34.

884 70 98
                                    

"Descrivere mia mamma vorrebbe dire parlare di un uragano in tutta la sua potenza

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

"Descrivere mia mamma vorrebbe dire parlare di un uragano in tutta la sua potenza."
Maya Angelou

Sin da quando ero una bambina, avevo sempre avuto una passione irrefrenabile per i colori. Il mio amore per essi era talmente forte che riuscivo a convincere papà a tinteggiare le pareti della mia camera ogni volta che sentivo il bisogno di cambiare. Era come se i colori avessero il potere di migliorare il mio umore, di adattarsi ai miei stati d'animo e a quello che stavo vivendo. Ogni tonalità mi sembrava una parte di me, un riflesso delle mie emozioni. Rosso, lilla, verde scuro, celeste: li avevo provati tutti, fino a quando la mia camera non si era trasformata in un piccolo angolo di paradiso, ricoperta di un bellissimo color Tiffany che avevo scelto con cura, un colore che mi faceva sentire tranquilla e viva allo stesso tempo.

Quando poi avevo comprato la mia casa, le pareti erano diventate una vera e propria esplosione di colori. C'era qualcosa di liberatorio in tutto questo, nel creare il mio spazio, il mio rifugio personale, dove ogni stanza raccontava qualcosa di diverso di me. Se i colori erano così importanti per me, allora non c'era motivo di avere muri bianchi e neri, freddi e impersonali. Ogni colore che avevo scelto mi rappresentava, mi faceva sentire che tutto intorno a me rifletteva chi ero veramente. Ogni volta che entravo nella mia casa, mi sentivo come se fosse una tela bianca su cui avevo dipinto il mio mondo.

Eppure, quella mattina, mi ero dovuta ricredere. Non importava più che le pareti della camera di Harry fossero neutre e prive della vivacità che amavo. In quel momento, quello che avrei voluto più di ogni altra cosa era essere lì con lui, e la stanza sembrava quasi sparire intorno a noi. La sua presenza, il suo respiro tranquillo accanto al mio, mi facevano dimenticare di tutto il resto. In quel letto, non c'erano più colori, solo lui, e il pensiero di svegliarmi accanto a lui ogni mattina sembrava essere l'unica cosa che contava davvero.

Le sue iridi smeraldine, ancora assopite, mi fissavano dolcemente, e mi sembrava che in quei momenti tutto il resto del mondo scomparisse. Forse non avevo mai davvero capito cosa significasse sentirsi a casa, ma in quel momento, guardando nei suoi occhi assonnati, mi sentivo come se avessi trovato il mio posto. Avevo sempre pensato che i colori fossero ciò che mi definiva, ma ora sapevo che quello che davvero mi faceva sentire completa era lui, la sua presenza al mio fianco. Il suo colore preferito, le sue sfumature, il modo in cui mi guardava. Era come se in quei pochi secondi il mondo intero si fermasse e tutto avesse un significato più profondo.

«Buongiorno bell'addormentata!» mi aveva detto, con un sorriso divertito che non riuscivo a non ricambiare. I suoi occhi mi scrutavano, sorridendo dolcemente, mentre il suo sguardo si perdeva nel mio. Il cuore mi batteva forte, come se, anche nel silenzio, lui riuscisse a farmi sentire tutto ciò che non avevo mai saputo esprimere a parole.

«Buongiorno a te.» Avevo sorriso a mia volta, sentendomi incredibilmente felice, più di quanto avrei mai pensato fosse possibile. Non era solo la sensazione di essere accanto a lui, ma la consapevolezza che in quel momento non c'era altro che quello che stava accadendo tra noi. Nessun altro posto sarebbe stato più giusto per me, nessun altro momento avrebbe potuto essere migliore di quello.

Galway GirlDove le storie prendono vita. Scoprilo ora