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7.05 *PAPARAPARAPARAPARAPARAAA*
Ritarda.

7.10
* PAPARAPARAPARAPARAPARAAA*
Ritarda.

7.15
* PAPARAPARAPARAPARAPARAAA*
Spegni.

"ERICA ALZATI SONO LE 7.30"
"fanculo".

Apro gli occhi sperando che sia tutto un incubo, ma è la triste e dura realtà.

Mi trascino giù per le scale e poi in cucina, madre ha già fatto il caffè grazie a dio, così mi siedo al mio solito posto e appoggio la fronte sul tavolo chiudendo gli occhi.

Rivedo per un attimo Zac Efron, che stavo beatamente sognando, ma poi mia madre appoggia non delicatamente la mia tazza rossa di latte e caffè davanti a me e mi alzo di scatto.

Metto la mia zolletta di zucchero e faccio lentamente colazione.

"Stasera non ci sono a cena, chiama tuo fratello se non vuoi rimanere da sola o una tua amica, vedi te"
Dice satana bevendo un sorso di caffè nero.

Come se rimanere da sola fosse una novità per me.

Annuisco e una volta finito metto la tazza nella lavastoviglie.

Sto tornando di sopra in camera mia per lavarmi e vestirmi quando madre parla ancora.

"Ti lascio l'asciugatrice da svuotare e un altro catino di roba da metterci dentro, mi raccomando"

Mi giro e alzo il pollice in su sapendo già che la chiamero più tardi per chiederle che cosa cavolo dovrò fare.

Mi lavo la faccia e i denti mentre osservo nello specchio il nido di piccioni con cui mi sono svegliata stamattina.

Fantastico.

Mi faccio un cipollino con tutti i capelli che mi sparano fuori e sbuffo.

Torno in camera e mi metto dei leggins neri e un maglione beige di mio fratello, spudoratamente rubato dal suo armadio, poi le calze e le mie bellissime scarpe rosse firmate ducati.

Torno in bagno e mi metto un po' di mascara e sono pronta.

Stacco il telefono dalla carica, prendo lo zaino e scendo le scale.

Qualcuno mi uccida prima che inizi questa odiosa giornata.

La prima chiamata di Andrea è segno che è fuori casa mia, la seconda mi suggerisce che siamo in ritardo, come al solito.

Metto cappello, giacca e sciarpone super velocemente ed esco di casa salutando la mia mamma.

Attraverso la strada e mi infilo dentro la calda macchina della mia amica.

"Siamo in ritardo, la Herrera ci uccide"
Dice lei, neanche mi saluta.

Non faccio in tempo ad allacciami la cintura che subito parte in quarta.

Non ha tutti i torti però, sono le otto.

Parcheggiamo al solito posto ed entriamo nei corridoi della scuola deserta, sono già tutti in classe.

Abbiamo già i libri e il quaderno di spagnolo nello zaino, perciò non ci fermiamo neanche agli armadietti e schizziamo in classe.

8.11

"Buenos dias señoritas.
La lección ya ha empezato desde hace diez minutos."

Mi aspettavo una reazione peggiore.

Ci sediamo negli ultimi due posti rimasti, separate.

Io sono vicino a un tipo che non parla mai e lei vicino a Dylan.

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