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Quando Eliane aprì gli occhi, la prima cosa che notò fu il numero decisamente elevato di persone intorno al suo letto. Si sentiva stanca, ma appagata, come se si fosse svegliata da un lunghissimo sonno. Cercò con lo sguardo Jean e lo vide vicino a lei con gli occhi rossi come se avesse pianto e un'espressione di gioia sul volto. Era decisamente felice e lei non capiva cosa lo rendesse così allegro.

«Ben tornata tra noi» Jean era radioso

«Che succede?» biascicò incuriosita

«Dopo ti racconto, ora lascio che il dottor Prust ti dia un'occhiata per accertarsi delle tue condizioni»

«Sto bene» rispose lei sempre più perplessa

«Lo so, ma è meglio che lui ti dia un'occhiata» Jean che era chinato su di lei, si sollevò facendo uscire tutti dalla stanza rimanendo da solo con il medico.

Prust le controllò le pulsazioni, la pressione del sangue e il movimento degli occhi per vedere la reattività. Tutto sembrava nella norma «molto bene Eliane» disse, poi girandosi verso di Jean «è ok» sorrise con sollievo e soddisfazione

«Si può sapere cosa succede?» lei era sempre più curiosa avendo notato la strana intesa che c'era tra i due uomini

«Ti racconto tutto, ma prima mi dici chi è entrato nella tua stanza dal momento che io sono andato via?»

Eliane era perplessa ma rispose immediatamente «lui» indicando Prust «poi degli infermieri, Carlo e Camille»

«Altri?»

«Non mi sembra» poi cercando di ricordare «almeno finché ero sveglia ma spesso mi addormentavo e francamente non saprei» ritornò a puntare i suoi occhi in quelli di Jean «ora mi vuoi dire cosa succede?»

«Qualcuno ti ha somministrato un farmaco sbagliato rischiando di farti entrare in coma» Jean aveva una forte rabbia mentre diceva quelle cose.

«Chi?»

«Non lo sappiamo, ma lo scoprirò presto non preoccuparti» la sua voce era sempre più dura

Il medico si avvicinò al suo letto «se Jean non si fosse accorto che qualcosa non stava andando per il verso giusto, tempo un paio di ore e ti avremmo persa Eliane»

«Ma come è possibile? Tu mi hai visitata» era terrorizzata, la consapevolezza che aveva rischiato di rimanere nel buio per il resto della sua vita, la stordiva e spaventava

«Non me lo so spiegare davvero, quando ti ho vista stamattina stavi recuperando in modo sbalorditivo e stavi benissimo»

«Qualcuno ha sostituito il liquido medicinale nella flebo» si intromise Jean

Eliane spalancò gli occhi e il viso iniziò ad impallidirsi come ad aver appreso in quel momento una verità atroce.

Jean notò subito quel cambiamento «cosa stai pensando?» chiese

«La flebo hai detto?»

«Si, perché?»

«Carlo mi ha cambiato la sacca in mattinata, poi mi sono addormentata e aprendo gli occhi ho visto Camille e anche lei stava facendo qualcosa alla sacca della flebo»

Prust si intromise «Carlo Corelli?» chiese

«Si»

«Prima o dopo che ti visitasse Prust?» chiese Jean, il suo istinto di investigatore stava già elaborando tesi

«Non lo so credo dopo, ma non ne sono sicura» era confusa

Jean si girò verso il medico, che come ad intuire la domanda che voleva fargli il poliziotto, parlò immediatamente «non so, quando l'ho visitata io, credo che la flebo fosse giusta, ma potrei anche non essermene accorto. D'altronde se non fosse stato per te avrei continuato a iniettarle quel maledetto liquido» era contrariato da quello che era successo e dal fatto che non si fosse accorto di nulla «quello che mi lascia perplesso è perché Corelli ti abbia cambiato la sacca senza comunicarlo a me o a un altro medico del piano, questo non è il suo reparto, e lui non avrebbe dovuto nemmeno visitarti senza una mia autorizzazione»

Jean si girò verso Eliane «perché avrebbe dovuto eliminarti?»

«Non lo so» era frastornata

«Non è possibile Eliane, pensaci bene»

«Davvero Jean non capisco perché»

«C'è qualcosa che lo lega a quel clochard e alla clinica» disse lui «è implicato in questa storia come lo sono il direttore ospedaliero Ullan, il prefetto e Baron» Jean aveva fatto i nomi anche in presenza di Prust perché sapeva che gli ordini di cattura per quegli uomini erano già partiti

Eliane sembrò sorpresa «anche Ullan è coinvolto?»

«Si, mandavano in coma quegli uomini e li tenevano in quella clinica a disposizione per utilizzare i loro organi immettendoli sul mercato e guadagnare più soldi possibile» era disgustato solo a raccontare quelle cose «Ullan ha mandato il clochard senza nome in quella clinica»

Eliane ripensò alla clinica e a quei corpi con quelle cicatrici enormi e un brivido le attraverso la schiena «è una cosa atroce»

«Lo so, ma è finita li abbiamo presi tutti. Tutti tranne Corelli a quanto pare» era contrariato soprattutto dal fatto che il suo istinto aveva fallito con quell'uomo, il suo presunto intuito era andato a farsi fottere e questo lo mandava in bestia

Eliane sembrò destarsi «Aspetta. Non è stato Ullan a mandare il clochard in quella clinica. È stato Carlo, mi disse che aveva approfittato di alcune sue conoscenze per farlo mettere in quella struttura»

Jean ebbe come una scossa, ecco cosa lo legava al clochard. Ricordò improvvisamente che tra i documenti che gli aveva fatto avere Camille non c'era l'ordine di trasferimento del clochard. "Come mai quel documento non c'era?" Non ci aveva pensato fino a quel momento. «Dov'è Corelli ora?» chiese rivolto al medico che aveva ascoltato tutto con crescente disgusto e perplessità

«Non so, credo abbia finito il turno» rispose Prust

Jean si bloccò come colto da una folgorazione improvvisa, si girò verso Eliane mentre la sua mente continuava a lavorare

"I turni" pensò come ad aver finalmente capito qualcosa che gli era sfuggita fino ad ora "i turni maledizione, perché non ci ho pensato prima?"

© Dan Ruben

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