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Shawn's POV

Non vedevo l'ora di vedere il mio amico Cameron felice con la biondina, ma ammetto che non appena ho visto scendere Erica dalle scale di casa sua, ho completamente fatto uscire dai miei pensieri qualsiasi altra cosa che non riguardasse lei.

Con una frase tagliente come un coltello si è avvicinata a me facendo il suo solito, fantastico, sorriso reso ancora più luminoso e sexy grazie al rossetto bordeaux che si è messa.
Avevo capito già dal messaggio di questo pomeriggio che stasera sarei rimasto incantato, ma non immaginavo così tanto.

"Allora? Parli o no?"
Mi chiede lei mettendosi le mani sui fianchi e spostando il peso sulla gamba sinistra.
Ride leggermente, probabilmente mi sta prendendo in giro per la faccia da pesce lesso che ho da quando l'ho vista.
"Sei davvero bellissima"
Le dico alla fine, guardandola negli occhi.
Lei mi sorride, poi gira la testa verso gli altri due, che probabilmente stavano parlando, ma non ho sentito una parola.

Lei gli risponde annuendo, poi mi da le spalle definitivamente e cammina verso il mobiletto dell'entrata e in quel momento i miei occhi non possono che posarsi sul suo fondo schiena, fasciato perfettamente dai pantaloni stretti e evidenziando perfettamente la sua forma.
Capisco solo adesso quanto in realtà io a questa festa non ci voglia andare e quanta voglia ho invece di prenderla e portarmela in camera.

Caccio via i miei perversi pensieri quando lei mi prende sottobraccio e ci incamminiamo verso l'uscita.
Mi blocco per un attimo e lascio passare prima Astrid, ma soprattutto Cameron, so che è molto preso dalla bionda, ma lo conosco troppo bene per fidarmi e lasciarlo camminare dietro di lei.

Se mi da così fastidio che sia Cam a guardarla, mi verrà un esaurimento nervoso stasera con tutta quella gente.

Siamo venuti con la mia macchina, perciò guido io e non potrò bere, anche se dubito che l'avrei fatto comunque.
Di fianco a me si siede Erica e rimango un po' sorpreso, pensavo che ci si sedesse Cameron.
Capisco cosa è successo solo quando sento il mio amico entrare in macchina e chiudere la portiera troppo forte per i miei gusti.

"Fai piano con quella portiera Cameron!"
Lo rimprovero guardandolo dallo specchietto.
"Davanti è il mio posto."
Lo sento borbottare guardando il sedile del passeggero davanti al suo.
"No Dallas, davanti mi ci siedo io, indipendentemente da di chi é la macchina e da chi guida.
E comunque ci sto io qui seduta, perché Shawn non è il tuo ragazzo: è il mio."
Astrid si mette a ridere silenziosamente portandosi una mano sulla bocca, Cameron spalanca gli occhi senza osare a ribattere, mentre io sorrido, guardando colei che ha finalmente detto ad alta voce che io sono il suo ragazzo.

Arriviamo alla festa poco dopo e, fortunatamente, vicino alla casa c'è un parcheggio, perciò non abbiamo problemi su dove lasciare la macchina.
Camminiamo fino ad un enorme villa tutta illuminata per l'occasione, Astrid e Cameron entrano per primi mentre parlano fra di loro.
"Okay, iniziamo la serata"
Sospira lei senza guardarmi, ma chiaramente parlando con me. Prima di entrare dalla porta le prendo la mano e l'avvicino a me, circondando poi la sua piccola vita con il mio braccio.
"Non sarà nulla di che, però giusto per sicurezza: sta sempre vicino a me, okay?"
Lei mi guarda dal basso e mi sorride e prima di entrare la bacio.

Appena siamo dentro ci rendiamo conto che la piccola festa di Andrea non era poi così piccola.
Mi guardo intorno un paio di volte e la casa è completamente piena di persone, e così anche il giardino, anche se fuori si gela e, mentre stringo più forte a me Erica per passare fra la gente, la proprietaria della casa ci raggiunge.
"Ehi ehi ehi!"
Urla abbracciando la ragazza al mio fianco per poi staccarsi immediatamente.
"Ho già visto Astrid con Cameron e Charlie è sul divano con Simon, ora all'appello manca solo Amy. Le giacche datele pure a me, le metto in camera mia!"
Parla velocissimo e urlando, poi sparisce dopo aver preso le giacche.

