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Come mi aspettavo, Shawn si comporta come se non mi avesse mai  vista in mutande e questa cosa mi da parecchio fastidio.

"Ti ho portato le chiavi"
Mi dice lui allungando la mano.

Ci penso su un secondo, sono un po' confusa.
Poi mi si illumina la lampadina sopra la testa e mi ricordo del messaggio di ieri.

"Grazie.."
Cerco di prenderle, ma il cretino tira indietro il braccio facendo andare la mia presa a vuoto.

"Potresti anche rispondere ai messaggi sai?"
Apro la bocca per raccontargli quello che è veramente successo, poi mi ricordo che non sono tenuta a dare nessunissima giustificazione.

"Perché hai il mio numero?"
Chiedo invece.

"Ottengo quasi sempre quello che voglio, bambina"
E fa il solito sorrisino.
Lo odio.

Mi impossesso delle chiavi sporgendomi più del dovuto e facendo alzare leggermente la mia sedia che, una volta preso ciò che volevo, torna a contatto con il pavimento, sbattendo.

La Timber, che in quel momento stava scrivendo un esercizio alla lavagna, si gira direttamente verso di me, come se sapesse già che è stata colpa mia.

"Diamante vai fuori."
Non urla e non si scompone.
Le reazioni apparentemente calme sono le peggiori.

Sospiro e chiudo gli occhi per un attimo, poi raccolgo tutte le mie cose e nel silenzio più totale dell'intera classe me ne esco a testa bassa.

Chiudo la porta e vado verso la biblioteca delle scuola.

Non posso uscire da qui fino a mezzogiorno, tanto vale fare qualcosa di utile.

Mi siedo nel tavolo più in fondo e sulla sedia accanto alla mia ci butto lo zaino, da dove tiro fuori tutto quello che mi serve per fare gli schemi di economia dell'argomento che sta spiegando in questo momento in classe.

Mi metto le cuffie e comincio.

Mezz'oretta dopo qualcuno si siede alla mia sinistra e mi toglie una cuffia.
Non mi importa chi sia, ma la sua morte sarà dolorosa.

Mi giro, già incazzata, e mi incazzo ancora di più trovandomi la faccia sorridente di Dylan.

Sono in biblioteca e non posso fare casino, questo è l'unica cosa che mi ferma.

Torno a guardare i miei schemi e mi rimetto la cuffia, non merita neanche la parola.

Cerco di concentrarmi sui calcoli del bilancio e sulla voce di Niall Horan, ma il coglione mi toglie di nuovo la cuffia.

Ora lo ammazzo.

"Mi devi stare lontano, mi stai sul cazzo e non ti voglio vedere."
Sto anche sussurrando.

"Vorrei che mi spiegassi cosa ti ho fatto, visto che sei così acida e sabato sera non lo eri, anzi"

"Sapessi quante cose vorrei io, adesso per esempio vorrei farti del male. Tutti vogliamo qualcosa."

Gli sorrido infastidita, poi mi rimetto la cuffia.
Speriamo che gli Imagine Dragons mi diano la forza di volontà che mi serve per non fare a pugni in biblioteca.

Lui mi ritoglie la cuffia, per la terza volta.
Ora basta.

Metto in pausa la canzone e mi tolgo l'altra cuffia.
Gli prendo il polso con la mano sinistra girandogli il braccio di poco a destra e con la mano destra gli stringo la spalla, premendo forte appena sopra la piega dell'ascella con il pollice.

Con la sua mano sinistra mi stringe di nuovo il polso, come sabato sera, ma stavolta per pregarmi di smettere di fargli del male.

"Vuoi sapere cosa mi hai fatto? Ti sei approfittato. Non ero troppo lucida sabato sera per quella storia di Astrid e tu lo sapevi, e cos'hai fatto? Hai fatto il dolce vomitoso per cercare di fare cosa? Rimorchiarmi e  poi portarmi a letto come una delle tue puttane?"
Premo più forte sulla sua spalla e lui stringe di più il mio polso.

"Hai scelto quella sbagliata Dylan, vai a fare le moine a qualcun'altra abbastanza idiota da cascarci."

Lo libero dalla mia presa e lui si allontana velocemente, prima con la sedia, poi raccoglie il suo zaino e esce dalla biblioteca voltandosi a guardarmi solo quando è abbastanza sicuro da poter fuggire facilmente.

Quando mi guarda lo saluto con la mano e gli sorrido, come se avessimo avuto una chiacchierata fra amici poco fa.
Lui si rigira verso l'uscita e se ne va.

Mi fa male il polso, ma lo guardo con una smorfia solo dopo che sono sicura che quel depravato se ne sia andato.

Idiota.

Conosco troppo bene Dylan e la sua reputazione per cascarci.
Sarà stato con mezza scuola, solo perché l'altra metà é composta da ragazzi, e, sinceramente, non escluderei neanche alcuni di loro.
Ad una festa so che si è portato a letto una ragazza che non era consapevole nemmeno di dove fosse, e non era neanche troppo consenziente.

Mi tiro su la manica del maglione e mi guardo il braccio.
Brutto cretino, é pure lo stesso polso che mi ha stritolato sabato, con la massima probabilità diventerà viola stavolta.

Sbuffo e mi rimetto a studiare, finché qualcun'altro non si siede di fianco a me.

Io non posso continuare a vivere così.

Mi giro, pronta a caricare un destro dritto sul setto nasale di chiunque sia a rompere i coglioni.

"Mendes, cosa vuoi ancora?"

Si passa una mano fra i capelli e poi la intreccia a quell'altra sopra il tavolo.
"Sono venuto a chiederti scusa per.."

Probabilmente si stava guardando le mani, o comunque verso il basso e non ha potuto non notare il mio coloratissimo polso messo in bella vista con anche tirata su la manica del maglione.

E niente è la mia giornata fortunata.

Metto il braccio sotto il tavolo, ma lui lo ritira fuori e lo tiene in mano.

"Questa è una mano."
Piega le sopracciglia con fare da arrabbiato.
Ancora non mi ha guardato in faccia.

"Non sono affari tuoi Shawn"
Tiro il braccio verso di me e metto a posto il maglione.

Finalmente mi guarda in faccia.
"Chi è stato? Stamattina non ce l'avevi"

"Lo so io chi è stato e le ha anche già prese da me.
Non sono una ragazzina indifesa e tu non sei il giustiziere di turno."

Mi alzo dalla sedia e metto via la mia roba nello zaino e vado all'armadietto con Shawn il cane dietro al culo.

Metto giù tutto e, sempre con il mio nuovo animale domestico non voluto, entro nella mensa camminando verso il banco del cibo.

Prendo un vassoio e mi metto in coda e sorpresa delle sorprese, davanti a me proprio Dylan.

Che gran bella vita di merda.

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