Quando Eliane finì il giro di visite ritornò verso la sala d'attesa dove aveva lasciato Jean. Entrando lo trovò che leggeva un giornale. Lui lo richiuse e lo lasciò immediatamente appena la vide per concentrare tutta la sua attenzione su di lei
Lei sorridendo si avvicinò «sono tutta tua» rendendosi conto solo in quel momento che poteva essere decisamente allusiva come frase
Lui sorrise compiaciuto «vedremo stasera» rispose ammiccando e sollevando un sopracciglio sornione
Eliane sbuffò «la smetti?» ma sorrise «volevo dire che ho qualche minuto e possiamo fare la deposizione se vuoi»
«Avevo capito» rispose facendole segno di sedersi accanto a lei
«Dobbiamo farla qui?» chiese lei guardandosi intorno. La sala era praticamente vuota. Oltre loro due c'era solo un altro signore seduto dall'altra parte della stanza che aspettava.
«No, no, volevo prima chiederti un paio di cose»
Eliane si sedette «dimmi»
«Parlami di Carlo Corelli»
Lei spalancò gli occhi sorpresa «cosa c'entra Carlo?»
«Dottoressa continui sempre a mischiare i ruoli» sorrise «le domande le faccio io, sono io il poliziotto»
Lei lo guadò incupendosi leggermente «cosa vuoi sapere?»
«Che tipo di persona è?»
«Un bravo chirurgo forse uno dei migliori nel suo campo e non è per nulla uno che se la tira» rispose «affidabile e onesto almeno per quello che lo conosco» continuò lei
«Da quanto tempo lo conosci?»
«Un anno circa, da quando ho iniziato a lavorare in questo ospedale, ma conoscevo già la sua fama» si sistemò sulla sedia «ma perché mi fai queste domande? E' per caso coinvolto?»
Lui le accarezzò il viso «la verità è che sono molto geloso, trascorri parecchio tempo con lui quindi la cosa mi fa ingelosire come una bestia» con un velo di ironia
Lei lo guardò «idiota» rispose intuendo che lui non le avrebbe mai detto la verità.
«Oggi è in ospedale?»
«Si» rispose
«Possiamo fare in modo di incontrarlo casualmente?»
«Non lo so, potrei farlo ma solo se mi dici cosa sta succedendo?» voleva sapere
«Ho solo bisogno di chiedergli un paio di cose in modo informale»
«Non mi piace» Eliane non era convinta le sembrava di tradire la fiducia di Carlo
«Facciamo così se tu mi aiuti, io ti faccio avere gli esiti degli esami, e dell'elettroencefalogramma che hai chiesto, quelli fatti al clochard» sorrise. Sapeva come catturare la sua attenzione
«Li hai?»
«Si» allungando la mano verso di lei «facciamo il patto?»
Lei prese la sua mano «sei uno stronzo lo sai?»
«Si, uno stronzo adorabile che ti piace molto» sorrise
"Dio che rabbia quel ghigno sul suo volto" pensò lei, sapendo però che Jean aveva perfettamente ragione.
***
Uscendo dal cortile della gendarmeria a sinistra esattamente all'angolo di due strade c'era il "café au coin" un piccolo locale dove facevano i croissant più buoni della zona. Martinel e Lafitte seduti al tavolino ne stavano apprezzando il sapore accompagnandolo con un caffè decisamente tra i migliori rispetto alla media Parigina.
«Quando è uscito dalla palestra ha fatto due volte il giro dei giardini della Senna, come se cercasse qualcuno» disse Adrien
«Sei sicuro che non vi abbia visto?» chiese Martinel «magari voleva prendersi gioco di voi»
«Non posso esserne sicuro, ma la sorveglianza è stata fatta nei migliori dei modi, l'uomo dietro di lui non era mai lo stesso, si incrociavano e si scambiavano spesso standogli anche davanti alcune volte» lo guardò convinto «onestamente credo non si sia accorto di noi»
Martinel sorseggiò il suo caffè. Poi posò la tazzina sul tavolinetto in marmo con un rombo al centro composto da piccole tesserine di mosaico «quindi pensi stia per succedere qualcosa?»
«Credo di si. Gli altri giorni usciva dalla palestra e andava o al pub o a casa» sospirò «perché girare i giardini per ben due volte?»
Anche l'ispettore asserì «in effetti non ha senso tranne, se non doveva incontrare qualcuno»
«Ci ho pensato, mi sono detto magari ha un appuntamento. Ma se devi vederti con qualcuno resti lì ad attenderlo nel punto dove è previsto l'incontro, non te ne vai girando per il parco scrutando dietro i cespugli e nelle zone al buio»
Martinel asserì «hai ragione»
«Sembrava stesse cercando qualcuno o un posto particolare. Visto quello che è successo l'ultima volta non mi stupirei se stanotte decidesse di uscire»
«Aumentiamo la sorveglianza» ordinò Martinel «e se dovesse uscire avvisami immediatamente»
«Va bene» versò lo zucchero nel caffè e iniziò a mescolarlo «e con il prefetto cosa vuoi fare?»
«Per ora nulla, aspetto di raccogliere altre prove e soprattutto di scoprire chi altro è implicato prima di far esplodere la bomba»
***
«Piacere Carlo Corelli» allungando la mano verso di lui
«Piacere Jean Dubois» stringendo la mano dell'uomo. Aveva una stretta forte e decisa, molto sicuro di sé. «Eliane parla molto spesso di lei» sorrise Jean «la considera uno dei chirurghi migliori in circolazione»
«Eliane è troppo buona e comunque credo che lei sia un ottimo medico e abbia notevoli potenzialità»
«Su questo concordo con lei» ammise Jean «è davvero una donna in gamba»
«La smettete di parlare di me come se io non fossi presente?» si intromise Eliane
I due uomini sorrisero «stavamo però parlando molto bene di te» disse il medico, poi girandosi verso Jean «così lei è un poliziotto?»
«Esatto»
«E' un abbinamento che funziona: medico e poliziotto, almeno nei film e nei romanzi la coppia funziona sempre» sorrise
Era decisamente un tipo simpatico pensò Jean e soprattutto sembrava sicuro e per nulla impaurito. Non spostava lo sguardo, non aveva momenti di ansia, non sbatteva le palpebre in continuazione. Era un medico e quindi sicuramente abituato ad avere notevole sangue freddo, ma sinceramente sembrava tranquillo. Anche troppo. Forse doveva provocarlo un po'.
«Lei possiede un BMW?»
Corelli spalancò gli occhi «si perché?»
«Ieri c'è stato un principio di incendio alla clinica il risveglio e tra le macchine parcheggiate davanti alla clinica c'era anche la sua» voleva vedere la reazione
Corelli sembrò sinceramente sorpreso «impossibile. Ieri non mi sono mosso dall'ospedale»
«Non sei andato a bere con gli altri?» si intromise Eliane ricordando l'invito che gli aveva rivolto
«Si ci sono andato ma nemmeno mezzora dopo mi hanno chiamato sul cercapersone per un intervento urgente e sono ritornato in ospedale» guardò di nuovo il poliziotto «è sicuro che sia la mia macchina?»
Qualcosa non tornava pensò Jean, quell'uomo o era un grande attore o era davvero innocente «dal numero di targa direi che non ci sono dubbi» rispose
«Io le posso assicurare che sono rimasto in ospedale almeno fino alle ventuno» aggiunse Corelli.
© Dan Ruben

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IL CLOCHARD
Mystery / ThrillerParigi, una serie di morti misteriose si susseguono per le vie della città. Perché uccidere dei poveri emarginati? Delle persone che la società preferisce non vedere? Chi c'è dietro questi delitti?