Kotori arrancò all'interno dello Tsubo-niwa cercando di stringere il fratello che non faceva altro che dimenarsi e urlare di voler vedere l'Imperatore. Le nebbie avevano pervaso ogni angolo del giardino e le rendevano difficile l'avanzata, minacciando di farle perdere di vista le due sorelle Uchigawatana, fermatosi davanti il tempio Hansei, lì dove le Kuchiyose Miko meditavano sotto la veranda.

Shiori estrasse appena una delle due spade, mentre Nobu gettò con malagrazia il fratellastro a terra, colpendolo con un calcio sullo stomaco che fece inalberare Kotori.

"Non fargli male!" lo sgridò, inginocchiandosi, insieme a Yori, accanto il giovane ormai ansimante. "Nii-sama, dimmi, stai bene?"

"Nii-sama?" Nobu la guardò con rabbia. "Avrebbe urlato ai quattro venti il piano di mio padre e ci avrebbe fatto uccidere tutti, ma tu continui ancora a definirlo fratello?"

"Devo ripeterti che è posseduto, Nobu?!" lo difese di nuovo Kotori, notando Yori estrarre dall'obi un pugnale capace di brillare persino fra le nebbie. Con delicatezza estrema lo posò dietro il collo del ragazzo, spostandogli i capelli.

"Dovete tenerlo fermo, adesso." chiese la donna, avvertendo uno strano odore di crisantemi sotto il naso.

I due fratelli annuirono e Nobu posò le mani sopra la schiena di Ichiro, mentre Kotori si distese sulle sue gambe. Una volta immobilizzato, Yori cominciò a incidere la pelle del malcapitato in modo da creare un piccolo taglio che avrebbe lasciato uscire il parassita alla fine dell'esorcismo.

Ichiro si dimenò ancora, ma non riuscì a liberarsi e dovette sopportare in silenzio quel dolore mischiarsi ai pensieri nocivi che albergavano nella sua mente. Sentiva le tempie scoppiare, il corpo dolere e mugugni animaleschi lasciare la sua bocca. Come se non fosse altro che uno Yokai sfuggito al controllo di qualcuno che, da dietro le fila, lo muoveva come una pedina.

"In che cosa consiste l'esorcismo?" chiese Kotori, tossendo a causa di quell'eccessivo aroma che Eiko era solita a portarsi addosso. Aveva timore che li stesse spiando, ma con quelle nebbie era difficile localizzare qualsiasi cosa.

Yori si alzò e si allontanò di qualche passo, facendo cenno ai due aiutanti di fare lo stesso. "Dovrò parlare in lingua antica, ininterrottamente, per la durata di almeno dieci bastoncini di incenso."

Nobu e Kotori si scambiarono uno sguardo pressoché sconvolto. Il tempo che Yori avrebbe impiegato per esorcizzare Ichiro corrispondeva a quello di un'ora e, dallo sguardo che Shiori aveva scagliato alla sorella, non si poteva dire che il piano le andasse a genio.

"Sei sicura che andrà tutto bene?" chiese Nobu, poco convinto.

Yori gli sorrise appena e poi congiunse le mani al petto, mormorando una preghiera che permettesse al suo Ki di concentrarsi sui palmi delle mani. Tutto nel suo corpo sembrò muoversi a ritroso, così come il tempo, i ricordi e l'energia. "Devo tentare, Nobu-kun, gliel'ho promesso..."

Kotori non ebbe il tempo di replicare, che vide immediatamente il corpo di Ichiro contorcersi e gemiti di dolore fuoriuscire dalle sue labbra. "Yori..."

"Non ti avvicinare." la minacciò Shiori, fulminandola con lo sguardo. "Non toccare né lui né lei, altrimenti il tuo corpo rimarrebbe compromesso."

Allora, Nobu afferrò la sorella per un polso e l'attirò a sé, proprio nel momento in cui, dietro di loro, un raggruppamento di nuvoloni scuri vorticava nei pressi del palazzo di Arinori. Come la luna rossa che avevano visto in estate nel cielo di Heian Kyō, adesso un altro segnale di presenza demoniaca li stava scuotendo.

"Dannazione." mugugnò Nobu, lasciando il polso della ragazza. "Se penso che Ryo è con lui io..."

Ichiro strillò di dolore, in una maniera talmente sofferente che Kotori avvertì il cuore spezzarsi. Non poteva restare lì e non fare nulla, non ne sarebbe stata in grado. "Io vado a vedere se Arinori è la causa di questo cataclisma..."

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora