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ERICA'S POV

Alzo la testa di scatto e mi metto in piedi, guardando dritta davanti a me per un paio di secondi, piegando le sopracciglia.

Stringo i pugni lungo i fianchi e mi ficco le unghie nel palmo della mano cominciando a respirare pesantemente.

È fortunato che io non abbia niente di appuntito o pesante a portata di mano in questo momento.

Mi volto all'indietro e lui che ancora sta dietro di me, mi guarda: sta sorridendo, ma sarà in grado di farlo ancora per poco.

Lo spingo la prima volta.
"Non mi devi toccare!"
Grido.

Ancora non si è tolto quel ghigno fastidioso e lo spingo una seconda volta.

"Che cosa stracazzo ti è saltato in mente!"
Il tono della mia voce è ancora parecchio alto.

Lo spingo ancora.

"Sei un idiota Dylan Cornwell e ti avevo già avvisato due volte prima di oggi"

Lo spingo un ultima volta facendo in modo di metterlo con le spalle al muro subito dietro di lui.

"E togliti quel sorrisino da depravato che hai in faccia"
Non sto più urlando.

Detto questo gli metto le mani sulle spalle e porto indietro il ginocchio destro per poi picchiarlo violentemente la dove non batte il sole e quando si piega in due dal dolore mettendosi le mani a protezione, faccio un passo indietro.

Al male accompagna numerose bestemmie seguite da un verso di dolore prolungato.

Io sono ancora in piedi davanti a lui quando alza la testa verso di me, ma non sta più sorridendo.

"Questa me la paghi stronza"
Mi dice a fatica.

"Stai zitto, coglione"
Dico, per poi tirargli un pugno in pieno naso facendolo definitivamente cadere a terra.

Faccio un altro passo indietro e mi prendo la mano destra, ancora a pugno, con quella sinistra, stringendo il polso.
Mi sono fatta male anche io.

Sono ancora arrabbiatissima e vorrei tirargliene molti di più di pugni ma faccio un bel respiro e, per quanto mi è possibile, mi calmo.

Sento dei passi alla mia sinistra e mi giro verso quella direzione vedendo il solito Prezzemolo Mendes.

Alzo gli occhi al cielo, sono stufa di trovarmelo sempre dietro a sorpresa.

Smetto di massaggiarmi il polso destro per evitare la sua attenzione e infilo la mano nella tasca della felpa, non mia, prima che ci raggiunga.

Quando arriva mi mette una mano sulla spalla.

"Cosa è successo?"
Lo sta chiedendo a me, è palese, ma non riesce a smettere di guardare Dylan, sorridendo sotto i baffi.

"Niente."
Rispondo io.

Ancora non mi sono tolta lo sguardo omicida dalla faccia e, soprattutto, non ho ancora smesso di guardare il ragazzo che ho appena atterrato.

D'altro canto, lui si è messo quasi seduto, ha appoggiato la schiena al muro e tiene la gamba destra piegata con appoggiato il braccio al ginocchio, e la gamba sinistra stesa sull'asfalto sporco.
Con la mano sinistra si sta tenendo il naso sanguinante e non ha ancora avuto il coraggio di guardarmi negli occhi.

"Dylan cosa cavolo è successo?"
Richiede Shawn alzando di un tono la voce.

Dylan gira la testa verso destra e non proferisce parola, sbuffa solamente.

"Quindi?!"
Chiede lui allungando entrambe le braccia davanti a sé.
Stavolta sta quasi gridando.

"Niente Shawn, impara a farti i cavoli tuoi!"
Alzo la voce anche io e mi giro con l'intenzione di andare il più lontano possibile da entrambi, ma il prezzemolo mi ferma, prendendomi la mano.

Smetto di camminare, ma non mi giro.

"Erica, perché l'hai picchiato?"
Insiste, ma usando un tono dolce e pacato.
Scommetto che me l'ha chiesto con gli occhi semi chiusi e guardando a terra.

"Perché le ho toccato il culo.."
Dylan parla per la prima volta dopo che le ha prese.

Shawn mi lascia la mano e io mi volto a guardare il depravato, che, pur avendo il naso probabilmente rotto, non riesce comunque a stare zitto.

Arrossisco di colpo e quel maledetto sorrisino si ridipinge sul volto di Dylan.

Avrei dovuto rompergli un dente.

Il resto succede molto in fretta:
Shawn prende Dylan per il colletto della maglia, lo mette in piedi e gli spolvera le spalle con le mani, poi gli sorride, sarcasticamente, e gli molla un destro sullo zigomo, buttandolo a terra di nuovo.

Alla scena mi viene da ridere e lo faccio, poi mi metto subito le mani davanti alla bocca, non era proprio il momento.
Shawn mi guarda male, ma non riesco a smettere.

Poi torna a guardare Dylan e avvicina il suo viso a quello mezzo rotto dell'altro prendendolo da sotto il mento con la mano, costringendolo a guardarlo.

"Toccala di nuovo, anzi no, prova anche solo a guardarla ancora una volta Cornwell e giuro che le mani non sarai più in grado di usarle."

Si rialza e cammina nella mia direzione e quando mi ha raggiunta mi mette un braccio dietro la schiena appoggiando la mano sul mio fianco e torniamo dentro.

"Professoressa, Erica non si sente bene, la porto in infermeria"
Dice lui dopo essere entrato dalla porta della palestra e uscito dall'altra, senza neanche fermarsi mentre parlava.

La Grant annuisce soltanto, e sarebbe stato il tutto molto più credibile se io avessi smesso di ridere, ma non l'ho fatto, riuscendo comunque a ingannare gli occhi dell'insegnante, probabilmente pensava che stessi piangendo.

Invece sto ancora ridendo quando arriviamo al mio armadietto e finalmente Shawn si stacca da me.

Io rimango in piedi con le mani conserte, mentre lui allunga le braccia e si appoggia alla parete di armadietti di ferro con entrambe le mani.

Abbassa la testa nascondendola fra le braccia tese e sbuffa rumorosamente.

"Raccontami per filo e per segno cosa diavolo è successo"
Mi dice, preferendo guardare per terra pittosto che me.

Rimango spiazzata dalla domanda. Ancora non ho capito perché si deve fare i cavoli miei e non gli rispondo, non voglio.

Al mio silenzio lui risponde alzando la testa e guardandomi.
Cambia posizione e mi prende per le spalle, appoggiando la mia schiena li dove prima c'erano le sue mani, per poi rimettersi come prima, ma con me in mezzo.

"Perché ti importa?"
Gli chiedo.
Sono ancora convinta di non volergli raccontare niente.

Sbuffa, ma non mi risponde.
E, dopo aver riabbassato la testa la alza di colpo, spalancando gli occhi verso di me per poi spostare lo sguardo su un punto indefinito alla sua destra.

"Perché.."
Lascia in sospeso la frase, poi mi bacia.

Seven Days ||COMPLETE||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora