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Come aveva preventivato il negoziante riconobbe l'uomo della foto. Mandò una pattuglia a casa sua per arrestarlo e condurlo in questura dove lo avrebbe sottoposto ad interrogatorio sperando di riuscire a farlo parlare. A differenza di Enrich quell'uomo non sembrava legato a movimenti di estrema destra anzi non risultava nessuna appartenenza politica. Controllando i suoi movimenti bancari però Jean aveva notato un particolare interessante che portò all'attenzione di Martinel

«Ispettore vorrei farle vedere una cosa» disse entrando nello studio dell'uomo

«Dimmi Jean»

«Questi sono i tabulati dei movimenti bancari di Adam Bacol l'uomo riconosciuto dal negoziante» mise sulla scrivania alcuni fogli che l'ispettore guardò con attenzione

«Guardi qua» disse Jean indicando una cifra «cinquecento euro»

Mathys alzò un sopracciglio «qualcuno gli ha versato quella cifra sul conto»

«Esatto, ma la cosa strana è la data»

L'ispettore guardò la data accanto al versamento

«Due giorni prima dell'incidente del clochard» continuò Jean «e non è tutto» spostò il dito su un altro versamento ricevuto «altri cinquecento euro più o meno due giorni prima la scomparsa del colonello Martin»

Martinel lo guardò pensieroso, due episodi non erano una coincidenza. Poi spostò lo sguardo di nuovo su quel tabulato «ci sono altri quattro versamenti in altre date diverse» disse

«Ho visto e se abbiamo ragione significa che Bacol ha preso almeno sei uomini»

«Presi per portarli dove?»

«Questo non lo sappiamo ancora ispettore»

Martinel si alzò dalla sedia «lo hanno già arrestato?» chiese

«Si, la volante lo ha prelevato a casa e sta venendo qua per essere interrogato»

«Ottimo» disse l'ispettore «vediamo di farlo parlare» aggiunse

***

Aveva finito il giro di visite. Si avviò verso la macchinetta del caffè, il fatto di aver dormito pochissimo e di non aver fatto colazione la faceva sentire più stanca del solito. Un caffè forse le avrebbe dato un briciolo di energia in più. Anche se quello che erogava il distributore era più acqua sporca che caffè. Prese il cellulare dalla tasca. Nessuna risposta. Sentì l'angoscia assalirla. "Perché non mi rispondi? Maledizione Jean ti sto chiedendo scusa" Una presenza silenziosa alle sue spalle la fece trasalire

«Scusa Eliane non volevo spaventarti»

Lei si girò «ciao Carlo»

«Tutto bene?» chiese Corelli

«Si, si»

«Sembri a pezzi» continuò lui

«Ho solo passato una pessima nottata» rispose

«Puoi andare nella saletta di la e riposarti un pò, finisco io il giro»

Eliane sorrise «grazie Carlo, sei gentile ma sto bene»

«Come vuoi» rispose sorridendo «quando finisci il turno se ti va andiamo a bere qualcosa al solito posto. Puoi unirti a noi se non hai da fare»

Eliane sorrise in modo cortese «magari un'altra volta. Quando finisco voglio andare a trovare quel clochard alla clinica»

Corelli la guardò preoccupato con un senso di curiosità «non ti farai coinvolgere troppo da questa storia vero?»

Lei alzò le spalle «voglio solo vedere come sta» rispose

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