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Quando arrivò sotto casa di Eliane era decisamente stanco. Aveva passato la giornata tra obitorio, scartoffie e ricerca di clochard scomparsi, trovando pochissime informazioni che riteneva utili e questo lo aveva distrutto moralmente più che fisicamente. Sperava di riuscire a scoprire qualcosa in più. Invece continuava a muoversi nel buio più assoluto. Eliane uscì dal portone e lo trovò lì fermo appoggiato al basso muretto che limitava le scale. Sembrava diverso notò lei. Jean si girò immediatamente verso la donna «ciao dottoressa» disse accennando un sorriso.

«Ciao poliziotto» rispose. Era scesa agguerrita e pronta a non lasciarsi intimorire dalla sua arroganza, ma lo sguardo che vide nei suoi occhi la fece per il momento desistere «tutto bene?» chiese mentre si avviavano alla sua auto.

«Giornata pesante» ammise lui

«Se non ti senti facciamo un'altra volta» Eliane si girò per guardarlo in viso

«Scherzi? E' da tutto il pomeriggio che aspettavo questo momento. Non vedevo l'ora di vederti» era sincero e lei lo percepì immediatamente

Entrarono in auto

«Come mai avevi voglia di vedermi?» chiese mentre si allacciava la cintura

«Perché ieri ho passato una magnifica serata in tua compagnia, almeno fino a quando non ho esagerato nel dire certe cose» voleva in parte scusarsi, il problema era che non sapeva perché si sentisse così con lei accanto.

«Allora perché mi hai detto quelle cose in quel modo?»

Lui sorrise leggermente mentre si avviava lungo la strada «stiamo invertendo i ruoli mi sa» gli gettò un'occhiata furtiva «le domande dovrei farle io, sono io il poliziotto» aggiunse sfoderando un magnifico sorriso

Lei decise di stare al suo gioco «e io allora cosa dovrei fare?»

«Quello che fa una dottoressa... curare»

«Non so se ho una cura per la tua arroganza» sentenziò, non vedeva l'ora di riportare il coltello dalla parte del manico tra le sue mani

Lui percepì immediatamente il tono che lei aveva usato e che significava che si stava trincerando sulla difensiva per attaccarlo alla prima occasione. Non era quello che voleva, non come era successo ieri.

«Ti sto offendo il calumet della pace se ti va, senza litigi o arrabbiature. Almeno per stasera se vuoi, possiamo solo stare in compagnia l'uno dell'altro?»

«Senza parlare?» chiese lei dubbiosa

«No, no, non dico questo. Parliamo finché vuoi, parliamo di tutto ciò che vuoi, ma senza litigare»

Lei notò il suo sguardo, era diverso da quello che aveva la sera precedente, sembrava davvero sincero e supplichevole.

«Argomento?» chiese semi seria

Jean sembrò concentrarsi seriamente «l'importanza della pizza nei paesi del terzo mondo» sembrava davvero serio mentre lo diceva.

Lei lo guardò per qualche secondo «lo sai che sei davvero un idiota?» Sentenziò però iniziando a ridere

«Vedi?» disse lui «questa è la cura migliore per me»

Eliane restò a guardarlo in attesa che continuasse

«Vederti ridere dottoressa. Vederti ridere è ciò che mi fa stare bene»

E in quel momento lei si sentì disarmata. Tutte le difese che aveva cercato di fortificare per tutto il pomeriggio crollarono miseramente per colpa di una frase che lui aveva detto e di uno sguardo mentre l'aveva pronunciata.

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