{la copertina è stata realizzata dalla fantastica @Ida_A_Johnson}
Adrianne ha ventitré anni e vive a Galway dalla nascita, è una figlia e una sorella amorevole e dedita al lavoro. Non ha mai creduto né all'amore, né al principe azzurro, ma forse un...
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"Famiglia. Il luogo dove siamo trattati meglio e dove si brontola di più." John Garland Pollard
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Era passata una settimana. Una settimana intera che avevo avuto per organizzare una cena con i miei genitori e mio fratello, per raccontargli che sarei partita per New York insieme al figlio del mio capo – che, tra l'altro, da poco era diventato anche il mio ragazzo. Eppure, come al solito, avevo rimandato tutto fino all'ultimo momento.
Mi veniva in mente quanto mio padre, David, avesse sempre avuto ragione quando mi sgridava, dicendo che avevo la testa tra le nuvole. E in quel momento, non riuscivo a giustificare la mia solita sbadataggine. O almeno, non avevo scuse plausibili, a parte una sola che poteva sembrare minimamente accettabile: Harry e la nostra relazione.
Ogni volta che pensavo a me e lui, avevo i brividi. La mia mente mi riportava a tutti gli eventi dei giorni precedenti, e non riuscivo a fare a meno di sentirmi orgogliosa di me stessa per aver messo lui al centro del mio cuore, anche se subito dopo mi ritrovavo a volermi punire. Mi tornavano in mente le parole di Alexa, la sua voce che sembrava non fare altro che gettare benzina sul fuoco delle mie insicurezze. E io, stupida, avevo tentato di nascondermi nella mia bolla, lontana da Harry.
Ma poi, quando ci pensavo davvero, mi rendevo conto che, finalmente, dopo tante false partenze, questa volta sembrava che tutto fosse diverso. L'ultima partenza, forse, era quella giusta. E non potevo fare a meno di sentirmi felice di aver finalmente lasciato andare la parte più razionale di me, quella che sempre cercava di frenare i miei sentimenti. Ora stavo finalmente privilegiando ciò che sentivo nel cuore.
Tutto quello che stava succedendo con Harry sembrava così lontano da quello che conoscevo di me stessa. Io, che avevo sempre pensato che l'amore fosse una cosa per i sognatori, che non credevo nell'amore a prima vista, mi trovavo ora a fare i conti con qualcosa che, fin dal primo istante, era sembrato un colpo di fulmine. Non riuscivo ancora a credere a quello che stava succedendo, ma sapevo che c'era una piccolissima possibilità che l'amore, per davvero, potesse esistere. Perché quel fulmine aveva colpito proprio me.
Com'è che si dice? Non puoi giudicare se prima non lo provi. E avevo finalmente capito che quella frase era la pura verità.
Era troppo presto per parlarne con la mia famiglia, però. La figlia che non credeva nell'amore, che aveva sempre evitato ogni discorso sentimentale, non poteva certo mettersi a dire ai suoi genitori che aveva appena iniziato una relazione con qualcuno. E speravo tanto che Niall, mio fratello, non avesse intenzione di aprire bocca quella sera, altrimenti tutte le maschere che avevo cercato di mettere su davanti ai miei genitori sarebbero crollate rovinosamente.
«Allora? Ci vuoi dire perché hai organizzato questa cena?» la voce di mia madre mi strappò dai miei pensieri, e non potei fare a meno di avvertire una piccola stretta allo stomaco.