Quando il vento le sferzava i capelli e il sole di Shimotsuki le baciava la pelle, Kotori poteva sentirsi davvero libera.

La Shinigami spronava il suo cavallo, avviandosi lungo le vie sgombre di Isao, profumate di tè e di candele. Nobu e Ryo le stavano dietro, ridendo e scherzando, senza nemmeno cercare di superarla.

"Ragazzi!" li chiamò Kotori, voltando lo sguardo verso di loro. "Ci stiamo avvicinando al quartiere dei templi, non dovremmo rallentare?"

Nobu scosse la testa, incurante di passare sotto le tegole percorse da dragoni di giada e Komainu a guardia di giardini regali. "Rallenta, se vuoi arrivare ultima, Imouto-chan. A proposito, non dovresti lasciare un po' di vantaggio al nostro festeggiato?"

Ryo sorrise, riuscendo a recuperare terreno e affiancarsi al cavallo bianco di Kotori. I due si scambiarono uno sguardo complice, prima che i suoni delle campane imperversassero lungo le strade. "Nobu ha ragione, dovresti lasciarmi vincere nel giorno del mio diciannovesimo anno di vita."

"Come faccio a farti vincere quando non so nemmeno dove siamo diretti?" lo rimproverò dolcemente Kotori, aggirando le alte mura che circondavano la Piazza dei Crisantemi, lì dove si diceva riposassero ancora i corpi dell'intera dinastia Kajitani. "E il fatto che oggi sia il tuo compleanno non è certo una scusa. La vittoria va meritata!"

"Parla come la degna figlia di un Samurai." Nobu imboccò una stradina più stretta, riuscendo a mettersi in testa al gruppo. "Ora seguitemi."

I due si avviarono insieme al compagno d'armi all'interno di un giardino, contrassegnato da una targa nera sul quale erano impressi ideogrammi dorati che riportavano la parola Kagura-den.

Una volta superato il basso Torii color cinabro, Kotori vide ergersi davanti i suoi occhi un grande padiglione dello stesso colore del sangue. Alla base del tetto spiccava la scultura dorata del sol levante, simbolo di Nihon, mentre varie colonne arancioni si ponevano a sostegno delle tegole. Il pavimento si estendeva su di un piedistallo marmoreo che la giovane si affrettò ad attraversare.

Una volta scesa da cavallo, salì i tre gradini, ritrovandosi in pochi istanti all'ombra di quel padiglione solitamente usato per le danze sacre.

"È meraviglioso." sorrise Ryo, raggiungendola e osservando l'altare al centro del Kagura-den. Da un vaso colmo di bastoncini di incenso si propagava un odore dolciastro, mentre su una struttura circolare erano state poggiate delle giare contenenti le ceneri dei passati Shinigami Reali. Eppure, all'interno di quel luogo, il ragazzo non poté fare altro che contrarre il viso in una smorfia di fastidio. Lo Yokai si agitò dentro il suo corpo, facendogli bruciare il sigillo sul petto e portandolo a inginocchiarsi dal dolore.

Nobu lo sorresse, afferrandolo per un braccio, mentre Kotori gli prese il viso fra le mani. I loro occhi si scontrarono e, in quelli azzurri della ragazza, Ryo vide così tanta preoccupazione da farlo stare male.

"Lasciatemi stare..."

"Ma perché?" domandò Nobu allontanandosi. "Siamo solo preoccupati per te."

"Ed è questo il problema." il ragazzo incrociò le gambe sul pavimento lucido, continuando a tenere la mano sopra l'haori nero. "Un giorno la vostra preoccupazione potrebbe esservi fatale."

"Cosa stai dicendo?" gli chiese Kotori. "Noi siamo qui per aiutarti."

"Oltre che per festeggiarti." sorrise Nobu, cercando di smorzare quella tensione. "Si tratta forse dello Yokai?"

Ryo annuì, senza riuscire più a guardarli. "È sempre peggio... Mio padre sembra volermi riempire dal sangue di quei demoni, e la cosa peggiore è che non reagisco più come prima. Non sento più dolore. Come se... mi fossi abituato."

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora