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"Divino caffè il cui gusto rimane tutto il giorno in bocca

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"Divino caffè il cui gusto rimane
tutto il giorno in bocca."
Arthur Rimbaud

A Glastonbury, le prime luci dell'alba cominciavano a sostituirsi al buio pesto del cielo e, sebbene fossi esausta, non riuscivo a fermarmi. Ogni passo che facevo mi sembrava un'impresa titanica, ma avevo bevuto birra fino a poco prima, quando, insieme a Hailee e Liam, ero riuscita a intrufolarmi nel backstage. Lì, avevamo trovato uno dei gruppi che amavo di più. Mi sentivo come se fossi stata trasportata in un universo parallelo, un mondo tutto mio, un posto magico dove si cammina saltellando tra le nuvole e si cavalcano unicorni. Anche se ero ubriaca, faticavo a credere che davanti ai miei occhi ci fosse il mio cantante preferito, che sorseggiava un drink con altri. Ero emozionata, ma il mio stato di ebrezza mi aveva fatto inciampare nei miei stessi piedi, causando una figuraccia proprio davanti al cantante che amavo. Se Liam non mi avesse afferrata, sarei finita di faccia sul pavimento appiccicoso e, sicuramente, non avrei mai avuto il coraggio di parlare con lui.

Lui si era accorto della scena ed era esploso in una risata che faticava a trattenere, e io, nonostante dovessi sentirmi imbarazzata, non riuscivo a fare a meno di ridere anch'io. Non mi sembrava vero che avessi suscitato tanto divertimento.

A un certo punto ero riuscita a farmi fare una foto con lui e da lì era iniziata una breve conversazione. Mi aveva chiesto da dove venissi e, quando avevamo nominato l'Irlanda, lui ci aveva offerto della birra. Non riuscivo a credere a ciò che stava accadendo.

Adesso mi trovavo da sola, seduta nella mia tenda, a pensare a quell'incontro fortuito con uno dei miei idoli. Ero troppo entusiasta per riuscire a dormire, così avevo deciso di uscire fuori. Se non avessi trovato il sonno, avrei trovato un po' di tranquillità guardando il cielo. E così, mi ero seduta su una balla di fieno, ammirando l'alba e riflettendo sulla mia vita.

Non ero mai stata innamorata e non avevo mai creduto che potesse esistere l'amore. Però, c'era qualcosa nel cielo che mi legava a lui, qualcosa che mi faceva sentire che, in un mondo lontano, il mio cuore potesse battere con un altro. Credevo che gli uomini tendessero a parlare troppo, dicendo cose che non avevano davvero significato. Molti ragazzi, per quanto ne sapessi, usavano le ragazze per i loro scopi personali, fingendo sentimenti che non provavano. E così, io, Adrianne Horan, avevo deciso che non avevo bisogno di un ragazzo che mi desse false attenzioni solo per farmi cedere. Non ero disperata, non avevo bisogno di nessuno che mi mentisse, e non volevo soffrire per qualcuno che non mi meritava.

Anche in questo, io e Hailee eravamo molto diverse. Lei aveva sempre avuto relazioni che l'avevano fatta soffrire e, puntualmente, doveva ammettere a Liam e a me il proprio pentimento per essersi fatta ingannare da un ragazzo.

Il pensiero di Liam era simile al mio. Anche lui non credeva nelle relazioni. Quando me lo aveva spiegato, mi aveva detto che le ragazze non sarebbero mai riuscite a distinguere tra un ragazzo sincero e uno che semplicemente voleva approfittarsene. Per questo, ci aveva definite "elemosinatrici di attenzioni". Hailee si era sentita offesa da quelle parole, pensando che Liam stesse parlando di lei, ma io non ne ero convinta. Poteva essere che avesse ragione.

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