Correre e respirare, era quello il segreto. Quante volte Minari glielo aveva ripetuto?
Kotori cercò di tenere a mente le imposizioni di sua madre, mentre fuggiva per Isao. Le gambe si muovevano velocemente attraverso i banchi e i cittadini della capitale, mentre i suoi occhi si sollevavano a intervalli regolari verso le alture dei tetti. Sora la seguiva dalla sommità delle case da tè, saltava fra le tegole senza perdere l'equilibrio, riuscendo a starle costantemente alle calcagna.
Con il vento che le frustava il viso e le gonne morbide che aderivano alle gambe, Kotori si ritrovò costretta a fermarsi in un punto di stallo. Si trovava nel quartiere dei templi e più in alto, oltrepassata la salita, si stagliava l'immensa Piazza dei Crisantemi. Correre fino a raggiungere la struttura più imponente di Isao era impensabile, per questo la ragazza decise di fermarsi.
D'altra parte, Sora voleva combattere, e lei non glielo avrebbe impedito.
"Dunque," incominciò il giovane, saltando giù dai tetti con la stessa precisione di un'aquila. "l'uccellino ha finalmente deciso di beccare?"
Kotori strinse i pugni e gli scoccò un'occhiataccia. Non si sarebbe fatta prendere in giro da lui. "Forse."
In quell'istante, un contadino con dei contenitori pieni di fiori passò in mezzo a loro. Kotori approfittò della sua presenza per sollevare una gamba e colpire con la punta della scarpina il cesto di vimini, facendo sì che una folata di vento trascinasse boccioli d'ortensie e petali di cosmee in un turbine profumato in cui la ragazza si disperse.
Sora non riuscì a intercettarla, e lei sfruttò quella distrazione per colpirlo con un pugno sul petto. Lo sentì indietreggiare, quindi, dandosi lo slancio con l'ausilio di una giravolta, Kotori gli sferrò un calcio sulle costole, facendolo cadere per terra.
La ragazza, in vantaggio, provò a stringergli il collo fra le dita, ma Sora le afferrò il polso e la trascinò al suolo con lui. Insieme, i due rotolarono per terra, finché il ragazzo non riuscì a posizionarsi sopra di lei. I lunghi capelli castani ricaddero ai lati della visuale, facendo sprofondare Kotori in un bagno di vergogna.
Incoraggiata da quel fastidioso sentimento, la ragazza spintonò Sora sul petto, allontanandolo da sé con tutta la violenza che sapeva di possedere.
Solo allora, Kotori, si rese conto della folla di persone che si era accalcata intorno a loro. Incitamenti provenivano dalla bocca di Shinigami immaturi, occhiate divertite da altri più adulti. Erano tutti lì ad osservarli, aspettando di sapere chi sarebbe stato il vincitore.
I fiori vorticavano ancora, disperdendo un profumo paradisiaco nell'aria. Kotori trasse ispirazione dai loro movimenti e, con eleganza, si lanciò verso il suo avversario e cercò di colpirlo, con le dita tese, alla base del collo.
Sora, però, fu più veloce. Con la mano destra le bloccò il polso e con il sinistro le cinse i fianchi. Kotori sentì la propria schiena aderire al suo petto e il corpo completamente immobilizzato. Si morse la lingua per non lanciare un'imprecazione e gli pestò un piede, riuscendo a liberare i fianchi ma non il braccio. Allora, Sora cominciò a roteare su se stesso. Con entrambe le mani le strinse il polso è la sollevò in aria.
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𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜
FantasyTERZO CAPITOLO DELLA SAGA Con l'avvento del Nuovo Anno il cielo di Isao sembra essersi fatto più scuro, le nebbie del monte Fuji ammantano silenziose i corridoi della Città Celeste e la neve cerca di nascondere il sangue vermiglio che ha macchiato i...