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"Cosa faresti al posto mio, se ogni pensiero fossi io?"Vasco Rossi

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"Cosa faresti al posto mio, se ogni pensiero fossi io?"
Vasco Rossi

Tra tutti i giorni della settimana, il venerdì era quello che preferivo di più. Forse perché rappresentava la fine della routine settimanale, l'ultimo giorno in cui la sveglia mi avrebbe strappato al sonno troppo presto. Eppure, quella volta, l'arrivo del venerdì non portava con sé il solito sollievo. Sentivo un peso sul petto, un macigno che mi impediva di godermi la prospettiva del fine settimana. Il motivo? Il comportamento di Harry, che sembrava aver deciso di essere una presenza costante e destabilizzante da quando James Waters aveva fatto la sua comparsa alla Styles Press.

Harry, con quegli occhi verdi tanto profondi da essere quasi ipnotici, si trasformava completamente in presenza di James. Era scontroso, burbero, e a tratti insopportabile, come se il semplice esistere dell'altro lo infastidisse a livelli difficili da giustificare. Eppure, quando eravamo soli nel mio ufficio, tornava a essere il ragazzo dolce e premuroso che avevo imparato a conoscere. Questa dualità mi destabilizzava. Sentivo di non poter fare a meno di dubitare delle sue intenzioni.

Anche quella mattina, mentre ero immersa nelle mie scartoffie, Harry aveva cercato di iniziare una conversazione leggera, un tentativo evidente di distrarmi dal lavoro. Eppure, stavolta, non glielo avevo permesso. Avevo intuito le sue intenzioni e mi ero imposta di mantenere le distanze. C'erano troppe domande che mi ronzavano in testa e nessuna risposta che potesse davvero placare il tumulto interiore che lui aveva scatenato in me.

Negli ultimi giorni, mi ero ritrovata a ripensare al nostro primo incontro. Era accaduto quasi per caso, al Glastonbury Festival, quando Harry, senza il minimo scrupolo, aveva preso posto al tavolo che avevo occupato. Mi aveva subito colpito, sia per il suo fascino naturale che per quel sorriso sfrontato che sembrava conoscere tutti i segreti del mondo. Poco dopo, Louis aveva raccontato di un loro amico – oltre a Zayn – che si era separato dal gruppo per cercare una ragazza che aveva conosciuto al festival e che lo aveva completamente rapito.

Mai, in quel momento, avevo pensato che Harry potesse essere fidanzato. Non c'era stato un singolo indizio che mi portasse a credere che dietro quel ragazzo, apparentemente così libero e senza legami, ci fosse una relazione stabile. Se lo avessi saputo, mi sarei tenuta alla larga fin dal primo istante. Non perché non fossi incuriosita da lui, ma perché ero certa che un rapporto nato su basi così ambigue non avrebbe mai potuto portare a nulla di buono.

Eppure, c'era qualcosa che continuava a sfuggirmi. Se davvero era impegnato, perché non sembrava avere occhi che per me? Perché, tra tutte le dipendenti della Styles Press, aveva scelto di affiancarmi? E perché non ricordava mai i nomi delle altre, mentre il mio sembrava essere scolpito nella sua memoria? Questi interrogativi mi tormentavano, lasciandomi con una sola certezza: qualsiasi fosse la verità, Harry era un enigma che non riuscivo a decifrare.

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