9(Parte I/II)

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Kyoden osservò l'immenso Toriigata che precedeva l'entrata al Palazzo d'Estate, luogo di residenza della famiglia Usui, con il cuore in gola e la rabbia nella mente.

Ichiro e Ryo stavano dietro di lui, in forze dopo aver dormito ed essersi rifocillati, ma entrambi preoccupati per le sorti di Nobu.

Non avevano parlato di lui quella notte né quella mattina, altrimenti, Kyoden avrebbe costretto il figlio adottivo a raggiungere subito la prateria designata per riavere indietro il primogenito. Non avrebbe mai potuto scambiare Nobu con Ryo e, sebbene provasse affetto per il figlio adottivo, quest'ultimo non era minimamente paragonabile alla sua vera prole.

Lo Shinigami Reale entrò all'interno dei giardini, illuminati dal pallido sole dell'inverno, e lasciò che i suoi occhi si beassero delle decorazioni che gli inservienti e le dame stavano sistemando in giro per i palazzi. "Sembra che il capodanno sia arrivato anche qui..."

"A quanto pare." cominciò Ichiro, guardandosi intorno e avvertendo l'odore degli aranci infilarsi fra le narici. "Cosa faremo una volta giunti al cospetto della Nobile Chi?"

"Voi starete in silenzio, sarò io a parlare con lei." rispose seccamente Kyoden, fermandosi davanti l'immensa struttura che predominava il giardino. Le tegole dorate risplendevano e i pilastri rossi scivolano graziosamente fino a un pavimento di marmo lucido, che faceva da entrata alla sala delle udienze, lì dove la padrona del feudo si trovava. "Non intervenite se non interpellati."

Ryo non rispose e, a testa bassa, fece il suo ingresso in quel padiglione. Sapeva di essere un peso, di non meritare nemmeno lo sguardo di Kyoden o l'appoggio di Ichiro, e ne soffriva.

Una volta fatto un passo all'interno della sala, Ryo sollevò il suo sguardo verso i fūrin che pendevano dal tetto, producendo un piacevole scampanellio al minimo soffio di vento. Il pavimento era composto da mattonelle nere e lucide, in netto contrasto con le innumerevoli colonne che sorreggevano il tetto di quella stanza quadrata priva di mura. Al centro di essa, su di un trono composto per lo più da cuscini, si trovava la Nobile Chi. Fra le mani tozze e ingioiellate si rigirava un pezzo di carta, senza prestare la minima attenzione alle parole delle sue nipoti.

"Chi-sama." la salutò Kyoden, inchinandosi in un fruscio di vesti nere.

La donna aprì di scatto un ventaglio su cui erano state ricamate delle carpe guizzanti. Il rumore secco dell'oggetto fu come un monito per le bambine, che si sollevarono e corsero a giocare nei giardini circostanti.

"Kyoden-sama, che sorpresa." incominciò l'anziana, sventolandosi con lentezza esasperante. "Avevo pensato di mandarvi a chiamare questa mattina, ma ho saputo con somma gioia che eravate giunto al dominio prima di un mio ordine ufficiale."

"Con vostra somma gioia?"

"Prego, alzatevi, ho da dirvi qualcosa." Chi chiuse il ventaglio e lo lasciò cadere a terra, non si alzò e allungò il messaggio verso di lui, intimandogli di leggere.

Kyoden afferro il minuscolo rotolo di carta, lesse i kanji e ne rimase sbalordito. "Non è possibile..."

"Oh se lo è. Hideaki ha riportato in vita mio fratello, lui e quel pazzo furioso di Arinori si sono coalizzati e hanno liberato Momo dalla gabbia in cui Kajitani Shiba lo aveva rinchiuso anni addietro."

Ryo e Ichiro si guardono, quasi sconvolti. Entrambi conoscevano Momo e sapere che quel ragazzo non era altro che il fratello della Nobile li fece cadere in un baratro di dubbi.

Kyoden cercò di mantenere la calma e si ricordò del motivo per cui era giunto in quel luogo, decidendo di dargli voce. "Nobile Chi, cosa intendete fare adesso?" domandò, sperando che non si fosse ricreduta sull'aiutarli. "Io avrei intenzione di attaccare Hideaki durante il Torneo Annuale degli Shinigami, ma mi serve il vostro aiuto, e quello degli Atobe."

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora