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Faccio in tempo giusto ad aprire la bocca per parlare, che arriva la colazione, così rimando ancora per un po'.
Quando vedo Shawn bere il primo sorso del suo cappuccino, mi decido a iniziare il discorso, tenendomi impegnata a mettere lo zucchero e girare il mio caffè macchiato per evitare di guardarlo negli occhi.

"Allora non sarà piacevole, perciò preparati psicologicamente."
Sospiro e lui annuisce senza parlare.

"Ieri Amy mi ha detto che è colpa mia se Dylan le sta addosso: mi ha detto che lui é, diciamo, molto preso da me, e lei era il suo modo di avere informazioni su di me quali il mio numero, e magari un aiutino che, ovviamente non é arrivato."

Mentre parlo rovescio un po' di caffè, facendolo strabordare dalla tazzina mentre giravo lo zucchero.
Sbuffo e decido di alzare lo sguardo verso Shawn:
da quando sono così timida?

Lui mi sta guardando con una faccia mista fra gelosia e sorpresa, ma ancora non parla.

"Comunque, quando mi ha detto così ho deciso che oggi parlerò con lui una volta per tutte."
Quando ho finito, bevo il mio caffè, mentre Shawn é ancora con la tazza a mezz'aria e noto che il colore dei suoi occhi è un po' più scuro del solito.

"No."
Dice, dopo aver posato la tazza ancora mezza piena.
Io lo guardo negli occhi.
"No cosa?"
Gli chiedo.
"Tu non ci parli di nuovo con lui."
Mi dice con voce autoritaria.
Ma chi si crede di essere mio padre?
Beh gli è andata male, non ne ho mai avuti io di padri e se questo ragazzino vuole giocare a dare ordini ha proprio sbagliato persona.

Sono parecchio nervosa per come si è comportato, ma scelgo comunque di rispondergli pacatamente, giusto perché di litigare non ne ho voglia.
"Shawn, ho già deciso che cosa farò, non ti stavo chiedendo un'opinione, ti sto solo avvisando."
La mia voce è bassa, ma il tono è duro e fermo almeno tanto quanto il suo di prima.

"Non è una buona idea parlare con lui, soprattutto dopo che mi hai confermato quello che io già sapevo."
La sua faccia ha assunto un'espressione di pura rabbia e gelosia che non cerca neanche di nascondere.

"Cioè?"
Gli chiedo, sempre pacatamente.
"Che gli piaci, Erica. Anche un cieco lo vedrebbe cazzo!"
Sbatte una mano sul tavolo mentre parla che fa traballare tutte le tazzine e il piatto con due muffin al cioccolato in mezzo al tavolo.

Piego anche io le sopracciglia con fare arrabbiato e mi butto indietro con la schiena sul divanetto incrociando le braccia al petto.
"Stai esagerando."
Gli dico con voce ferma.
"Puoi venire con me, se ti fa stare più tranquillo, ma con o senza di te io andrò a parlare con lui, che ti piaccia o meno."
Il mio tono non è stato altalenante e non mi sono mossa di un centimetro, per fargli capire che fra i due, quello che comanda non è certamente lui.

Alla fine, infatti, quello a cedere è proprio Shawn che ha ripreso in mano la sua tazza e, dopo un primo sorso, ha addolcito lo sguardo gradualmente, fino a farlo tornare alla normalità.
"Verrò con te, ma quest'idea continua a non piacermi affatto e poi mi devi promettere una cosa."
Dice, dopo aver finito il suo cappuccino.

"Dimmi.."
Gli dico sospirando, per poi iniziare a mangiare il mio muffin.
"Giurami su qualsiasi cosa che dopo oggi non parlerai mai più con Cornwell."
Le sue sopracciglia si sono aggrottate di nuovo mentre parlava, così per chiudere finalmente questa conversazione, smorzo un po' la tensione che si era creata fino adesso, ridendo un po'.
"Credimi, non c'è bisogno di farmelo giurare, di mia spontanea volontà sarei rimasta a distanza di sicurezza da lui"
Gli dico, poi gli faccio il miglior sorriso rassicurante che sono in grado di fare e lui mi prende la mano da sopra il tavolo.

"Mi dispiace per prima, ho esagerato, avevi ragione."
Non mi guarda mentre parla, ma gioca con le dita della mia mano destra, intrecciandole alle sue alla fine.
"Io ho sempre ragione, Mendes, ricordatelo."
Gli dico, poi lui mi guarda e inizia a ridere.

Arriviamo a scuola alle nove in punto e Shawn mi accompagna all'armadietto.
"Quando vuoi fare quella cosa?"
Mi chiede, insicuro sul voler ritornare sull'argomento.
"In pausa pranzo, prima della lezione di questo pomeriggio"
Gli dico chiudendo l'armadietto, dopo aver preso il libro di spagnolo.
Spero che Andrea abbia già preso i posti.

"Ci vediamo a economia"
Mi dice, poi mi lascia un bacio sulla testa.
"A dopo"
Lo saluto, poi vado verso le scale.

Quando entro in classe, fortunatamente prima della mia pazza insegnante, Andrea alza il braccio dal fondo dell'aula per farsi vedere, così la raggiungo.
Nel camminare fra i banchi incrocio Dylan e gli regalo la mia migliore occhiata inceneritrice, che gli fa spostare lo sguardo da un'altra parte e mi fa sorridere.
Mi siedo al posto che mi ha riservato Andrea sistemando le mie cose, dopodiché la guardo, indecisa se chiederle se anche lei ha avuto spiacevoli conversazioni con Dylan, e alla fine rinuncio: mi farebbe troppe domande alle quali non voglio rispondere.
Non faccio comunque in tempo ad aprire la bocca che l'insegnante, già agitatissima, entra e inizia la lezione.

Una volta suonata la campanella metto via le mie cose in fretta e lo stesso fa Andrea, poi andiamo prima al suo e poi al mio armadietto, dove troviamo le altre.
Il mio sguardo si posa involontariamente su Amy, che mi sorride.
"Buongiorno bigiona, mi hai fatto fare inglese da sola stamattina, grazie."
Mi sgrida Astrid, ma poi si mette subito a ridere.
"Hai ragione amica, scusami, non succederà di nuovo."
Le dico, facendo una finta faccia colpevole.
Metto via i libri di spagnolo e prendo quel mattone di economia infilandolo nello zaino.
Amy è la prima ad avviarsi, mentre io prima saluto le mie amiche.

"Tutto okay amica?"
Le chiedo quando la affianco.
"Si, per ora. Hai già parlato con Dylan?"
Mi chiede.
"No, ci parlo nella pausa pranzo."
Le dico e intanto siamo arrivate in classe.
Amy sceglie i due posti più nascosti e butta sopra i banchi con tutta la sua delicatezza, le sue cose.
"E con Shawn invece?"
Domanda.
"Si, stamattina siamo andati da Patrick's e gliel'ho detto.
Non è stata proprio una passeggiata di salute, ma alla fine abbiamo trovato un compromesso: io parlo con Dylan e lui viene con me."
Le rispondo alzando le spalle.
"Sono più sicura sapendo che non sarai da sola con lui.
Mi piace Shawn, non è il solito coglione, eppure all'inizio lo sembrava proprio."
Dice Amy ricordandosi della prima volta che l'abbiamo visto.

Mentre ancora ridiamo, il diretto interessato entra in classe e si dirige a passo svelto verso i due banchi ancora vuoti davanti a me e Amy.
"Ciao Amy!"
La saluta lui, gentile.
Lei gli sorride e lo saluta con la mano, poi lui si sporge da davanti il mio banco e mi bacia, facendo sorridere anche me.
"Ciao anche a te"
Gli dico, una volta staccati.

Subito dopo entrano prima Dylan, poi Cameron ed entrambi si avvicinano al posto affianco a Shawn.
Amy mi guarda, poi abbassa lo sguardo sulle sue scarpe.
Shawn mi lancia uno sguardo cercando i miei occhi, come per assicurarsi che io stessi bene, per poi coprire sia me che la mia amica con il suo corpo alla vista di Dylan.

"Mi sembra chiaro che qui non ti puoi sedere, Cornwell."
Dice Shawn serrando i pugni.
Cameron, nel mentre, si siede al suo posto e Dylan, dopo interminabili minuti di silenzio dove tutta la classe si è girata verso di noi curiosa, se ne va, e trova posto poco più in là.

Shawn sbuffa e si lascia cadere sulla sedia, tiene ancora la mano destra a pugno e la mascella contratta, così io mi sporgo in avanti, prendendogli la mano, che subito si rilassa sotto il mio tocco, poi lui mi guarda e sorride.

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