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"In qualche parte del cielo, sopra la curva oscura del mondo, il sole e la luna esercitavano la loro attrazione

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"In qualche parte del cielo, sopra la curva oscura del mondo, il sole e la luna esercitavano la loro attrazione."
William Golding

Durante quella cena improvvisata a casa mia, mi sembrava di avere addosso lo sguardo di Harry per tutto il tempo. Ogni volta che i suoi occhi si posavano su di me, sentivo un misto di imbarazzo e turbamento, tanto che mi ritrovai a chiedermi come fosse possibile che nessuno degli altri presenti si accorgesse di ciò che stava accadendo. Forse mi stavo facendo paranoie inutili, esagerando con i miei pensieri come al solito, ma l'idea che un mezzo sconosciuto potesse darmi così tanto tormento non mi lasciava tregua.

Anche io, però, lo guardavo, rubando sguardi rapidi ogni volta che il suo interesse sembrava rivolgersi a qualcun altro. Cercavo di farlo in modo discreto, come una ladra, nascondendo il mio desiderio di cogliere ogni dettaglio su di lui sotto una maschera di finta indifferenza.

E bastava poco, davvero poco, per farmi rimanere incantata: un sorriso mentre parlava, il modo naturale con cui gesticolava, o quel momento in cui una battuta stupida lo faceva ridere, disegnando due adorabili fossette ai lati della bocca. Ogni suo gesto sembrava studiato per ammaliarmi, e più lo guardavo, più mi sembrava impossibile che un ragazzo così bello potesse mai rivolgere la parola a me.

Eppure, Harry – che era indubbiamente il più bel ragazzo che avessi mai visto – aveva scelto di lavorare accanto a me e non ad altre donne, probabilmente più interessanti o belle, che erano dipendenti di suo padre. Questa consapevolezza non faceva che confondermi ancora di più.

«Potresti venire al bagno con me? Ho bisogno di te.» La voce di Hailee mi strappò dai miei pensieri, riportandomi alla realtà. Senza fare domande, mi alzai in silenzio e la seguii verso la porta del bagno, sentendomi al contempo disturbata e sollevata. Disturbata perché non volevo smettere di guardare Harry, ma sollevata perché, se lui avesse notato con quanta insistenza lo fissavo, mi avrebbe presa per stupida.

«Non trovavi la strada del bagno?» chiesi con un filo di ironia, cercando di nascondere il mio nervosismo.

Hailee rise leggermente, poi rispose con la schiettezza che la contraddistingueva: «No, ti ho voluta con me perché hai bisogno di respirare! Ti sei imbambolata a guardare Harry come se fosse il David di Michelangelo.» La sua frase mi colpì come una doccia gelida. «Ah, e mi dai un assorbente?»

Con le guance in fiamme, eseguii la sua richiesta senza dire una parola, troppo imbarazzata per rispondere.

«È da tutta la sera che vi guardate. Tu fissi lui, lui fissa te. Insomma, vi mangiate con gli occhi. Che succede? Ieri sera al pub lo evitavi, e ora gli stai facendo la radiografia completa.»

Non trovai il coraggio di ribattere. Le sue parole mi avevano inchiodata, lasciandomi con un senso di vergogna addosso che non riuscivo a scrollarmi di dosso. Mi sentivo così vulnerabile, come se qualcuno avesse scoperto un segreto che avevo custodito gelosamente.

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