Mei osservava il giardino apatica e Shin, come lei, non era in vena di festeggiamenti. Pareva che entrambi non riuscissero a concepire la serenità quando, erano sicuri, all'interno del palazzo si stesse consumando violenza.
"Shin." lo richiamò la donna, avvicinandogli una ciotola. "Metti qualcosa sotto i denti, o non riuscirai a resistere fino alla fine della serata."
Il ragazzino cercò i suoi occhi e, in essi, vide la stessa preoccupazione che lo stava attanagliando. "Mei-sama, avete mai perso una persona importante?"
La donna socchiuse le labbra e il ricordo delle sue figlie giunse leggero nella sua mente. "In passato, avevo due bambine bellissime, ma una malattia me le ha portate via. Erano la mia unica gioia e se ripenso a loro... sento il cuore far male più dei piedi."
Il principe non riuscì sostenere il suo sguardo, dunque lo voltò verso le lanterne rosse che pendevano dai ciliegi. "Io ho perso un'amica, colei senza il quale mi sento perso. Da quando se n'è andata..."
"Parli di Eiko?" Mei fece scivolare una mano sopra quella del ragazzino, e lui le si aggrappò. "Mi dispiace molto, era così piccola."
Shin sorrise amaramente. "Non era piccola, lei era... grande, era straordinaria, ma non capisco. Non mi rassegno all'idea che sia morta davvero. Forse sto solo cercando di consolarmi, perché se ammettessi la realtà non sarei in grado di sopportarla."
"Hanno bruciato il suo corpo?"
"Non è rimasto niente del suo corpo. Si è dissolta in petali di crisantemo, avvolta dalle nebbie." rimembrò lui, sospirando. "E mi manca. Vorrei solo poter parlare con lei, farmi consigliare. Vorrei che mio padre l'avesse di nuovo accanto."
Moe rise a quelle parole, e rispose al posto di Mei. "Il nostro Imperatore era solito a circondarsi di ragazzine, quindi? Pensavo che dopo la morte della sua Akira non avesse più amato."
"Infatti è così." rispose Shin, osservando malamente la Nobile seduta a qualche centimetro da lui. "La persona di cui sto parlando era semplicemente una consigliera, niente di più."
"Oh, giusto." sorrise lei, ironica. "Non possiamo certo parlare chiaramente davanti la Presunta Imperatrice."
Mei lasciò la mano del ragazzino, ferita da quell'insinuazione. "Non mi sono mai spacciata per Imperatrice."
"Eppure sedete insieme a noi." Moe la fulminò con lo sguardo. "Quando non siete in grado né di lottare né di governare. Siete solo un mezzo sfruttato dall'Imperatore per arrivare a vostro marito."
"Questo lo so bene, non ho bisogno che una sciocca come voi me lo venga a ricordare." replicò Mei, facendo appello a tutto il suo coraggio.
"Sciocca... è una parola che non mi si addice." la minacciò Moe, puntandole una bacchetta al collo e premendo la punta sotto il suo mento. "Specialmente se a dirmela è una gaijin debole come voi."
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𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜
FantasyTERZO CAPITOLO DELLA SAGA Con l'avvento del Nuovo Anno il cielo di Isao sembra essersi fatto più scuro, le nebbie del monte Fuji ammantano silenziose i corridoi della Città Celeste e la neve cerca di nascondere il sangue vermiglio che ha macchiato i...