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"E tu prendimi, portami con tecome un incendio nelle tue abitudini

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"E tu prendimi, portami con te
come un incendio nelle tue abitudini."
Mariangela Gualtieri

C'erano certe volte in cui Adrianne pensava di non poter fare a meno di suo fratello, perché anche se la maggior parte delle volte per lei era davvero una palla al piede, senza i suoi sorrisi spontanei e il suo affetto, probabilmente si sarebbe sentita incredibilmente da sola. Aveva sempre pensato che un giorno, se mai le fosse capitato di conoscere qualcuno e di cadere nella famigerata tana dell'amore, altro non avrebbe desiderato se non una persona simile a Niall o a suo padre.

Sapeva che i suoi pensieri erano oltremodo strani circa l'argomento, ma avrebbe davvero voluto accanto a sé una persona che fosse il mix perfetto tra i due uomini più importanti della sua vita; certo era anche che non avrebbe voluto minimamente che fosse come era il fratello quando si trattava di sport, perché altrimenti avrebbe dovuto fare i conti con le partite di calcio e le continue e inesauribili giornate passate ai golf club, proprio come il padre e Niall avevano fatto da quando praticamente ne aveva memoria Adrianne.

Era tutto vero, non poteva fare a meno di suo fratello e desiderava davvero che al mondo esistesse qualcuno che – anche se in minima parte – le desse un po' l'impressione di essere come Niall e suo padre, eppure c'erano altrettanti momenti – come quello, ad esempio – in cui non poteva evitare di pensare a un modo rapido ed efficace per farlo fuori in men che non si dica.

Che fosse chiaro: amava trascorrere le sue serate con gli amici ed era una delle cose alle quali non avrebbe rinunciato mai, ma da quando al trio delle meraviglie si era unito quello dei tre ragazzi che parevano essere usciti da una rivista di modelli, l'entusiasmo di Adrianne si era rapidamente trovato in collisione con quello che effettivamente rappresentava la nuova realtà.
Non c'erano tanti motivi che le permettevano di storcere il naso a sapere che sarebbero stati presenti pure loro, poiché ne esisteva solo uno. E il problema non era tanto cosa, ma chi: e quello altro non era che Harry.

Era incredibile come, però, per la maggior parte del tempo Adrianne affidasse tutti i suoi problemi a quel nome, quando era proprio lui che in realtà l'inconscio di Adrianne avrebbe voluto davvero. Non sapeva nulla di Harry, a parte che era un tipo sfrontato che faticava a mettere a tacere il donnaiolo insito in lui; Adrianne sapeva che era figlio del suo capo e che spesso si era ritrovato a dover viaggiare di sede in sede per visionare lui stesso – sotto ordini del padre – la situazione negli altri uffici dell'impresa Styles Press.
E poi, cosa che a livello personale lei riteneva più importante di tutto il resto, Harry era fidanzato con una ragazza perfetta, dallo sguardo dolce e dal carattere simpatico.

Adrianne credeva che Delilah, infatti, fosse l'eccezione di Harry: non tanto perché a lei sembrava andar bene il modo di lui di comportarsi, ma quanto per il fatto che la ragazza – che esteriormente appariva come la solita sbadata e omologata alla fetta di popolazione femminile composta da stupide senza cervello – in realtà le era parsa fin da subito intelligente: una che sapeva il fatto suo.

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