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7.05 *PAPARAPARAPARAPARAPARAAA*
Ritarda.

7.10
* PAPARAPARAPARAPARAPARAAA*
Ritarda.

7.15
* PAPARAPARAPARAPARAPARAAA*
Spegni.

Che qualcuno elimini questo giorno dal calendario.

Apro giusto un occhio per guardarmi intorno in cerca di quell'idiota di Leo, di solito mi sveglia ancora prima della sveglia il rompiscatole.

"ERICA ALZATI É IL TUO COMPLEANNO!"

Come da copione, spunta fuori da sotto il mio letto con un cappello a punta azzurro in testa e una trombetta in bocca.

Non voglio neanche sapere da quanto tempo sta lì sotto.

Se già prima mi ero svegliata poco convinta di uscire di casa, ora non sono certa di voler uscire neanche dal letto.

Guardo male mio fratello con l'unico occhio aperto e tiro fuori un braccio dalle coperte solo per prendere quella maledetta trombetta di carta e romperla.

"TU NON HAI UN'ANIMA"

Si mette una mano sul cuore in modo teatrale.
Se non la smette di urlare la prossima cosa che strapperó saranno le sue corde vocali.

Sposto le coperte e mi stiracchio ancora sdraiata, poi mi siedo facendo penzolare le gambe giù dal letto.

Leo si è già alzato da per terra e sta scendendo le scale per andare in cucina facendo casino.

Sbuffo e mi alzo definitivamente strisciando verso l'armadio.
Prendo un paio di jeans, una maglietta bianca a maniche corte e un maglione blu che infilo nei pantaloni, poi metto la cintura, la collana a forma di aeroplanino di carta e un paio di calze fucsia.

Scendo le scale e raggiungo la mia famiglia in cucina.

L'unica cosa positiva di oggi è il cibo che mi sarà offerto.

Mi siedo al mio solito posto e Leo affianco a me con ancora quello stupido cappellino in testa.
Madre mi mette davanti la tazza rossa con dentro il caffè latte e un piattino di waffle con la Nutella.

Inizio a bere il latte, dopo averci messo una zolletta di zucchero, e mangio velocemente i waffle.

"Grazie mamma"
Le sorrido.

"Anche se è il tuo compleanno la tua roba te la sparecchi tu"
Mi risponde ridendo.

Mi alzo dallo sgabello e metto le cose in lavastoviglie, poi vado nel mio bagno a lavare i denti e cercare di sistemare i capelli.

Mi faccio una treccia attaccata alla testa, con molta difficoltà, poi mi metto le Nike blu, prendo il telefono e lo zaino.

Quando scendo le scale e sono pronta Leo, ancora in pigiama e con il cappellino a punta, si offre di accompagnarmi a scuola.

Per tutto il viaggio in macchina non ha fatto altro che cantare tanti auguri a te urlando e sostituendo il mio nome con aggettivi ogni volta diversi.

Non sono mai stata così felice di essere arrivata a scuola tanto quanto oggi.

Saluto mio fratello e lui mi da un bacio sulla testa augurandomi una buona giornata.
Gli sorrido e scendo.

Stanotte ha nevicato parecchio, perciò il viale dal cancello al portone è completamente bianco e pieno di impronte di scarpe degli studenti della scuola.

Entro e percorro tutto il corridoio girando poi a destra verso il mio armadietto e le vedo: sono in cerchio, ognuna di loro ha in mano un palloncino di colore diverso, tranne Charlie, che tiene qualcosa che sembra del cibo.

Seven Days ||COMPLETE||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora