{la copertina è stata realizzata dalla fantastica @Ida_A_Johnson}
Adrianne ha ventitré anni e vive a Galway dalla nascita, è una figlia e una sorella amorevole e dedita al lavoro. Non ha mai creduto né all'amore, né al principe azzurro, ma forse un...
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"Ogni volta che mi guardi, io nasco nei tuoi occhi." George Riechmann
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Il fine settimana era finalmente arrivato, ponendo fine a una settimana di lavoro estenuante. Quando Niall aveva insistito per andare a giocare a tennis dopo il pranzo a casa dei nostri genitori, alla fine avevo ceduto. Sapevo quanto fosse importante per lui, e in fondo non potevo dire di no a un po' di tempo insieme in famiglia.
Quel pomeriggio, ci ritrovammo tutti al circolo del tennis. Le squadre erano state rapidamente decise: da un lato Ruth e David, una coppia inseparabile da oltre vent'anni, e dall'altro io e Niall, i "frutti" di quell'amore che perdurava nel tempo.
Nonostante Niall fosse più incline al golf che al tennis, non sembrava importargli granché. Era uno sportivo nel cuore e adorava ogni occasione per condividere questi momenti con la famiglia. Era una tradizione degli Horan, una di quelle poche che resistevano al tempo e alle distanze. Per questo, ogni volta che ci ritrovavamo sul campo, mi sentivo immensamente grata. Erano quei momenti che ci facevano sembrare una famiglia come tante altre, lontani dai viaggi di mamma e vicini ai consigli di papà.
Osservavo mia madre arretrare sul campo, mentre mio fratello colpiva la pallina con un demi-volée quasi impeccabile. Papà, sempre pronto a non essere da meno, rispose con un tweener perfetto.
«È tua!» urlò Niall, ma ormai era troppo tardi. La pallina finì fuori campo, e mio padre, con un sorriso soddisfatto, si girò verso mamma.
«Ruth, vuoi che batta io?»
Mia madre strinse la racchetta tra le mani, lanciando al marito uno sguardo di fuoco. «Non sono imbecille, David!»
Io e Niall ci scambiammo un sorriso sornione. Era sempre così. Ogni volta che papà metteva in dubbio le capacità di mamma, lei partiva all'attacco.
«Perché mamma diventa un pazzo omicida ogni volta che giochiamo a tennis?» mi chiese Niall sottovoce, mentre trattenevo una risata.
«Non lo so» risposi, cercando di riprendermi, «ma sono contenta che succeda. Ci rende tutto più divertente.»
Mentre ridevo ancora, Niall si posizionò per ricevere il servizio di mamma. Ma, con mia somma sorpresa, non ce ne fu bisogno: Ruth sbagliò clamorosamente la battuta, regalando a noi figli un altro punto.
«A quanto stiamo?» chiese papà, visibilmente esausto.
«Stiamo vincendo noi!» urlai con entusiasmo.
Papà si lasciò cadere sul campo, fingendo una sconfitta teatrale. «Che fate? Vi arrendete?»
«Che dici?» ribatté, guardandomi con un'espressione esasperata. «È da quasi due ore che gioco praticamente da solo contro di voi!»
Mamma, con le mani sui fianchi, si avvicinò minacciosa. «E adesso sarebbe colpa mia? Capita a tutti di essere indisposti durante un match, non ti arrabbiare così tanto!»