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"Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere

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"Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere."
William Shakespeare

Per tutto il tempo in cui suonai, non riuscii a fare a meno di alternare lo sguardo tra lo spartito davanti a me e Harry, seduto al tavolo con gli altri ragazzi. Rideva a qualche battuta di Louis, con quella birra fresca in mano e quel sorriso che sembrava illuminare il locale. Era impossibile non notarlo, nonostante la mia concentrazione fosse cruciale per non sbagliare le note.

Quando io e Niall arrivammo all'ultima melodia, mi sembrò che il tempo fosse volato. Avrei voluto scendere subito dal palco e raggiungerlo, come se la distanza tra noi fosse insopportabile.

«Sei stata grandiosa.» La voce di Liam, così calda e familiare, mi colse di sorpresa. Mi abbracciò con affetto, e io mi lasciai andare per un istante alla sua stretta rassicurante.

«Grazie, ma è merito di Niall» risposi, sincera. Non avrei mai superato l'ansia iniziale senza di lui. Aveva trovato il modo di calmarmi con battute stupide e sorrisi incoraggianti prima che iniziassimo, e senza quei momenti non sarei mai riuscita a tenere l'archetto fermo.

«Siediti, offro io» propose Hailee, con il suo entusiasmo contagioso. Annuii e mi guardai intorno in cerca di una sedia, ma prima che potessi muovermi, la voce di Harry mi bloccò.

«In realtà, io e Adrianne dobbiamo andare subito dopo l'esibizione...» spiegò con calma, attirando gli sguardi curiosi di tutti al tavolo.

Zayn sorrise compiaciuto, mentre Louis sussurrava qualcosa a Hailee, che rise piano. Niall fece spallucce, e Liam mi lanciò un'occhiata interrogativa. Sentii il peso del suo sguardo, consapevole che tra noi c'erano troppe cose non dette. Avrei voluto raccontargli tutto, spiegargli quello che stava succedendo con Harry, ma non era il momento né il posto giusto.

Provai a comunicarglielo con un'occhiata. "Più tardi, te lo prometto." E sembrò capire, perché la sua espressione si addolcì.

«Allora domani pranzo da me?» propose, rompendo il momento di tensione. «Portate i costumi, facciamo un bagno in piscina.»

«Afferrato!» esultai, abbracciandolo velocemente. Gli sussurrai all'orecchio che sarei stata lì, e lui sorrise rassicurato.

«Io e Adrianne andiamo, va bene?» disse Harry, interrompendo la nostra conversazione.

Gli altri annuirono in silenzio, e mi sentii sollevata per la loro approvazione implicita. Harry mi prese la mano con sicurezza, stringendola forte mentre si faceva strada tra la folla che gremiva il locale. Lo seguii, cercando di non calpestare i piedi di nessuno con i miei tacchi.

Una volta raggiunta la porta, si fermò e si voltò verso di me, regalandomi un sorriso così autentico che mi fece stringere il cuore. Quelle fossette e quello sguardo mi facevano sempre perdere il filo dei pensieri.

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