2017
[Jimin POV]
Fu l'estate più lunga della mia vita.
Diana e Jin sembravo stare bene insieme ed io dovevo comportarmi come se niente fosse cambiato.
Era tremendamente difficile.
Convivevo con un fastidioso dolore al petto, il quale era diventato mio amico e compagno, ormai. Forse sarebbe stato strano vivere senza quella sensazione; era come se un ago penetrasse sempre più a fondo nella mia carne. Forzavo me stesso, ma appena sfioravo Diana, pensavo inevitabilmente: sto toccando qualcosa che appartiene a Seokjin adesso.
Come quel giorno nella sala prove, mentre cercavo di legare i suoi capelli corvini in una coda disordinata. Ero seduto con le gambe divaricate per contenere Diana in quello spazio a forma di V. Mantenni una leggera distante tra il mio bacino ed il suo fondo schiena perchè eravamo in compagnia di tutti i miei compagni e lo staff. Mi cadde l'occhio sul tatuaggio sotto il suo polso snello: il segno tangibile del nostro legame che mi sembrò leggermente sbiadito.
- Perchè devi giocare con i miei capelli? - bofonchiò mentre raccoglieva le ginocchia al petto.
- Perchè mi diverto e so che ti rilassa. - risposi con sincerità.
- Hai ragione.- ammise.
Continuai la mia opera d'arte con scarsi risultati: la sua testa sembrava un gomitolo torturato da un gatto. Nel frattempo qualcuno stava sistemando le casse della sala, tanto che impostarono una canzone per controllarne il suono. Rischiai di strozzarmi con la mia stessa saliva quando sentii l'inizio della melodia.
- Adoro Serendipity! - esclamò Diana con un applauso. - Lasciatela, per favore. -
Mi afferrò la mano e mi trascinò in piedi. Mi lanciò uno sguardo d'intesa e capii cosa mi stava chiedendo: "balla con me". Accedeva spesso che ballassimo insieme per divertirci o per distrarci, ma quella canzone non aiutava.
Lei Imitava le parole in silenzio, mi guidava con il suo dondolio insicuro e cercava di invitarmi a prendere le redini al posto suo. Tenevo le sue mani ben salde, soprattutto per non farla avvicinare troppo, poi la obbligavo a roteare su se stessa. Sorrideva mentre ripeteva il mio canto, ma io non riuscivo a ricambiare il suo sorriso. Infatti mi guardò per qualche secondo con gli occhi indagatori, ma era troppo presa da quel ballo innocente per parlare.
Jin la richiamò all'improvviso, ricordandole il loro appuntamento di quella sera. Compresi che non ci aveva interrotti per gelosia perchè ci stava sorridendo come una madre che osserva i suoi figli giocare insieme. Lasciai scivolare le sue dita tra le mie e la vidi allontanarsi da me, come ogni giorno, con il nodo alla gola. Quelle stesse mani che avevo tenuto, si intrecciarono a quelle di Jin e spostai lo sguardo sul pavimento.
- Jimin. - La voce di Taehuyng mi riscosse. - Tutto bene? -
Annuii nel tentativo di sembrare convincente. Non mi ero accorto che lo staff si era spostato nell'altra sala ed eravamo rimasti solo io, Tae e Jungkook che mi lanciavano sguardi perplessi.
- Pensi che ce la beviamo? - insinuò il più piccolo a braccia conserte.
- Ultimamente sembri spento e fissi spesso il vuoto. - disse l'altro con la voce bassa.
- Sto bene, solo un po' di stanchezza. - risposi lisciandomi i capelli.
- Quando usi la scusa della stanchezza, vuol dire che c'è davvero qualcosa che non va. - mi smascherò Kookie.
- Jimin, lo sai che puoi dirci qualsiasi cosa. Non farti pregare. - sembrò quasi una supplica di Taehyung.
- Non posso, scusatemi. - feci per andarmene, ma la forte stretta di Jungkook mi bloccò.
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꧁La Città di Smeraldo꧂ p.jm. {CONCLUSA}
FanfictionDiana è una ragazza dalle origini italiane che ha vissuto a Busan, il suo migliore amico si chiamava Jimin e la abbandonò all'età di 15 anni per inseguire il suo sogno a Seoul. Tra varie peripezie, i due non hanno più notizie e si rincontreranno 6 a...