Appena arrivò in ufficio immediatamente prese i fascicoli inerenti al clochard e all'incidente. Nel rapporto della denuncia spiccavano anche i nomi degli operatori che erano in servizio sull'ambulanza che prestò soccorso all'uomo. Era quello che cercava. Sotto gli occhi di un'attenta e decisamente incuriosita Eliane, Jean cercò nel server dell'anagrafe i volti corrispondenti ai tre paramedici. Lei lo vedeva estrarre dei fogli da una cartelletta, digitare sulla tastiera, alzarsi andare alla stampante, ritornare a cercare altre informazioni. Jean era preso, concentrato e attento in un modo che lei non conosceva. Sulla sua scrivania c'erano sparsi fogli e fotografie varie. Non si aspettava un comportamento così responsabile da lui. Almeno non da quel farfallone arrogante che aveva conosciuto all'inizio. Ora però sembrava diverso. Almeno lei lo vedeva diverso. Jean prese un foglio uscito dalla stampante e avvicinandosi lo mostrò a lei
«Lo riconosci?»
Eliane guardò la foto: Era Il viso grosso di un uomo completamente rasato «si, è un paramedico» disse lei «lavora sulle ambulanze e l'ho visto spesso al pronto soccorso quando ero di turno» ritornò a guardare Jean «perché?»
«Sai se ha un tatuaggio dietro la nuca?»
«Si, mi sembra un codice a barre o una cosa del genere»
"Bingo" Jean sorrise, forse aveva trovato l'uomo grosso che aveva rapito "lo zoppo". Doveva far vedere quella foto al negoziante che aveva assistito al rapimento. Sarebbe stata la prima cosa che avrebbe fatto l'indomani.
«Credo che sia coinvolto nei rapimenti dei clochard» rispose tornando sui suoi passi.
Eliane si alzò avvicinandosi a guardare le foto di uomini che lui aveva sparse sulla scrivania «sono tutti morti?» chiese indicandoli
«Purtroppo, credo di si» rispose tristemente
«Come credi?» lei prese una foto dal tavolo. Era l'immagine di un militare che stranamente le ricordava suo padre
«Non abbiamo rinvenuto i corpi» rispose lui tristemente «la gran parte di loro sono spariti senza lasciare traccia»
Lei sembrava persa a guardare quella foto. «Perché fare tutto questo?» si sentiva dentro un senso di angoscia
Jean sorrise di rabbia «se lo sapessi avrei già risolto il caso» si era reso conto che lei era molto colpita da quelle foto. Quei volti di uomini inermi e indifesi che erano stati ammazzati brutalmente le stavano procurando rabbia e disagio. Allungò la mano prendendo quella di lei «andiamo a casa ora, ho già approfittato troppo di te stasera»
Lei sembrò destarsi accennando un sorriso leggermente forzato.
Lui continuò «e non era in questo modo che volevo passare la serata» cercò di portarla fuori da quella malinconica situazione.
Lei sorrise «in effetti speravo ti approfittassi di me in modo diverso» stringendo la sua mano e provando a essere spiritosa
Anche lui sorrise «potrei farlo solo se me lo ordinasse il mio medico»
Eliane lo guardò, era così dolce nel tentativo di farla sorridere «Ahh poliziotto se vuoi te lo scrivo su una ricetta» rispose appoggiandosi alla sua spalla.
Uscirono dalla stanza cercando di lasciarsi alle spalle quei volti silenziosi, anche se entrambi sapevano che quella storia li avrebbe segnati per molto tempo.
***
Enrich Fournier uscì dal portone del palazzo dove abitava. Era una zona periferica della città in un quartiere non facile. Si tirò su il bavero del giaccone e attraversò la strada entrando in una zona d'ombra. Sul marciapiede opposto un uomo parlò sommessamente inclinando leggermente la testa «è uscito ora, sta venendo verso di voi»
La risposta gli arrivò direttamente dall'auricolare che aveva nell'orecchio destro «lo vediamo. E' nostro ora»
Mentre due tecnici del gas usciti da un furgone parcheggiato si apprestarono ad entrare nel palazzo, l'uomo si avviò dietro Enrich rimanendo però lontano dalla sua vista. Avrebbe seguito il sospettato mentre un altro agente lo precedeva dandosi il cambio con altri lungo la strada in modo da non destare sospetti. Qualunque cosa avesse fatto o ovunque fosse andato, loro sarebbero stati con lui.
***
Eliane guardò fuori dal finestrino. Erano in macchina e stavano andando verso casa sua. Si sentiva ancora confusa e triste per quelle foto che aveva visto sulla scrivania di Jean. Tutti quegli uomini, tutte quelle scomparse. Chi era così folle da fare quelle cose? Si rigirò a guardare Jean al suo fianco. Guidava e sembrava pensieroso, probabilmente quel caso lo stava consumando. Sembrava decisamente provato.
«Come ti senti?» chiese guardandolo
Lui cercò di sorridere destandosi dai pensieri che gli accavallavano la mente «bene»
«Sembri stanco»
«Lo sono»
Eliane si avvicinò a lui «ho un sistema infallibile» sorrise
«Mi sono sempre piaciute le tue cure dottoressa» sorrise anche lui «a proposito nel cassettino ci sono i documenti della tua macchina e le chiavi. L'ho ritirata mentre eri al lavoro e l'ho parcheggiata sotto casa tua»
Eliane si allungò dandogli un bacio sulla guancia «grazie»
«Di cosa?»
«Ti prendi cura di me» rispose lei aprendo il cassettino del cruscotto per prendere chiavi e libretto.
Lui si fermò ad un semaforo rosso, erano quasi arrivati a casa.
Eliane aprì la borsetta per metterci dentro i documenti e le chiavi e fu in quel momento che lo vide. Il led del cellulare che aveva nella borsa lampeggiava per la notifica di un messaggio. Non lo aveva nemmeno sentito. Prese il cellulare e lesse il messaggio della sua amica Mary
"Ciao Eliane, scusa se ti scrivo a quest'ora ma sinceramente non so come comportarmi, non sapevo se dirtelo o meno. Ho pensato però che io al tuo posto avrei voluto saperlo. Ti ho vista uscire con l'uomo che ti aspettava fuori l'ospedale. Io ho già visto quell'uomo. L'altra sera era in un locale con Camille l'infermiera della reception e sembravano molto in confidenza. Magari lo sapevi già e se è così cancella pure il messaggio ma se non lo sapevi, beh, ecco, volevo solo avvisarti".
Conosceva Camille, erano uscite insieme qualche volta, la considerava una delle poche persone amiche all'interno dell'ospedale.
"Perché?"Improvvisamente si sentì come dentro a un vortice. Tutto intorno a lei sembrava girare e nel petto un dolore fortissimo la trafisse. "L'altra sera era con Camille?"
© Dan Ruben

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IL CLOCHARD
Mystery / ThrillerParigi, una serie di morti misteriose si susseguono per le vie della città. Perché uccidere dei poveri emarginati? Delle persone che la società preferisce non vedere? Chi c'è dietro questi delitti?