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Mi alzo velocemente dalla poltroncina e corro incontro al mio cugino preferito saltandogli in braccio.

Lui mi prende al volo e mi circonda la schiena con le braccia.

"Fede mi sei mancato tantissimo!"
Gli dico mentre mi riappoggia a terra.

"Anche tu cugina, tutti e tre mi siete mancati"
Dice lui guardando mio fratello e mia madre dietro di me.

Federico è il figlio del fratello di mia madre, è nato un mese dopo Leo e loro due sono cresciuti insieme, andando persino nelle stesse scuole, finché non ce ne siamo andati.

È biondissimo e ha gli occhi uguali a quelli di mio fratello, in effetti si assomigliano molto, a parte i capelli.
Sono alti uguali e non sono troppo diversi neanche nei modi di fare.

Io, Leo e Federico andiamo in salotto e loro due si siedono sul divano mentre io mi rimetto sulla poltroncina a finire di asciugare i capelli.

Io gli chiedo cosa sta facendo della sua vita e come sta andando l'università e io gli racconto un po' di quello che succede in quel di Londra, evitando gli spiacevoli avvenimenti dell'ultima settimana con Dylan.

Mamma, che era andata in cucina a preparare la cena, ci chiama informandoci che è ora di mangiare, ma in realtà dobbiamo apparecchiare la tavola.

Dopo aver mangiato dei semplici petti di pollo con le patatine sparecchiamo e ci spostiamo tutti in salotto, loro tre con un bicchiere di vino in mano.

Accendiamo la televisione, ma non la seguiamo veramente, troppo impegnati a raccontarci cose nuove che sono successe dopo la nostra ultima visita in Italia e vecchi aneddoti divertenti.

Parlando si fanno le undici e visto che domani mi devo alzare per andare a scuola saluto tutti e vado in camera mia.

Qualche minuto dopo sento bussare la porta ed entra Fede sorridente.
Chiude la porta e si siede davanti a me sul letto a gambe incrociate.

"Allora mia cugina preferita, non sono venuto in visita a caso, sono venuto per il tuo compleanno.."
Alla parola 'compleanno' mi fa il solletico sui fianchi con due dita.

"..E quindi ti ho portato questo."
Mi allunga una scatolina rossa quadrata.

"Fede no, dai lo sai che odio il mio compleanno, non dovevi!"
Mi copro la faccia con le mani, ma in realtà sto sorridendo.

Mi porge la scatolina e pare più elettrizzato di me in questo momento.

Lo guardo sorridente e prendo in mano il mio regalo e lo apro.
Rimango con gli occhi e la bocca spalancati e sposto lo sguardo velocemente dal regalo a lui.

"Questo è da parte mia, Michela, mamma e papà, ma soprattutto mia"
Dice mentre si mette una mano sul petto.

Tolgo la collana dalla custodia e la guardo meglio appoggiando il ciondolo sulla mano.

È bellissima e la volevo da troppo tempo.
È una catenina semplice e il ciondolo è una ghianda in bronzo.
(Riferimenti a Peter Pan puramente non casuali)

Appoggio la scatola sul comodino e mi butto su mio cugino abbracciandolo con la catenina in mano.

"Grazie, sei il migliore"
Gli dico, staccandomi dall'abbraccio.

"Allora buonanotte ricciolina, ci vediamo domani"
Si alza dal mio letto e mi lascia un bacio nei capelli prima di uscire dalla stanza.

Guardo ancora per qualche secondo la mia nuova collana, poi la rimetto nella scatola, decisa a metterla domani.
Metto in carica il telefono e mi addormento felice.

7.05 *PAPARAPARAPARAPARAPARAAA*
Ritarda.

7.10
* PAPARAPARAPARAPARAPARAAA*
Ritarda.

7.15
* PAPARAPARAPARAPARAPARAAA*
Spegni.

Ancora sdraiata mi giro verso il comodino, guardando felice la mia nuova collana e scorro mentalmente i vestiti che stanno bene con quella e alla fine faccio ritardo.

Mi alzo che sono le 7.30 e mi vesto velocemente mettendomi un paio di jeans neri a vita alta e un maglione corto bianco, ma immancabile la canottiera della salute, anch'essa bianca.
Mi metto le calze e le scarpe rosse Ducati e la collana, gli occhiali poi scendo le scale correndo.

Bevo al volo un caffè e mi dimentico di metterci lo zucchero.

Abbandono la tazza sul tavolo, non mi sono neanche seduta e non ho guardato in faccia nessuno.

Risalgo le scale e mi lavo i denti, poi prendo telefono, cuffie e zaino e torno giù.
Passando dalla cucina saluto tutti, mi metto la giacca e il cappello, zaino in spalla e alle 7.54 salgo sulla macchina di Andrea.

"Beh buongiorno"
Mi dice la mia amica mettendo in moto.

"Scusa, sono in ritardo, potrei aver ignorato la sveglia un paio di volte"

Mi allaccio la cintura e mi accorgo di aver lasciato a casa la sciarpa.
Mi sbatto la mano destra sulla fronte e mi do dell'idiota per la dimenticanza e per essermi fatta male alla fronte.

Io e Andrea entriamo a scuola con solo tre minuti di ritardo e camminiamo velocemente verso il mio armadietto, recuperando le altre, poi io, lei e Astrid andiamo in palestra.

Questa volta l'ho studiata in anticipo come saltare quarantacinque minuti di esercizi agonizzanti di resistenza.

Quando arriviamo le mie amiche vanno nello spogliatoio facendomi il dito medio, sapendo le mie intenzioni, io mi avvicino alla Grant, che però sta parlando al telefono, come al solito.

Non mi degna di uno sguardo nemmeno per sbaglio e, quando mi nota, sembra già aver letto la bugia che le sto per dire nei miei occhi.

"Scusami un attimo, devo parlare con un'alunna.."
Dice spostando il telefono dall'orecchio e mettendo la mano sinistra sul microfono per impedire all'altro di ascoltare.

Cerco di fare il sorriso più innocente che conosco, ma sembra non cascarci.

"Diamante, ti si legge in faccia che mi stai per dire una balla, vatti a cambiare senza emettere neanche una parola o ti faccio fare dieci minuti di corsa extra"
Mi dice, poi si rimette a parlare al telefono.

Sbuffo guardando il soffitto e mi dileguo negli spogliatoi femminili.
Appena entro le mie amiche ridono e stavolta a fare il terzo dito sono io, con entrambe le mani.

Per fortuna mi sono comunque portata dietro la tuta, così mi cambio veloce ed esco insieme ad Andrea e Astrid.

Quando siamo tutti in palestra e cambiati iniziamo a fare i soliti giri di riscaldamento, poi la Grant ci chiama a sé.

"Okay ragazzi l'ultima volta per qualcuno è andata bene, avendo fatto un buon tempo per avere la sufficienza e più nella resistenza, ma qualcun altro no"
Si ferma e prende un blocchetto.

"Quindi vi ho diviso in coppie, così quelli più veloci possono dare una mano alle schiappe"
Alcuni miei compagni ridono, ma io alzo gli occhi al cielo, sapendo di essere io la schiappa delle schiappe.

"Allora, Mike tu aiuterai Lisa, Sam tu Astrid, Dylan tu vai con Erica, Shawn con Melanie e Cameron con Andrea.
Chi non è stato nominato faccia quello che gli pare."

La Grant termina l'elenco agitando la mano destra in aria, poi tira fuori il telefono dalla tasca e si rimette a fare i cavoli suoi.

Ovviamente non potevo essere più fortunata di così.

L'unica cosa che mi da più fastidio è Melanie Bennet che abbaia e si butta addosso a Shawn.

Patetica.

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