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"Non posso più sostenere l'Imperatore

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"Non posso più sostenere l'Imperatore." aveva detto Moe, una volta incrociato lo sguardo di Aoi. Erano entrambi soli nella sala da pranzo, con il profumo di peonia nelle narici e il rumore del vento che batteva contro la carta di riso delle shoji. "Vuole sacrificare mia nipote come se non fosse altro che una pedina. Quella debole ragazza a malapena è riuscita a uccidere una serva, come avrebbe potuto aiutare quel ronin? Hideaki è fuori di sé."

Aoi abbassò lo sguardo e sorrise. Sapeva cosa voleva, ma non era sicuro di poterle cedere veramente il suo aiuto. "Ciò che dite è giusto, ma cosa vorreste fare in proposito? Avete promesso di sostenerlo, venire meno alla parola data..."

"È disonorevole, e io non voglio essere disonorata ancora." la donna sbuffò e cominciò a camminare per la stanza, con le campanelle dei kanzashi che tintinnavano fra i suoi capelli d'ebano. "Potrei tentare di far scappare mia nipote durante il Torneo."

"Sarebbe rischioso."

"Immaginate se ci fosse la vostra Shiori al posto di Kotori, come reagireste?"

Aoi non ebbe modo di rispondere, che sua figlia entrò nella sala da pranzo scortata da una manciata di dame. Shiori non era mai lasciata da sola, veniva, lavata, vestita e controllata da quelle donne, affinché non provasse a sfuggirgli o a togliersi la vita.

"Ohayo gozaimasu." li salutò la sua secondogenita, avvolta in un kimono dalla gonna morbida, fermato sotto il seno da una fusciacca color sangue. "Otousama, Nobile Moe."

La donna la guardò quasi affascinata, poi sorrise. "Vi somiglia molto, Aoi."

Il Nobile apprezzò quel complimento, molto più della figlia. Shiori ne fu disgustata, ma si sforzò di non darlo a vedere. Si risollevò per raggiungere il tavolino e ingollare a forza qualche sorso di tè. Si era svegliata con un dolore terribile ai muscoli, la bile in gola e l'odore dei petali bruciati sotto il naso. La voce di suo padre l'aveva urtata nello stesso istante in cui l'aveva sentita, ma niente era più terribile di dover condividere la stessa aria, lo stesso spazio, con quelle ancelle.

Aoi riprese parola, scuotendo il capo. "Se mia figlia fosse costretta a partecipare a quel torneo, sicuramente sarei d'accordo con le vostre parole."

Moe inarcò un sopracciglio, come se fosse sconvolta. "Allora perché non mi appoggiate? Perché non mi offrite il vostro aiuto?"

"Perché Hideaki è instabile." Aoi sospirò quelle parole, avvertendo poi un rumore di passi provenire dalla veranda. Passi che conosceva. "Vede traditori ovunque, e io non voglio dargli modo di dubitare di me."

"Certo, volete ingraziarvelo, ma non avete ancora capito? Quell'uomo non vi permetterà di ritornare a Tohoku, nemmeno se lo imploraste in ginocchio." sorrise Moe, sfilandosi uno spillone dall'acconciatura per scagliarlo sulle ante. Parte dei suoi capelli ricadde sulla schiena e la punta del gioiello si conficcò sullo stipite della shoji, accanto il viso di Shiba. "Guarda un po' chi si rivede, il Sovrano che non ha Governato."

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora