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Il Gong della Città Celeste segnò la fine dell'ora un attimo prima che Yori abbassasse i palmi, ormai allo stremo delle forze. Le ginocchia cedettero e, se non ci fosse stata Shiori, la guaritrice sarebbe crollata al suolo.

Yori boccheggiava, in preda a degli spasmi leggeri che non erano minimamente paragonabili a quelli che percuotevano il corpo di Ichiro.

Nobu si avvicinò al fratellastro, aggirò la pozza di vomito e sangue che si era riversata dalla sua bocca, e gli scostò i capelli sulla nuca, ritraendosi una volta constatata la situazione.

Era rivoltante, faceva ribrezzo. Larve, vermi neri e della stessa consistenza del fumo stavano fuoriuscendo dal taglio sul collo, scomparendo al solo contatto con l'erba. Parassiti che, finalmente, stavano lasciando libera una mente che avevano provato a corrompere, senza successo.

"Ichiro..." mormorò Yori, rimettendosi in piedi. Shiori era restia a lasciarla, ma fu costretta quando le Kuchiyose Miko sfoderarono i ventagli affilati e cominciarono a lanciarli verso di loro.

"Nobu!" lo chiamò, perentoria, la ragazza, sfoderando le spade per cominciare a deviare le armi di quelle donne. "Dobbiamo proteggere Ichiro e Yori."

"Lo so." rispose il giovane, estraendo la katana dal fodero. "E per farlo, immagino, dovremmo uccidere le sciamane."

Shiori annuì, gettandosi insieme a lui contro delle avversarie che si stavano rivelando una vera e propria spina nel fianco.

Era palese che le Kuchiyose Miko non fossero in grado di ben sfruttare le arti marziali, ma muovevano i loro ventagli di metallo con una violenza tale da far tremare le spade. Non furono pochi i tagli e i graffi che si aprirono sui corpi dei due Shinigami.

Yori, nel frattempo, si era avvicinata a Ichiro e, con dolcezza, aveva avvolto le braccia intorno alle sue spalle. Gli aveva accarezzato le guance, scostato le lunghe ciocche castane dalla fronte e osservatolo con gli occhi lucidi di lacrime. "Guardami, per favore... Dimmi che stai bene..."

"Yori..." mormorò lui, appoggiando la fronte contro il suo petto e avvertendo il leggero battito del cuore della donna sotto la pelle. Era flebile, quasi affaticato. "Sei tu che non stai bene..."

"No, io sto benissimo." sorrise lei, appoggiando il mento sulla sua testa. "Ti ho svincolato, ci sono riuscita, sono così felice. Ora sarai libero di fare ciò che vuoi, non ci sarà alcun parassita nella tua mente, nessuno Yokai. Non era quello che volevi?"

"A che prezzo?" gli domandò lui, poco prima che Settan, sotto ordine dell'Imperatore, facesse il suo ingresso all'interno dello Tsubo-niwa, accompagnato dal suo esercito di Kawaakari.

Il Consigliere non aveva ricevuto ordini precisi, se non quello di uccidere qualsiasi fonte di disturbo presente nell'area in cui il Primo Shingami risiedeva. E lo avrebbe fatto, si sarebbe scagliato su Shiori, come un airone pronto a planare sulla sua preda.

D'altra parte, lei lo aveva deluso. Non aveva potuto ucciderla, come solito dei Kawaakari quando si disertava o si veniva espulsi dall'ordine, solo perché suo padre era il Nobile Aoi presente a palazzo. Non avrebbe potuto rischiare, doveva solo attendere il momento propizio e, ora, quest'ultimo era finalmente giunto.

Shiori non notò nemmeno la presenza dell'individuo nel giardino, impegnata ad affondare le spade nei petti di due Kuchiyose miko, le quali spiravano spalancando bocche piene di maledizioni.

Nobu, invece, stentava a uccidere quelle donne. Le feriva solamente, lasciando il lavoro sporco alla compagna d'armi, ormai allo stremo delle forze.

"Dannazione Nobu, vuoi ammazzarle?!" lo sgridò la giovane, afferrando una delle donne per il collo e spingendola a terra. Piantò un ginocchio sopra il suo addome e affondò la spada nella sua gola. Nello stesso istante, una seconda Kuchiyose Miko la colpì con il ventaglio alla schiena, facendola gemere di dolore.

𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora