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"Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano

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"Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano."
Paulo Coelho

Per l'intera serata, quel giorno, Harry aveva inviato una quantità illimitata di messaggi ad Adrianne con la pretesa di scoprire perché mai la ragazza dolce e sensuale – in un modo così difficile per lui da spiegare – avesse deciso di voltare pagina e interrompere l'impegno preso con lui quel mattino dove i due si erano ritagliati un momento unico da soli, lontani da ogni menzogna che prima li aveva tenuti sul filo di un rasoio affilato. Si erano promessi, e Harry avrebbe potuto giurare la sua più grande lealtà a tal proposito, di ricominciare da zero, di cancellare i ricordi sofferenti di una bugia portata avanti per il solo gusto del ragazzo di tenerla a distanza, per capire se davvero tra loro potesse nascere qualcosa. Harry avrebbe voluto annullare gli eventi spiacevoli per poter dare spazio a un inizio migliore, lontano da ogni tipo di sotterfugio. Eppure Adrianne non aveva tenuto fede alla promessa scambiata mentre i teneri raggi del sole le accarezzavano un sorriso la cui causa non era altro che Harry, e lui pensava, faticava a realizzare il motivo per cui lei dovesse preferire un altro ragazzo a lui. Sentiva come se il mondo gli stesse crollando addosso e malediceva le volte in cui era stato sul punto di rivelare la verità all'unica persona della quale non avrebbe mai potuto stancarsi e poi non lo aveva fatto, perché il suo inarrestabile desiderio di trovare il contatto con le labbra di Adrianne era più forte di tutto il resto, tanto da far dimenticare a lui quale sbaglio stesse commettendo.

Era stato un errore privo di rimedio, si rifiutava di credere che lui avesse davvero fatto credere alla ragazza di essere già impegnato in una relazione. E con chi, poi? Con sua sorella, che se avesse scoperto la sua menzogna lo avrebbe evirato senza pensarci nemmeno un istante.

Era stato un totale stupido che non aveva imparato il detto che recita che le bugie hanno le gambe corte. Perché a che serviva, in fondo, mentire ad Adrianne, se avrebbe potuto dirle tutte quelle parole che invece non riusciva a proferire per timore di un rifiuto?

Harry aveva paura, o meglio era letteralmente terrorizzato all'idea che quella ragazza, dolce musa dalle fattezze eteree miscelate al senso di umanità e goffaggine, potesse farlo soffrire, gli dicesse che il suo era stato un bel tentativo, ma non ci sarebbe mai stato nient'altro tra loro se non un mero rapporto fisico.

Harry non si dava pace, combatteva contro il rimorso di non aver detto ad Adrianne che la sua figura, fin dalla prima volta in cui si era mostrata ai suoi occhi berillo, non aveva smesso un attimo di tormentarlo, di instillare in lui il dubbio – divenuto presto certezza – che fosse stato colpito dalla freccia di Cupido. Avrebbe voluto dire ad Adrianne che nei suoi occhi d'ambra ci vedeva dentro il senso di ogni cosa bella, la paura di vacillare e perdere il senno, il terrore che il demone del suo passato tanto tormentato potesse tornare vivido nella sua mente, a ricordargli che nessuno avrebbe mai potuto amare uno come lui, perché semplicemente era la preda giusta per chi all'amore preferiva i sentimenti effimeri, consumati e poi gettati via come carta straccia.

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