7(Parte II/II)

107 23 105
                                    

Cercare di calmare Momo era impossibile, inutile quanto Yori urlasse e quanto Shiori gli corresse dietro, il ragazzo non sembrava volerle ascoltare. E non perché non fosse cosciente delle proprie azioni, anzi, era perfettamente lucido. Ed era questo ciò che più le aveva spaventate.

"Momo!" lo chiamò Yori, guardandolo mentre a mani nude strappava e spezzava i rami degli alberi. "Momo smettila! Per favore!"

Lui urlò di rabbia e sferrò un pugno contro il tronco, scheggiandosi le nocche e avvertendo il sangue scorrere lungo le dita. Non contento, continuò a sfogarsi su quei vegetali che scorticava e distruggeva sfruttando sia la sua potenza che lo Yugen. Non gli importava ormai di nulla, avrebbe potuto far a pezzi quel giardino maledetto insieme a tutta la Città Celeste, se ne sarebbe fatto una ragione pur di riuscire a togliersi dalla mente degli avvenimenti che avrebbe voluto dimenticare per sempre.

La voce di Shiori gli giunse alle orecchie attutita, le braccia della Kawaakari si strinsero con forza intorno ai suoi fianchi, ma neanche quello riuscì a calmarlo. "Momo, smettila! Piantala di comportarti in questo modo!"

Lui si voltò di scatto e la spintonò con una gomitata che la fece piombare a terra. Totalmente offuscato dall'ira, cercò di colpirla con un calcio sul ventre, ma lei estrasse una delle spade e lo ferì alla gamba, facendolo indietreggiare e imprecare.

"Maledetta... lasciami stare!" le urlò, prima di dirigersi verso l'albero di ciliegio all'angolo del cortile.

"Momo!" urlò Yori, correndogli incontro e afferrandolo per un braccio. Cercò di tirarlo verso di sé, ma lui la colpì così come aveva fatto con la sorella. La forza contenuta nel suo pugno fu tale che la giovane avvertì le ossa vibrare, la vista appannarsi e un grumo di sangue salire in gola. Poi, Momo la colpì una seconda volta al viso, con un pugno che la fece crollare sull'erba. "Per... per favore..." mormorò lei, guardandolo seppure le lunghe ciocche di capelli le coprissero gli occhi. "Per favore basta... non toccare quell'albero. Tutto ma non quello..."

"Taci!" Momo fece per colpirla nuovamente, ma Shiori gli intralciò la strada e si mise davanti alla sorella, decisa a proteggerla con tutte le sue forze. "Lasciatemi sfogare."

"Sfogare?!" lo accusò Shiori. "È così che intendi farlo?! Distruggendo il giardino di mia sorella e toccando lei?! Non azzardarti mai più a torcerle neanche un capello o io..."

Momo non la lasciò parlare, le sue mani si erano già attorcigliate intorno al collo della giovane e le sue dita avevano preso ad affondare nella carne. Gli occhi verdi rilucevano di una rabbia e di un odio che mai Shiori aveva visto in vita sua, nemmeno lei, nemmeno Itami, poteva vantare un simile fuoco, pregno di furia e disperazione.

La Kawaakari sentì la terra mancare sotto i piedi e l'aria diminuire in maniera considerevole. Cominciò a boccheggiare, a colpire Momo con deboli pugni e a cercare il suo sguardo per tentare di farlo rinsavire, ma sembrava tutto inutile. "Controlla... le tue emozioni..." gli sussurrò a denti stretti, prima che lui la schiantasse a terra e stringesse la presa sul suo collo ancora di più.

Non importava quante lei lo chiamasse, il giovane sembrava vedere solo il volto degli assassini che avevano ammazzato i suoi genitori. Voleva riservar loro lo stesso trattamento e Denryoku lo avrebbe aiutato, avvertiva già la sua forza scorrere nelle vene di pari passo con il sangue.

Yori, però, non aveva intenzione di osservare la sorella morire. Non era una Shinigami, né conosceva le arti marziali, ma sapeva come praticare un esorcismo.

Con un gesto veloce sollevò le mani e lasciò che il proprio Ki fluisse sui palmi. "Lasciala stare!" urlò, correndo verso di lui e affondando un palmo sulla sua spalla, con tutto il coraggio che sapeva di avere. Energia interna benedetta superò la carne del giovane, salendo fino alla mente.

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora