"È lei, l'Imperatrice gaijin

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"È lei, l'Imperatrice gaijin..."

Quella parola, quel gaijin, era duro da sopportare. Mei non riuscì a farselo scivolare addosso, preferì reggerlo sulle sue spalle, come tutti i pesi che, fino a quel momento, aveva portato da sola.

A passo lento si avviò verso la figura dell'Imperatore e non distaccò lo sguardo da quello dell'uomo neanche per un istante. "Songen."

"Mei." replicò lui, mentre Kyoden la osservava come se volesse intimarle di andarsene. "Sei venuta ad assistere alla morte dei tuoi cari?"

La donna non riuscì a sorridere come avrebbe voluto, non riuscì a guardarlo come se volesse schernirlo. Non riuscì a far nulla, se non inginocchiarsi al cospetto del suo sovrano e abbassare lo sguardo. "Sono qui per immolarmi, affinché la loro vita venga risparmiata. Farò qualsiasi cosa voi vogliate, pur di vederli sopravvivere."

I Consiglieri la guardarono come se fossero ammirati, Moe, invece, roteò gli occhi, disgustata da quel sentimentalismo, mentre Aoi non riuscì a dire niente. Il ricordo di Harumi imprigionò i suoi muscoli come una catena che Shiori, con il suo sguardo inquisitore, gli aveva legato addosso.

Hideaki, invece, era rimasto stupefatto. Secondo le leggi di Isao, se un colpevole veniva condannato a morte, poteva venire salvato dal sacrificio di un familiare. Non si sarebbe mai aspettato che quella piccola donna potesse avere tale coraggio, e non poteva credere che lo avesse messo con le spalle al muro.

Lei, la persona che meno temeva all'interno del palazzo. La sua pedina da usare contro Kyoden.

"No, Mei, vattene via." disse quest'ultimo, quasi in un sussurro.

La donna incrociò il suo sguardo e scosse la testa. "Per favore, non parlare più. Sono qui perché lo voglio, perché non potrei sopportare di vivere senza di voi."

"Muqin..." stavolta, fu Nobu a parlare. A malapena si rimise in piedi e singhiozzò. "Non fatelo, tutto ma non questo..."

Ryo non riuscì a dire nulla, Kotori a stento la guardava. Non potevano macchiarsi le mani anche della vita di Mei, non potevano sopportare di veder la loro colpa cadere sull'unica persona che non ne possedeva alcuna.

Lei era una vittima, e voleva pagare per tutti.

Hideaki sbuffò infastidito e si rivolse ai Consiglieri, interpellandoli. "Vorrei la vostra opinione sul come agire. Kyoden è il colpevole, è colui che ha organizzato tutto, ma sua moglie è innocente."

In assenza di Settan, fu Okura a farsi avanti. Chiuse il ventaglio e lasciò ricadere i propri occhi sulla figura di Shiori, come se volesse giudicarla. "Songen, le leggi degli Shinigami sono chiare, non possiamo venirgli meno. Come se non bastasse, rifiutare la proposta di questa... donna" fece fatica a definirla tale, ma si sforzo per nasconderlo a dovere. "sarebbe un insulto alla famiglia Uchigawatana, o a quel che ne rimane. Conosciamo tutti la storia di Harumi e del suo sacrificio."

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora