Shiori aveva sfruttato quella situazione per fuggire, lontana da Aoi e da qualsiasi obbligo filiale. Doveva disperdersi nella folla, sfoderare la spada e saziare una sete di sangue che le aveva reso la gola arida.
Erano troppi giorni che non si nutriva, troppi giorni che non uccideva, troppi giorni trascorsi senza Yugen.
La giovane donna si fermò sugli spalti dell'arena, e, con l'ausilio della katana, cominciò a uccidere. Nemici, alleati, non aveva importanza. L'unica cosa che contava, era eliminare quel bruciore che le aveva pervaso la gola.
Eppure, non era così semplice. Per quanto Shiori si battesse, gli Shinigami le venivano addosso, le sfilettavano la carne, le tiravano le vesti del kimono azzurro, come a volerla spogliare di ogni cosa. Persino della sua dignità.
"Yokai!" la appellò uno degli uomini, saltandole addosso e spingendola contro il pavimento. Shiori sentì una mano stringersi sulla sua gola, e il proprio corpo reagì d'istinto.
Afferrò il polso del suo avversario e ficcò le unghie nella sua carne, lui gemette di dolore nell'istante in cui Shiori lasciò che il ghiaccio si fondesse col proprio Ki. Allora, dalle sue dita cominciò a sprigionarsi un gelo innaturale che sembrò bruciare la pelle dello Shinigami, il quale rotolò ai piedi di Itami.
Quest'ultimo rise, prima di roteare lo yari e affondare la lama nella gola del malcapitato. Una volta sollevato lo sguardo, il ragazzo notò delle lacrime di sangue scivolare lente sulle guance della sua amica. "Yuki-chan, alzati."
"Lo farei se non..." in quell'istante, l'urlo del Principe Ereditario risuonò nell'arena.
Un urlo che prese vita come il ruggito di un drago.
Itami si voltò e vide, sul palco, quel ragazzino mutare. Shin si era gettato a terra, strisciava, il suo corpo si era riempito di scaglie dorate. I denti, le unghie, le zampe. Tutto stava prendendo forma in una mutazione spaventosa, capace di mettere in fuga Kotori, Ryo, Nobu e Hotaru.
"Merda. Sta mutando!" urlò Itami. Il proprio istinto animale, per un attimo, prese il sopravvento. Un istinto che lo spingeva a raggiungere Shin per proteggerlo, unicamente perché faceva parte della sua stirpe.
"Itami!" fu la voce di Momo a distrarlo. "Dobbiamo fare qualcosa, tu sei il solo che sa cosa sta accadendo a Shin. Se il drago prende il sopravvento il nostro attacco potrebbe fallire."
Shiori si voltò a guardare Momo con occhi nuovi, quasi increduli. Sarebbe stata felice di vederlo, se non avesse pronunciato quelle parole.
Parole che non gli appartenevano.
"Che cosa importa a te dell'attacco, Momotarō? Pensavo fossi contro la violenza."
"Lo sono, ma questo attacco è giusto..." disse lui, fermo un gradino sopra di lei. "Ho parlato con mia sorella, ne abbiamo discusso. Se eliminiamo gli Asano noi Usui potremo avere il posto che meritiamo."
STAI LEGGENDO
𝐋𝐀𝐌𝐄 𝐃𝐈 𝐒𝐀𝐍𝐆𝐔𝐄 - 𝑅𝑖𝑠𝑣𝑒𝑔𝑙𝑖𝑜
FantasyTERZO CAPITOLO DELLA SAGA Con l'avvento del Nuovo Anno il cielo di Isao sembra essersi fatto più scuro, le nebbie del monte Fuji ammantano silenziose i corridoi della Città Celeste e la neve cerca di nascondere il sangue vermiglio che ha macchiato i...