2017
[Diana POV]
Mi trovavo a casa da sola, in compagnia solo del suono lontano della TV. Così decisi di telefonare a mia mamma, quel giorno non l'avevo ancora sentita. Ci tenevamo costantemente in contatto da quando ero partita per Seoul ed era a conoscenza della mia situazione attuale. Le avevo raccontato della mia vita insieme a Jimin, ma ancora non sapeva della mia relazione con Seokjin; volevo esserne sicura prima di parlagliene. Mi rispose dopo qualche squillo con un rumoroso "Ciao tesoro", a cui facevo fatica ad abituarmi: i coreani non erano soliti salutare con urli di gioia per telefono. Dopo i soliti convenevoli per assicurarsi l'una la salute dell'altra, presi l'iniziativa.
- Mamma, devo dirti una cosa. Tieniti forte. - la avvisai perchè conoscevo fin troppo bene le sue reazioni esagerate.
- Ti sei fidanzata? - mi beccò subito.
- Wow, sei peggio di Sherlock Holmes. -
- Con chi? Con Jimin? - squittì come un topo.
Aveva sempre tifato per lui, d'altronde lo adorava. Lo aveva sempre considerato come suo figlio, il fratello che io avevo sempre voluto.
Quando eravamo in Italia, continuava a ripetermi che sarebbe stato l'uomo della mia vita, se fossimo rimasti in Corea. Un giorno però, mi ero spazientita perchè non faceva altro che riaprire quella ferita, la quale avevo cercato di guarire con altre amicizie. L'avevo supplicata di non nominarlo così spesso, tanto non l'avrei più rivisto ed il suo sguardo si era incupito tutto d'un tratto. Non ne aveva fatto parola, nemmeno quando mi aveva salutato all'aeroporto insieme a mio padre, dovevo averla ferita in qualche modo. Si era riaccesa come una lampadina quando aveva saputo della nostra convivenza, subito aveva iniziarlo a pianificare il nostro matrimonio.
- No, mamma. Con un suo compagno, si chiama Seokjin. - confessai.
- Ah. - rispose delusa.
Probabilmente avevo infranto i suoi sogni da futura suocera. Mi fece diverse domande con non troppo entusiasmo: quanti anni aveva, quanto fosse figo rispetto a Jimin, dove abitava; tralasciai i dettagli del nostri incontri culinari.
- Potresti fingere di essere felice. - la rimproverai con una piccola risata.
- Sono felice, cara. Ma non smetterò mai di sostenere il mio bambino. - disse.
- Mamma, ha 21 anni ora! -
- Non mi interessa, rimarrete i miei bambini per sempre. -
Stavo per vomitare.
Mia mamma era totalmente l'opposto di me, dimostrava fin troppo i suoi sentimenti sdolcinati. Quando Jimin ci faceva visita a Busan, lo strapazzava come un bambolotto tormentando le sue guance paffute fino a farle diventare rosse.
Nel frattempo il suo bambino rientrò in casa e sibilai delle parole mute verso di lui: fai silenzio perchè c'è mia mamma al telefono. Se avesse saputo che Jimin era lì, avrebbe sclerato peggio di una fan durante i loro concerti; lo avvisai per preservare il mio udito.
Lui comprese subito l'eventuale pericolo e chiuse la porta senza fare rumore, poi sparì verso camera sua in punta di piedi. Per evitare di rimanere un'ora al cellulare, puntai sulle manie iperprotettive di mia madre: avevo i capelli umidi avvolti in un asciugamano da un po' e lei aveva sempre avuto il terrore che mi potesse venire il torcicollo. Mi riattaccò alla velocità della luce urlandomi che dovevo assolutamente asciugare i capelli. Grazie a lei, avevo sempre fretta quando mi facevo la doccia.
Mi precipitai verso il bagno, ma trovai la porta chiusa ed il rumore dell'acqua corrente che usciva dalla doccia.
- Cazzo. - mormorai.
Jimin era capace di rimanere nel bagno fino al mattino dopo. Faceva la doccia venticinque volte al giorno, una ogni ora in pratica; maledissi le sue abitudini coreane. Attesi qualche minuto mentre la mia gamba fremeva impaziente, ma non resistetti.
- Jimin, puoi passarmi l'asciugacapelli? - urlai per sovrastare il rumore dell'acqua.
- Sono sotto la doccia! - mi gridò di rimando.
- Devo asciugarmi i capelli, maledetto... - continuai la frase nella mia mente.
- Entra pure, tanto il vetro è opaco. -
Vero.
La mia cervicale veniva prima dell'imbarazzo, così varcai la soglia. Una nube bianca mi travolse come in un bagno turco e cercai il salvifico apparecchio con gli occhi. Lo avvistai sul piano del lavandino, proprio di fronte alla fonte di quel calore infernale. Obbligai il mio sguardo a non cadere in quella tentazione, ma quando lo sentii canticchiare, il diavolo mi attirò nella sua trappola.
Guardai la sua sagome sfocata che mi rivolgeva la schiena come se indossassi degli occhiali da vista troppo forti. Le sue mani erano intente a ripulire i capelli dallo shampoo con movimenti lenti e precisi. Seguii le curve delle sue spalle muoversi ripetutamente, mentre cercavo a tentoni l'asciugacapelli. La mia fedele vocina interiore mi pregava di non guardare più in basso, ma non obbedivo mai a quei moniti. Bastò una semplice occhiata per mandare fuori uso il mio cervello: quello che stavo guardando a bocca aperta era lo stesso sedere che schiaffeggiavo, inconsapevole del suo reale aspetto. Acchiappai l'asciugacapelli alla cieca, ancora incantata su quelle due forme perfette.
- Puoi asciugarli qui, se vuoi. - mi invitò senza voltarsi, per fortuna.
- No, no. Vado in camera. - mi affrettai a rispondere e me la svignai.
Chiusi la porta di camera mia con il cuore che mi pulsava nelle orecchie.
Non potevo avere un migliore amico brutto? No, il destino aveva voluto giocarmi un simpatico scherzo.
Liberai la mia chioma corvina da quella stretta dolorante dell'asciugamano e fissai lo specchio con lo sguardo assente, mentre districavo i numerosi nodi.
Jin.
Dovevo pensare a Jin e basta.
"Your front is the best, your back is the best
From your head to your toe, you're the best." - War of Hormone.
.
.
Come si può dar torto a Diana?
Tenete conto che il tempo sta scorrendo velocemente, sono già in piena estate adesso.
Spero vi sia piaciuto questo capitolo un pò per risollevare il morale <3
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꧁La Città di Smeraldo꧂ p.jm. {CONCLUSA}
FanfictionDiana è una ragazza dalle origini italiane che ha vissuto a Busan, il suo migliore amico si chiamava Jimin e la abbandonò all'età di 15 anni per inseguire il suo sogno a Seoul. Tra varie peripezie, i due non hanno più notizie e si rincontreranno 6 a...