"Curiosa la tua amica"
Le dico in un orecchio, lei ridacchia arricciando il naso.
"Prendiamo qualcosa da bere? Ne ho bisogno per superare il resto di questa serata che sembra più complicata del previsto"
Mi dice, e andiamo verso un angolo della casa dove, a quanto pare, è stato allestito un vero e proprio bancone con tanto di sgabelli.
"Qualcosa di leggero"
Dice Erica al barman che, per fortuna non si sofferma più di tanto a guardarla.
Dio, sto diventando matto.

Do le spalle al bancone, appoggiandomi con gli avambracci e osservo un po' la situazione intorno e quasi non mi strozzo con la mia stessa saliva quando vedo entrare dalla porta principale Dylan e quei coglioni dei suoi amici.

Come se avesse sentito il mio sguardo di fuoco su di lui, guarda nella mia direzione per poi spostare gli occhi sulla mia ragazza ancora girata di spalle e per di più piegata leggermente in avanti.
Il mio sguardo si fa più che duro e stringo i pugni quando lo vedo dare una gomitata a un tipo affianco a lui, per poi indicarci con un cenno della testa.
L'altro fa una faccia d'approvazione palese e io sono completamente disgustato. Mi siedo sullo sgabello che ho subito dietro e prendo Erica per le spalle, mettendola davanti a me, in mezzo alle mie gambe e girata verso la stanza.

"Cos'è successo?"
Mi chiede lei, vedendomi palesemente agitato.
"C'è quel coglione di Cornwell e ti sta guardando e Dio solo sa cosa ha pensato nel farlo, anzi, menomale perché non voglio saperlo, voglio solo prenderlo a pugni."
Le rispondo neanche guardandola.
Il suo sguardo, invece, lo sento bruciare sulla pelle e per attirare la mia attenzione mi prende con una mano la faccia e, stringendomi le guance, mi forza a guardarla.
"Non mi interessa di Dylan, ho scoperto che infondo il Mojito non è poi così male e adesso andiamo a cercare gli altri"
Mi dice sorridendo e per nulla infastidita da quello che le ho detto e con una faccia talmente serena e convincente da farmi (quasi) dimenticare della presenza di Cornwell.

Alla fine passiamo una bella serata, Dylan grazie al cielo non si é fatto più  vedere e ho conosciuto un'altra amica di Erica, Debby mi sembra e il suo ragazzo, un certo Luke, un'ameba.
Per fortuna ho fatto amicizia con Simon, è più grande di noi di un paio d'anni ed è molto intelligente.

Verso le due vedo Cameron e Astrid che quasi non si reggono in piedi, e credo sia ora di tornare a casa.
"Vado su a prendere le giacche, okay?
Torniamo a casa."
Dico ad Erica nell'orecchio, e mi dispiace particolarmente spostarla dalle mie gambe, dove era seduta.
Salgo le scale e apro un paio di porte prima di trovare la camera dove sono messe le giacche, solo le nostre e quelle di pochi altri che immagino siano di quelli con cui ho passato tutta la serata.
Le trovo quasi subito e, dopo aver infilato la mia, porto le altre tre al piano di sotto e mi riavvicino al divano, dove ero seduto fino a poco fa, e subito cerco lei con gli occhi e quasi non mi viene un infarto non vedendola.

Vado da Simon e gli chiedo dove sia finita.
"È andata a chiamare Astrid e il suo ragazzo, ha detto che stavate andando"
Annuisco ringraziandolo, e guardo subito nella direzione dove avevo visto prima i due, ed effettivamente la trovo li a parlare con loro.

Tiro un sospiro di sollievo e comincio a camminare verso di loro, poi tempo un secondo non la vedo più.
Aumento il passo e una volta li mi alzo sulle punte, guardando febbricitante tutto intorno, non sono mai stato più grato di essere così alto come in questo momento.
La intercetto quasi subito e vedo che sta seguendo un ragazzo, ma non uno qualsiasi, quello è uno degli idioti del gruppo di Dylan.

Seven Days ||COMPLETE||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora