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Quando entrò nella stanza e la vide, il cuore gli si fermò. Era intubata attaccata ad alcune macchine e aveva una flebo nel braccio dove passava il sangue proveniente da una sacca appesa ad un'asta vicino al suo letto. Aveva gli occhi chiusi ma sembrava soffrire. Quell'espressione che Eliane aveva sul viso, gli fece perdere qualche battito. Si avvicinò al suo letto sfiorandole la mano. Avrebbe voluto sostituirsi a lei, caricarsi di tutte le sue sofferenze, affrontarle al suo posto. Invece era lì fermo di fronte al suo letto impotente e saturo di sensi di colpa. Vederla in quello stato gli ricordava il clochard senza nome alla clinica "il risveglio" e questa sensazione orribile gli faceva ancora più male. Corelli con un leggero colpo di tosse richiamò la sua attenzione. Il tempo era finito. Jean si chinò a darle un bacio sulla fronte prima di girarsi per uscire dalla stanza.

«Tra qualche giorno starà molto meglio vedrai» disse Corelli chiudendo la porta, nel tentativo di rincuorarlo

«Lo spero davvero» aveva voglia di lei, di averla vicino di sentire il suo profumo

«Eliane è una donna forte» aggiunse il medico

Jean sorrise ripensando a come l'aveva definita lui la prima volta che l'aveva vista: spigolosa come una piantina di cactus «si» confermò «decisamente forte»

Corelli lo guardò notando la sua camicia ancora sporca del sangue di lei «conviene che vai a darti una rinfrescata e a riposare un po'»

Jean lo fissò titubante

«È in buone mani» affermò il medico «e tu in questo momento saresti inutile al suo fianco»

Aveva ragione. Asserì convincendosi anche se leggermente controvoglia «va bene, tornerò qua tra un paio d'ore»

«Tra un paio d'ore la troverai ancora così» sorrise «torna in serata quando l'effetto dell'anestesia comincerà a svanire, così appena aprirà gli occhi ti troverà lì»

Jean lo guardò «torno tra un paio d'ore» confermò deciso

«Poliziotto testardo»

«Decisamente»

«Va bene fai come vuoi» alzò le mani come ad arrendersi

Jean sorrise, in effetti non era poi così male quel medico. «Hai un minuto?» chiese ripensando a quello che Eliane gli aveva detto a proposito del clochard

«Certamente» Corelli si fermò. Erano in corridoio

Jean prese dal cellulare la mail che aveva girato ad Eliane «volevo farti vedere questi esami. Cosa ne pensi?» girando lo schermo verso il dottore

Corelli lesse con attenzione i risultati del prelievo e poi dell'encefalogramma «questa persona è in coma indotto» affermò deciso prendendo il cellulare dalle mani del poliziotto. Esattamente come aveva detto Eliane al cellulare poche ore prima, pensò Jean.

«Cosa intendi per indotto?»

«Che è in coma forzato, che gli sono stati iniettati una serie di medicinali per tenerlo in stato comatoso»

Jean sospirò «questi esami sono stati fatti al clochard senza nome dal medico del dipartimento della gendarmeria»

Corelli sgranò gli occhi «quando li avete fatti?»

«Il giorno dell'incendio alla clinica su richiesta di Eliane»

«Non può essere» disse Corelli sempre più stranito

«Cosa?»

«Prima di essere trasferito in quella clinica quel clochard è stato sottoposto agli stessi esami e l'esito era completamente diverso»

Jean lo guardò mentre in lui si stava formando una certa idea «hai fatto tu quegli esami?»

«No, però gli ho letti» poi riconsegnando il cellulare al poliziotto «vieni con me» avviandosi in un ufficio.

Una volta entrati Corelli accese il computer posto sulla scrivania e dopo aver cercato tra alcune cartelle ne aprì una «guarda» indicando il monitor e girandolo leggermente verso il poliziotto.

Jean lesse la serie di esami che si vedevano sullo schermo

«Vedi sono completamente diversi. Da questi esami sembra che il clochard sia in stato vegetativo, mentre da quelli che hai tu il coma è solo indotto»

«Chi ha fatto questi esami?» chiese Jean

«Gli esami li fa il nostro laboratorio che è assolutamente all'avanguardia e competente» rispose Corelli sistemandosi sulla sedia

Jean prese il mouse dalle mani del medico e lo spostò fino a leggere il nome del medico che aveva firmato quei documenti: Claud Baron

«Chi è questo Baron?» indicando quel nome

«È il primario del reparto di rianimazione»

«È lui che ha prescritto questi esami?»

«Penso di si»

«Quindi appena pronti gli esiti degli esami vengono dati a lui?»

Corelli sempre più stranito rispose «la prassi è questa»

Jean stava cominciando a capire. Si spostò per la stanza riflettendo per qualche secondo poi si fermò di fronte al medico «questo Baron era con te a bere la sera dell'incendio alla clinica?»

«Si, lo conosco da molto tempo»

Jean sorrise. Con molta probabilità aveva individuato il complice del procuratore.

© Dan Ruben

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