Shin camminava lentamente verso il quartiere dei Reali, respirando l'odore della pioggia che si intrufolava nelle narici. In mano stringeva il pacchetto che suo padre gli aveva dato, come se fosse stata un'arma da brandire al momento opportuno.
Aveva timore di incontrare Kotori, specialmente dopo che la notizia della morte di Ichiro si era propagata. Non era pronto a vedere le sue lacrime e a specchiarsi nei suoi occhi, sapendo che non avrebbe potuto far nulla per consolarla. Ciononostante, decise di dirigersi ugualmente verso la dimora dei Tachibana, accompagnato dalla luce dei lampi.
Kotori si trovava sotto la veranda, intenta a strimpellare le corde di un koto in una melodia malinconica e al tempo stesso dolce. Indossava degli hakama color prugna e un keikogi bianco, dalle maniche strette. Dalle sue labbra proveniva un motivetto appena accennato, quasi a voler a fare da accompagnamento a quella melodia solitaria.
Shin le si avvicinò senza fiatare, nascondendo il pacco sotto le larghe maniche dell'haori blu. La guardò mentre si perdeva in un mondo fatto solo di musica, gustandosi il suono secco delle corde che si mischiava a quello dei tuoni.
"Kotori-chan." la chiamò, salendo i gradini della veranda. Lei non smise di suonare, né sollevò gli occhi. La sua indifferenza fu come una pugnalata. "Sei... arrabbiata con me?"
La Shinigami concluse la sua melodia e si sfilò i plettri quadrati dalle dita. "No, stavo solo cercando di ricordare una ballata." gli spiegò, prendendo poi un mochi da un piattino di porcellana. Se lo portò alle labbra e lo azzannò, quasi con rabbia. "Cosa sei venuto a fare qui? Sta per arrivare una tempesta, sarà meglio per te..."
"Perché mi stai mandando via?!" Shin non era mai stato bravo a trattenere i sentimenti e, sebbene in quei mesi fosse maturato, sapeva di non poter sopportare la freddezza di Kotori. "Cosa ti ho fatto? Dimmelo e ti chiederò scusa, anche in ginocchio se sarà necessario."
La ragazza smise di mangiare e lo osservò con stupore, quasi non si aspettasse una risposta del genere. Come se sottovalutasse l'affetto che Shin provava nei suoi confronti. "Non mi hai fatto niente, solo che... che non sono in vena di gentilezze."
"O forse non vuoi vedermi?"
"Non dire così, Shin..."
"Perché non mi sorridi nemmeno?!" quasi urlò lui, mentre le prime gocce di pioggia cominciavano a crollare dal cielo. Non c'era abbastanza freddo da farle trasformare in neve. "Sei forse arrabbiata con mio padre e hai deciso di punire me?"
Kotori scosse la testa, capendo che non ci sarebbe stato modo di farlo ragionare. Allungò dunque un braccio verso di lui e gli prese la mano, calda e morbida. Non come la sua, che aveva ormai perso la delicatezza a causa dei calli. "Sei l'ultima persona con la quale vorrei arrabbiarmi, però... non riesco nemmeno a essere felice. Ho perso mio fratello, non posso far finta di nulla. Non voglio far finta di nulla."
"Anche io ho perso Eiko, ma non mi sono comportato da egoista con te." ansimò lui, notando lo stupore negli occhi di Kotori. Ma certo, lei non poteva saperlo.
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𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜
FantasyTERZO CAPITOLO DELLA SAGA Con l'avvento del Nuovo Anno il cielo di Isao sembra essersi fatto più scuro, le nebbie del monte Fuji ammantano silenziose i corridoi della Città Celeste e la neve cerca di nascondere il sangue vermiglio che ha macchiato i...