi hanno umiliato durante gli anni in cui venivo chiamata La Disonorata. Fra questi individui c'è anche Usui Chi, quella donna che non vi ha riservato alcun rispetto."

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora