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"Non si può essere infelice quando si ha questo: l'odore del mare, la sabbia sotto le dita, l'aria, il vento

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"Non si può essere infelice quando si ha questo: l'odore del mare, la sabbia sotto le dita, l'aria, il vento."
Irène Némirovsky

Quando i primi raggi del sole avevano invaso la cabina della barca in cui Adrianne e Harry si erano addormentati la notte precedente, la giovane aveva dovuto lottare con tutte le forze per ritornare a dormire, ma invano. Harry era al suo fianco, il suo petto si gonfiava e sgonfiava regolarmente, segno che stava ancora dormendo.

Il braccio tatuato di lui cingeva la vita  della giovane con una potenza mostruosa: era come se lui avesse paura che Adrianne potesse andare via e abbandonarlo, cosa che lei non voleva realmente fare. I lineamenti del suo viso era rilassati e per un tempo impercettibile la giovane si era ritrovata a guardare le ciglia lunghe di lui, la sua mandibola ben definita e il suo neo all'angolo delle labbra rosa e piene. Si poteva essere talmente belli da raggiungere la perfezione?

Il petto di Harry era nudo, la sua pelle scoperta permetteva ad Adrianne di osservare l'inchiostro che la abbelliva e d'istinto lei aveva iniziato a tracciare le rondini tatuate al di sotto delle clavicole; poi l'indice aveva tracciato delicatamente la linea che portava all'addome, dove una falena al centro sembrava quasi spiccare il volo per il movimento regolare del suo busto.

Adrianne captava tutta la bellezza del corpo di lui e aveva sorriso appena quando Harry aveva fatto una smorfia a causa del probabile solletico che lei gli stava provocando. Lungi dalla ragazza volerlo svegliare, ma il suo stomaco brontolava e inoltre sentiva un bisogno impellente di andare al bagno.

Per questo, quando Adrianne aveva finito di esaminare i tatuaggi di Harry sul busto e sul braccio sinistro, aveva cercato di allentare la presa di quest'ultimo da sopra la sua vita, fallendo miseramente.

«Harry. – aveva sussurrato il suo nome sul suo collo, ma lui sembrava non avere intenzione di aprire gli occhi – Devo andare al bagno, lascia che mi alzi.»

In risposta aveva ottenuto un mugugno che l'aveva portata a sorridere ulteriormente, ma forse lui – nonostante dormisse – aveva capito bene le parole della ragazza, perché il peso del suo braccio si era fatto ora più leggero sull'esile corpo di Adrianne.

Gli aveva lasciato un bacio sulla guancia sinistra e poi, lentamente, si era alzata dalla posizione comoda tra le braccia di Harry; una volta in piedi, lo aveva guardato in ammirazione, continuando a pensare che la perfezione esistesse realmente e che questa portasse il nome di Harry.
Poi si era voltata, aveva cominciato a a camminare verso una porticina bianca che sperava fosse il bagno e, quando l'aveva aperta, era stata contenta di aver sperato bene. Ma non appena aveva fatto ritorno nella stanza in cui aveva lasciato un Harry dormiente, lui non c'era.

«Cosa vuoi bere per colazione? Caffè oppure tè?»

Ad Adrianne quasi non le si mozzava il fiato per lo spavento, Harry era entrato nella cabina parlando con un tono di voce medio alto, ma pur sempre roco.

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