Sentiva un forte ronzio nella testa.
Con molta fatica aprì gli occhi. Era stanca. Ci mise qualche secondo a mettere a fuoco la stanza dove si trovava, e soprattutto la sagoma seduta accanto al suo letto. Quando fu sicura che fosse realmente lui, accennò un sorriso sentendo una fitta nel petto. Non era da sola nel buio, lui era lì. Jean si accorse che lei aveva aperto gli occhi e si avvicinò al suo letto sussurrando «come ti senti?»
Lei era ancora intontita e non riusciva a parlare nitidamente, biascicò qualcosa che però lui non capì ma la tranquillizzò con un sorriso «non stancarti ora cerca di recuperare le forze» aggiunse vedendo che Eliane faceva sempre più fatica a tenere gli occhi aperti. Le diede un bacio leggero sulla fronte mentre lei si addormentò crollando sotto l'effetto, postumo, dell'anestesia. Jean si sentì felice, aveva riaperto gli occhi, stava lentamente tornando da lui. Con questa sensazione di euforia si alzò avvicinandosi alla finestra. Le tende tirate non facevano passare molta luce, ma lui sapeva che Eliane era terrorizzata dal buio. Quindi le aprì leggermente permettendo ad un pallidissimo sole invernale di fare capolino in quella stanza illuminandola di più. Si rigirò verso di lei sembrava rilassata finalmente. Ritornò verso il letto ripensando nuovamente a quella strana teoria che da qualche minuto gli girava nella testa sul perché il clochard senza nome fosse stato portato in ospedale e non in clinica. Aveva bisogno di trovare qualche riscontro prima di informare Martinel su quella sua ipotesi. Prese il cellulare dalla tasca e cercò il numero di Camille. Le aveva mandato un messaggio, come lei aveva richiesto, subito dopo aver parlato con Corelli per tranquillizzarla sulle condizioni di Eliane. Compose il numero
«Pronto Camille»
«Ciao Jean ci sono novità?» la voce era leggermente tesa
«Si sta molto meglio, poco fa ha aperto gli occhi» sorrideva da solo mentre diceva quelle cose
«Sono felice»
Lui tornò serio «ascolta ho bisogno di un favore»
«Dimmi»
«Quando riprendi servizio?»
«Stasera, ho il turno serale»
«Ho bisogno di conoscere la lista dei ricoverati in ospedale in attesa di trapianto in questa ultima settimana e anche i turni di lavoro di Corelli con le timbrature in entrata e in uscita»
«Non so se posso» era reticente
«Non lo saprà nessuno»
Dopo qualche attimo lei sospirò «va bene»
«Appena avrai fatto me la porti nella camera di Eliane per favore insieme alla cartella clinica del clochard senza nome»
«Jean mi stai chiedendo troppo» era ansiosa
«È importante Camille, davvero importante. Altrimenti non te lo chiederei e ti ripeto non lo saprà mai nessuno»
Lei fece un profondo respiro «ok»
«Grazie, ti devo un favore» interruppe la chiamata e si sedette nuovamente sulla sedia accanto al letto di Eliane.
***
«Claud Baron primario di fama internazionale cinquantasei anni sposato con Annet Girod nipote del ministro della salute, tre figlie, di sedici, diciotto e ventiquattro anni. Da cinque anni primario nell'ospedale superiore di Parigi» Lafitte leggeva con attenzione il foglio che aveva in mano. Erano da soli nell'ufficio dell'ispettore.
Martinel aveva i gomiti posati sulla scrivania e le mani sotto il mento mentre ascoltava con interesse «qualche anomalia nella sua vita?» chiese
«Stiamo cercando, ma al momento nulla di strano a parte una presunta relazione con un'attrice semisconosciuta, finita sembrerebbe due anni fa»
«Non mi sembra granché» disse deluso Mathys
Lafitte sorrise «aspetta il meglio l'ho tenuto per la fine»
Martinel lo guardò con curiosità aspettando che continuasse
«Il nostro professore sembrerebbe appassionato di tennis, avendolo anche praticato a discreti livelli da giovane»
Martinel aveva un'espressione di autentico stupore sul volto non capendo dove il suo vice volesse andare «quindi?» chiese
Lafitte che fino a quel momento era rimasto in piedi con il foglio in mano, si sedette di fronte alla scrivania dell'ispettore «quindi va spesso a giocare in un circolo esclusivo. Ci va praticamente tutti i mercoledì pomeriggio e alcune volte anche il sabato»
«Mi fa piacere per lui» Martinel continuava a non capire ma conosceva abbastanza il suo vice per sapere che quell'informazione doveva essere importante
«Il circolo è il "Court Philippe Chatrier" vicino al Roland Garros. E indovina chi pratica quel centro?»
Martinel non aveva bisogno di altre parole per capire «il prefetto?»
«Esattamente, il nostro caro prefetto il sabato pomeriggio è quasi sempre su quel campo» sorrise soddisfatto.
Avevano trovato il tassello di congiunzione tra il professore e il prefetto. Ora erano quasi certi che il medico con cui aveva parlato il prefetto nella registrazione era Claud Baron primario dell'ospedale superiore di Parigi. I conti sembravano tornare.
***
Eliane riaprì gli occhi per un brevissimo istante cercandolo immediatamente. Jean era seduto sulla sedia accanto a lei con la testa penzolante e gli occhi chiusi. Lei fece una smorfia di sorriso vedendolo. Quell'arrogante poliziotto si stava conquistando sempre più spazio nel suo cuore.
© Dan Ruben

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IL CLOCHARD
Mystery / ThrillerParigi, una serie di morti misteriose si susseguono per le vie della città. Perché uccidere dei poveri emarginati? Delle persone che la società preferisce non vedere? Chi c'è dietro questi delitti?