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Ci fermiamo davanti a Patrik's, è poco lontano dalla scuola, mi fermo qui spesso con le mie amiche e soprattutto fanno dei muffin meravigliosi.

Mi tolgo il casco e glielo porgo.
Lui lo allaccia al manubrio e gli mette la sicura, adesso ho capito perché lo lascia sempre sulla moto e non se lo porta in giro.

Entriamo e cammino subito verso il tavolino davanti alla grande vetrata, il mio preferito mentre Shawn mi segue ridendo.

Una volta seduti metto i gomiti sul tavolo e appoggio il mento sulle mani

"Che ti ridi?"
Gli chiedo.
Praticamente non ha smesso di ridere da quando siamo partiti.

"Niente, mi ha fatto ridere la spontaneità con cui ti sei aggrappata a me in moto"
Mi dice, ma non ride per prendermi in giro.

Alzo le spalle e gli sorrido, poi lui torna serio.

"Ti ha fatto male prima?
Dico sul serio, mi devi rispondere seriamente"

Mi chiede lui alludendo a quello che è successo poco fa con Dylan.
Divento per un secondo seria anche io, ma poi sorrido di nuovo.

"Non mi sono fatta niente di che, Prezzemolo"
Gli rispondo.

Lui sbuffa e si mette le mani nei capelli, abbassando la testa, poi si tira su e sorride.

Sta per dire qualcosa, ma arriva la cameriera, una zoccola paura.

"Cosa volete ordinare?"
Praticamente guarda solo lui.

Shawn mi guarda, come per dirmi di ordinare per prima, così lo faccio.

"Per me una tazza grande di latte caldo e cacao e un muffin al cioccolato"
La tipa scrive sul blocchetto, ma si ostina a guardare solo lui.

"Io prendo un cappuccino e anche io un muffin al cioccolato"
Lei gli sorride e dopo aver scritto anche il suo ordine se ne va sculettando.

La guardo a dare via e alzo gli occhi al cielo, Shawn ride e sposto lo sguardo su di lui.

"Secondo me di questa cosa che ridere fa bene alla salute tu ne stai abusando fin troppo"
Sono sarcastica al massimo ma non posso fare a meno di sorridere.

Lui ride ancora più forte e fa girare infastiditi verso di noi due persone davanti al nostro tavolo.

Finalmente smette di fare casino e mi guarda.

"L'espressione con cui hai guardato la cameriera da quando si é presentata al nostro tavolo è stata impagabile"

Si asciuga una lacrima dall'occhio destro, poi se lo stropiccia con la mano.

"Quale faccia?"
Chiedo io, sempre sorridendo.

Smette di toccarsi l'occhio e appoggia entrambe le mani sul tavolino.

"Un misto fra completamente disgustata e assolutamente infastidita"

Alzo le spalle.
"Si beh mi è particolarmente difficile non esprimere con gli occhi quello che penso"

Subito dopo la cameriera torna con le nostre ordinazioni e quando ha finito di appoggiare sul tavolo le cose prende il vassoio rotondo con due mani e se lo mette davanti alla pancia verticalmente rimanendo ferma.

Io prendo il cucchiaino lungo e do una girata al mio latte, poi mi porto alla bocca un po' di schiuma.

La guardo, ancora li in piedi a guardare Shawn.

"Ti pagano un extra per dare fastidio?"
Sono serissima mentre la indico con il cucchiaino del latte.

Shawn, che stava bevendo il cappuccino, a momenti se lo fa uscire dal naso e nasconde dietro un tovagliolo la sua risata.

La tipa, che mi ha guardato per la prima volta poco fa mentre le parlavo, apre la bocca ma subito dopo la richiude.
Estrae dalla tasca dei pantaloni lo scontrino e lo mette al centro del tavolo, sbattendo non troppo forte la mano, poi se ne va.

Io bevo un sorso del mio latte e guardo verso Shawn che ha l'aria di stare per soffocare.

Tossisce un paio di volte, poi sposta il tovagliolo da davanti la faccia, ma sta ancora ridendo.

"Mi fai morire, devo uscire di più con te"

Gli sorrido e prendo il muffin dal piatto in comune.

Shawn prende anche il suo e mentre io ne ho mangiato quasi la metà, lui l'ha già finito.

Rimango a bocca aperta e lo guardo, sporco di cioccolato, poi mi metto a ridere.

"Che c'è?"
Mi chiede lui con la bocca ancora non del tutto vuota.

"Ti piacciono i muffin al cioccolato vedo"
Gli dico.

"Non hai idea, poi qui sono buonissimi, assomigliano tanto a quelli che mangiavo in Canada"
Finalmente ha la bocca vuota e la faccia pulita.

"Si hai ragione, questo posto fa i muffin migliori della città"
Gli sorrido.

"Allora, perché il tuo compleanno l'hai reso un segreto di Stato?"
Mi chiede lui.

"Non mi è mai piaciuto più di tanto, diciamo che sono da sempre una grande fan di Peter Pan"
Sorrido guardando la tazza mezza piena.

"Non l'hai mai festeggiato?"
Mi chiede con gli occhi fin troppo aperti.

"Quando ero piccola mia madre organizzava sempre qualcosa, poi quando finalmente ha smesso io ho definitivamente chiuso"

"E i regali?"

"Quando ho bisogno o mi piace qualcosa me lo compro, da un paio d'anni a questa parte le mie amiche e la mia famiglia hanno capito che il cibo è il regalo migliore, anche se a volte qualche sorpresa me la fanno lo stesso"
Gli sorrido ma lui non è troppo convinto.

Finiamo di mangiare e poi mi accompagna a casa.
Avrei voluto pagare io, dato che lui mi ha offerto la colazione qualche giorno fa a scuola, ma non ha voluto sentire ragioni.

"Grazie, ma potevi far pagare me"
Gli dico, scendendo dalla moto.

"Vedilo come un regalo di compleanno.
Lo rifacciamo quando vuoi"

Si infila il casco che ho messo io poco fa sul braccio e quando apro la porta di casa se ne va, facendomi l'occhiolino.

Seven Days ||COMPLETE||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora