33.

929 73 124
                                    

"Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia ed io, come la terra, ti ricevo e accolgo

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

"Sai, cielo mio, tu sei come la pioggia ed io, come la terra, ti ricevo e accolgo."
Frida Kahlo

Se Adrianne fosse riuscita a descrivere i suoi sentimenti verso Harry, probabilmente sarebbe stato tutto più facile per lei. E invece faticava a comprendere il flusso dei suoi pensieri a riguardo. Lei ci aveva provato, aveva tentato con tutta sé stessa di stabilire un ordine nel gran caos che era il rapporto tra lei e Harry, ma non ci riusciva. Per ogni passo avanti, Adrianne ne compiva sempre uno indietro.

Sapeva che se entrambi stavano vivendo questa situazione spiacevole era per colpa sua, d'altronde la sua migliore amica l'aveva avvisata: "dovrai accettarne le conseguenze" le aveva detto Hailee, ma Adrianne era sempre stata una stupida quando si trattava di accogliere le raccomandazioni altrui.

Harry non rispondeva al cellulare, a nessuna chiamata vocale né ai messaggi, e nella mente della ragazza stava balenando da ore l'idea di andare direttamente a casa sua: lei aveva rovinato tutto e lei avrebbe dovuto aggiustare la situazione.

Sapeva bene che lo aveva visto poche ore prima, quando entrambi avevano finito di lavorare, ma se solo Adrianne avesse provato a far chiarezza con sé stessa e con lui, forse tutto si sarebbe potuto risolvere senza mietere vittime. O almeno, questo era ciò che si convinceva lei di credere.

I suoi passi, proprio mentre realizzava quello che stava per fare, camminavano spediti per casa. Al momento non le importava nulla di indossare qualcosa di carino: pantaloncini della tuta e felpa oversize sarebbero andati bene comunque, perché era questo che Adrianne era nella sua quotidianità e voleva soltanto che anche Harry ne facesse parte.

In due minuti o poco più, Adrianne era già fuori casa, con il telecomando dell'automobile in una mano e il portafoglio nell'altra, mentre si accingeva a sbloccare il veicolo e partire più veloce possibile in direzione della casa di Harry.

Borbottava qualche parola, provava il discorso da pronunciare; non era preparata a ciò che avrebbe dovuto confessargli, eppure aveva deciso d'impulso che ne valeva la pena, semplicemente perché era Harry a valerne la pena.

Avrebbe potuto dirgli che aveva sbagliato, che era stata una vigliacca, ma Adrianne non voleva farlo impietosire; lei doveva solo provare a Harry che era lui il protagonista di tutti i suoi pensieri di giorno e dei suoi sogni di notte.

Le gomme dell'automobile di Adrianne sfrecciavano a tutta velocità tra le strade di una Galway ormai quasi vuota a causa dell'orario, e il tragitto fino a casa di Harry non era mai stato così infinito quanto lo era in quel momento; ma fortunatamente Adrianne aveva già raggiunto la sua via e ora non doveva far altro che parcheggiare e correre verso l'appartamento di lui.

Quasi non stava cadendo mentre si avvicinava al portone d'ingresso del palazzo immenso e per poco non si scontrava con un signore che stava portando in giro il suo cane. Adrianne aveva il respiro corto, il cuore che batteva forte e i polpacci che pulsavano a causa della camminata veloce, ma a lei stava bene così: avrebbe corso anche una maratona per Harry.

Galway GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora