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Quando entrò nella stanza di Eliane, era stanco e con qualche leggero dolore alla schiena. Non aveva dormito molto per via di quella sedia che era decisamente scomoda. Fortunatamente però l'interrogatorio di Baron non era stato né lungo né difficile, aveva individuato subito il suo punto debole che era la famiglia e soprattutto i sensi di colpa che sentiva verso di loro. Il dottore non aveva opposto molta resistenza e messo alle strette aveva deciso di collaborare. Ora con la sua deposizione potevano di fatto incriminare tutti i responsabili di quella infame vicenda. Martinel aveva ragione, trovare il modo di incriminare legalmente quelle carogne era più appagante di un colpo di pistola sparato alle loro tempie. Si sentiva soddisfatto. E con quello stato d'animo si avvicinò al letto della donna che aveva scoperto di amare.

Eliane aveva gli occhi chiusi e sembrava rilassata. Jean aveva passato ore accanto a lei e ormai sapeva riconoscere ogni smorfia del suo viso o cambiamento nella sua respirazione. Quindi la cosa che subito lo colpì fu, la strana tranquillità che traspariva su quel volto in quel momento. Eliane aveva terrore del buio e nemmeno sapendo di avere lui accanto il suo respiro era così regolare e rilassato. Jean iniziò a percepire una strana sensazione. Aveva da sempre avuto quella particolare capacità di cogliere i piccoli particolari, i dettagli: uno sguardo, un movimento, un cambio di respiro, lui lo individuava e lo catalogava mentalmente in modo meccanico. E con un forte senso di angoscia che gli cresceva dentro si rese conto che Eliane era strana, qualcosa in lei stonava. Le sollevò le palpebre e le controllò il polso in modo istintivo e fu in quel momento che vide che la sacca della flebo. Era diversa da quella che aveva tenuto per tutto il giorno prima e la notte appena trascorsa. Il liquido dentro aveva un colore più cristallino. Immediatamente, senza nemmeno sapere se stava facendo la cosa giusta, chiuse il piccolo rubinetto della flebo arrestando il liquido che gli entrava nel braccio e corse a chiamare gli infermieri e i medici del piano.

Il medico che entrò per primo nella stanza era un certo Alan Prust, un giovane dottore che lavorava in quell'ospedale da circa due anni. Conosceva Eliane solo di vista, ci aveva scambiato qualche parola ogni tanto, ma sapeva che era un bravissimo chirurgo, era una degli specializzandi più preparati e con maggiori capacità che c'erano in quel momento. Guardò la donna che effettivamente sembrava troppo rilassata, i battiti erano decisamente bassi e lei non dava segni di risveglio nemmeno aprendole le palpebre e puntando una luce diretta nelle pupille. Guardò la sacca della flebo leggendo il nome del medicinale stampato sopra e controllò la cartella clinica della paziente

«Non so cosa sia successo, ma la flebo è giusta» disse mentre si apprestava a riaprire il piccolo rubinetto

«Guardi il colore del liquido dottore» disse Jean fermando la mano dell'uomo «per favore prima di aprire controlli il liquido»

Il medico guardò prima lui, poi la flebo e infine di nuovo la donna. In effetti Eliane si stava riprendendo decisamente in modo rapido fino a qualche ora prima e questo stato di apatia improvvisa non era normale. Sospirò indeciso.

Jean vide il dubbio che si stava insinuando nell'uomo «per favore prenda un'altra sacca dello stesso medicinale, non le costa nulla»

Alan si girò verso l'infermiere che era entrato dietro di lui nella stanza «portami un'altra flebo» gli disse. Non sapeva esattamente perché lo stesse facendo, ma stavano accadendo troppi casi strani in quell'ospedale nell'ultimo periodo e se per caso quel poliziotto avesse avuto ragione non se lo sarebbe mai perdonato.

«Grazie» disse Jean

Il caos che successe in quella stanza appena l'infermiere tornò con la sacca della flebo, se non fosse stato per la drammaticità della situazione sarebbe stato quasi comico. Un susseguirsi di scarico di responsabilità. Nessuno aveva sostituito la sacca, e nessuno sapeva come fosse stato possibile che in una sacca con stampato il nome di un medicinale, ci fosse dentro invece un altro medicinale. Il medico si apprestò a chiamare immediatamente i dirigenti ospedalieri per comunicare l'accaduto e far partire i controlli a tutte le flebo che stavano usando in quel momento. Ci sarebbe stata un'indagine interna per appurare le responsabilità. Individuato il medicinale che era la causa dello stato di apatia di Eliane, le cambiò immediatamente la cura e le somministrò per via endovenosa un reagente per cercare di farla riprendere il prima possibile.

«Non credo sia stato un errore» sussurrò il medico passando accanto a Jean. Anche lui non pensava affatto si trattasse di uno sbaglio «chi ha visitato Eliane?» chiese al medico

«Stamattina io e poi gli infermieri, ma la flebo, almeno finché c'ero io, era giusta»

Jean lo guardò «mi fido solo di lei dottore in questo momento»

«Non capisco come possa essere accaduto un fatto del genere»

«Si riprenderà?» chiese guardando Eliane stesa nel letto

«Si, grazie a te» gli posò una mano sulla spalla «se non fosse stato per il tuo intuito probabilmente sarebbe entrata in coma»

Jean lo guardò «voglio i nomi di tutti quelli che sono entrati in questa stanza questa mattina, e di tutti quelli che erano di turno in questo reparto» la rabbia stava per impadronirsi di lui. La consapevolezza che aveva per l'ennesima volta rischiato di perderla lo rendeva furioso. Perché qualcuno voleva zittire Eliane? Che cosa sapeva che faceva così paura? Stava impazzendo "Perché volevano sbarazzarsi di lei e perché?" Era questa la domanda che continuava a girargli nella mente.

***

Martinel appena ricevuta la chiamata da Jean mandò immediatamente una coppia di agenti all'ospedale e si apprestò ad andare a chiedere un mandato per sorvegliare la dottoressa. Le ultime informazioni che aveva ricevuto dal suo vice dopo l'interrogatorio di Baron gli avevano dato la falsa illusione che il caso fosse chiuso, ma la telefonata di Jean e quello che era successo significavano che c'era ancora qualcosa che gli sfuggiva. Se Jean aveva ragione, e non dubitava affatto che l'avesse, la dottoressa Fontaine sapeva qualcosa di quella vicenda, e qualcuno voleva metterla a tacere. Se fosse stato necessario avrebbe chiesto l'autorizzazione per mettere sotto protezione la dottoressa finché non avessero definitivamente chiuso quel caso. Ora però doveva andare in ospedale da Jean. Era di vitale importanza capire cosa stava succedendo e cosa gli era sfuggito.

«Dove stai andando?» la voce di Sofie gli arrivò alle spalle mentre seduto alla scrivania del suo studio aveva appena attaccato il telefono con Jean

Mathys si voltò verso la donna che amava e con la quale aveva diviso tutti i momenti più importanti della sua vita «devo tornare al lavoro, mi dispiace» aveva lo sguardo triste in quel momento, avrebbe voluto passare la domenica con lei

Sofie sorrise leggermente «non preoccuparti ormai sono abituata a queste cose»

Lui si alzò e andando da lei l'abbracciò «mi farò perdonare appena torno» sussurrò al suo orecchio prima di baciarla.

***

Alan Prust tornò nella stanza di Eliane porgendo un foglio a Jean «questi sono i nomi che hai chiesto, ma ti anticipo che chiunque può essere entrato nella stanza»

Jean prese il foglio dalle mani dell'uomo «grazie»

Il medico lo guardò con preoccupazione «mi dispiace davvero per quello che è successo, ma onestamente io metterei la mano sul fuoco per ognuno di quei nomi» indicando il foglio

Jean non rispose, capiva quel dottore e le ragioni che lo spingevano a dire quelle cose. Quel medico con ognuno di quei nomi ci lavorava, ci parlava, e probabilmente molti li conosceva da tempo. Ma lui aveva imparato nel suo mestiere a diffidare di chiunque, "spesso il male ti è più vicino di quanto tu creda", ricordando con rabbia ciò che era successo ad Eliane da bambina, ma, in quel momento, non se la sentì di controbattere la difesa del medico ai suoi colleghi «lo terrò a mente» rispose ritornando a guardare Eliane stesa nel letto con un'ansia crescente dentro di lui. Aveva un solo desiderio: sperava con tutto se stesso che lei si svegliasse il prima possibile.

© Dan Ruben

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