La prateria di Kusasenri-ga-hama si estendeva nei pressi di Kumamoto, nella regione di Kyūshū.

Quando i suoi sottoposti le avevano detto che sarebbe stato un bene stabilirsi per un certo periodo in quel luogo, verde e incontaminato, Nakamura Hotaru aveva storto il naso. Sapeva che avrebbe dovuto sbrigarsi a raggiungere Isao per rispondere alla chiamata del suo Sensei, Nakamura Arinori, ma sapeva anche che, in quanto capostipite, avrebbe dovuto pensare come prima cosa al benessere del suo clan.

Era quindi scesa da cavallo, per aiutare chi di dovere nell'allestimento delle dimore, e tutti insieme avevano fatto sì che l'accampamento sorgesse in meno di poche ore. Tende e tappeti erano stati sistemati e vari fuochi posti a illuminare la fredda notte calata su di loro. Il tempo era trascorso velocemente, trascinandoli con dolcezza fino all'ora di cena, quando Hotaru era uscita dalla sua tenda avvolta in un corto Kimono scuro e un mantello dello stesso colore dei suoi capelli.

"Onee-sama!" la salutarono delle bambine non appena la videro avvicinarsi al falò, costringendola a sedere accanto a loro per intrecciarle i lunghi capelli neri con fiori e nastri di differenti colori. Le madri le fissavano sorridenti e i padri disponevano la cena nelle varie ciotole che i figli maschi e le donne più giovani porgevano ai membri del clan.

"Itadakimasu." esordì Hotaru, sorridendo a ognuno di loro, prima di cominciare a mangiare. Sapeva che, di lì a poco, oltre i fumi che fuoriuscivano dal cratere Nakadake, sarebbe emerso Seki Akinari. Aveva mandato uno Yokai a informarlo riguardo la loro posizione, visto che non poteva più attendere.

Sancire un'alleanza fra clan disonorati sarebbe stato meglio che presentarsi a Isao con un pugno di mosche.

La serata trascorse nella tranquillità serale che, si diceva, i Nakamura incarnassero perfettamente. Ogni membro del clan faceva parte della notte, era una caratteristica anormale che avevano ereditato a causa dei molteplici esperimenti che si erano consumati negli anni precedenti al disfacimento della famiglia. La carne di ogni membro era pallida, bianca come la luna che li sovrastava, mentre i loro occhi erano dello stesso colore del cielo la sera: un blu talmente intenso e profondo da poter essere scambiato per il nero dei loro capelli.

"Shinigami all'orizzonte!" esclamò uno degli uomini che la giovane aveva lasciato di guardia, facendola sollevare dall'erba e fissare gli occhi sull'inconfondibile figura di Akinari. "Come procediamo, Hotaru-sama?"

"Conducetelo nella mia tenda, parleremo in privato."

"Non mi aspettavo che voi Nakamura vi foste organizzati in tal maniera

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"Non mi aspettavo che voi Nakamura vi foste organizzati in tal maniera. Sembrate un gruppo di nomadi, più che una famiglia di nobile stirpe." rise Akinari, una volta inginocchiatosi davanti il tavolino basso, disposto al centro della larga tenda. "Il tempo non ti ha cambiata, Hotaru."

"Merito dell'Aranill." rispose lei, versando del sake all'interno di una tazzina d'argilla. Era essenziale, come tutto in quel luogo. Almeno, all'interno di quella dimora illuminata solo dalla luce giallastra delle lanterne, il freddo era comparabile a un lontano ricordo. "E poi i Nakamura non hanno mai avuto nulla di Nobile, Akinari. Come voi Seki, d'altra parte."

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora