2018
[Jimin POV]
Avevo sempre sognato di fare l'amore con lei, ma quella notte aveva superato ogni mia aspettativa. Quei lunghi anni di attesa erano valsi la pena. Mi ero svegliato sotto il tocco insistente della sua mano sul mio addome, anche se era infinitamente piacevole.
- Pervertita. - mormorai e lei rise appena.
Mi accoccolai tra le sue braccia per sentire il suo profumo dolce e posare la testa sul suo petto nudo. Potevo morire così e non avrei avuto nessun rimpianto. Diana abbassò il volto e mi scostò una ciocca dagli occhi, mentre mi sfiorava la pelle della schiena con un tocco leggero. Rabbrividii piacevolmente a quelle carezze che non mi stancavo mai di ricevere, poi mi raccolse il viso tra le mani e mi baciò lentamente. Ancora non mi capacitavo di tutto ciò, avevo paura di svegliarmi all'improvviso e scoprire di non aver mai vissuto quei momenti. Ma le sue labbra erano vere, reali perchè non ero capace di immaginare l'infinita bellezza dei suoi baci.
- Jimin...- mi richiamò quando si allontanò per guardarmi. - Ieri sera, ecco...-
- Qualcosa ti ha dato fastidio? -
- No, no. Io... - distolse lo sguardo concentrandosi sulle coperte sotto di noi.
Sembrava davvero in difficoltà e mi preoccupai da morire. Pensai di aver sbagliato qualcosa oppure che si fosse pentita, tanto che mi sollevai per sedermi e lei mi imitò. Nel compiere quello scatto la coperta era scesa sulle mie cosce mostrando una parte della mia intimità, ma non mi disturbai a coprimi. Invece Diana aveva raccolto una parte del lenzuolo per celare il suo seno nudo come se non l'avessi visto ne toccato la sera prima. I suoi occhi caddero proprio nel mio punto allo scoperto, ma cambiarono subito direzione mentre le sue orecchie presero fuoco.
Si stava seriamente imbarazzando con me, dopo ciò che avevamo fatto solo poche ore prima?
Risi intenerito dalla sua reazione, ma lei continuò a fissare la parete della stanza come se stesse prendendo le misura per appendervi un quadro.
- Sei così carina quando arrossisci. - dissi con un tono infantile mentre le sfioravo una guancia che diventò ancora più rossa.
- Puoi coprirti? - domandò con un filo di voce.
- Andiamo, Diana. Abbiamo appena scop...- mi tappò subito la bocca con entrambe le mani, così la sua copertura cadde.
Sondai la sua figura nuda con gli occhi divertiti e la ringraziai per avermi permesso di vederla alla luce del sole. Si nascose di nuovo con il lenzuolo e mi guardò arrabbiata, come se fosse stata colpa mia. Allora mi buttai su di lei e coprii entrambi con il piumone caldo assaporando di nuovo quella meravigliosa sensazione delle nostri pelli che si toccavano.
- Così va bene lo stesso? - chiesi prima di baciarla con passione.
Avrei potuto ricominciare tutto daccapo, ma prima volevo davvero sapere cosa volesse dirmi. Così mi fermai e incatenai i suoi occhi di zaffiro ai miei, non distinguendone i dettagli perchè eravamo troppo vicini. Posai i gomiti accanto al suo viso per non schiacciarla troppo con il mio peso e rimasi in attesa.
- Volevo dirti che... - iniziò e di nuovo sciolse il legame dei nostri sguardi. - E' stata la notte più bella della mia vita. -
Mi accigliai un momento perchè avevo pensato a qualsiasi cosa, ma non mi aspettavo quella confessione. Sembrava che le fosse costata una fatica immensa ammetterlo ed arrossì ancora di più. Era sempre stata schietta e diretta con me, senza fronzoli o peli sulla lingua, ma capii che persino lei aveva degli argomenti che la impacciavano. Il sesso era uno di quelli, ma non l'avevo mai saputo. Afferrai il suo mento tra le dita per riportare la sua attenzione su di me e lei mi guardò quasi con timore.
- Anche per me è stata la notte più bella della mia vita. - dissi con la voce bassa.
Sorrise timidamente, poi il suo sorriso si trasformò in un ghigno malefico. - Posso fare il confronto adesso. -
Aggrottai la fronte in confusione, non capendo a cosa si potesse riferire, ma la sua espressione divertita mi riscosse. - Non mi dire che... - iniziai.
- Sì, tra te e Seokjin. -
- Sentiamo. - la sfidai perchè volevo vedere quanto sarebbe riuscita a dire.
- Ecco...Jin era più delicato, diciamo. Sembrava che fossi fatta di vetro e potessi rompermi da un momento all'altro. Invece tu non l'hai mai pensato, perchè eri...- si fermò come avevo previsto.
- Ero?- la incalzai.
- Eri famelico. -
- Tutto qui? - domandai un po' deluso.
Annuì con un espressione furba così capii che non avrebbe detto nient'altro solo per infastidirmi. Allora mordicchiai la pelle del suo collo senza pietà come se fosse una punizione, ma non lo era affatto. Anche se la sua sensibilità al solletico era talmente elevata che iniziò a ridere e cercò di allontanarmi.
- Sai, potrei fare anch'io il confronto con le varie ragazze che ho avuto. - esclamai mentre lottavamo.
- Quali ragazze? Perchè ne hai mai avute? -
Quella punta di gelosia nella sua voce mi rese piuttosto soddisfatto da non inferire oltre.
A malincuore abbandonammo il nostro nido d'amore per tuffarci di nuovo per le strade di Roma, Diana si muoveva con sicurezza tra i turisti. La seguivo mentre tenevo rischiai un torcicollo per cogliere qualsiasi dettagli di quella meravigliosa e caotica città. Ad un certo punto ci inoltrammo in quello che mi sembrò un parco pubblico, finchè non giungemmo ad una costruzione simile ad una villa. Scoprii che si trattava di un museo e mi preparai psicologicamente ad ammagliarmi con le meravigliose opere d'arte. Diana sembrava impaziente e proseguiva con una certa fretta da una stanza all'altra, ma poi si fermò di botto. Eravamo in un'ampia sala nella quale una singola statua faceva da protagonista: due corpi di marmo lucente che si avvolgevano. Notai che le mani della ragazza raffigurata si stavano trasformando in una specie di pianta e rimasi qualche minuto in silenzio cercando di capirne il significato. Nel frattempo la mia ragazza sembrava totalmente rapita di fronte a quella scultura e la riscossi appena per riportarla alla realtà.
- Ah, scusa. Ti ho portato qui perchè è la mia statua preferita: Apollo e Dafne. -
Udendo i due nomi, mi ricordai della sua festa di compleanno quando mi chiamò proprio Apollo. Trattenni una risata mentre lei mi spiegava la loro "storia d'amore" e non rovinai il momento solo perchè adoravo sentirla raccontare. Proseguimmo nella stanza successiva e due ragazze passarono dietro di noi parlando allegramente tra di loro. In quel momento Diana mi rivolse uno sguardo terrorizzato come se avesse appena visto un quadro prendere vita, poi mi prese per mano e mi trascinò oltre.
- Cosa stai facendo? - chiesi con la voce bassa perchè mi fece cenno di tacere.
- Quelle due ragazze stavano parlando di voi...-
Il panico prese il sopravvento e la portai fuori da quella che poteva trasformarsi nella nostra trappola fatale. Per fortuna non mi avevano visto in faccia.
- Solo per curiosità, cosa stavano dicendo? -
- Stavano commentando una foto del tuo culo. - sorrise maligna mentre mi posava una mano sul sedere. - Ma non sanno che è solo mio. -
"I like the feeling of being with you." - Just Dance
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Ecco qua!!
Un altro capitolo tranquillo e spensierato.
Non so davvero come ringraziarvi per le molte letture, ne sono molto contenta <3
A presto!!
*L'immagine era d'obbligo CCCCCC:*
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꧁La Città di Smeraldo꧂ p.jm. {CONCLUSA}
FanfictionDiana è una ragazza dalle origini italiane che ha vissuto a Busan, il suo migliore amico si chiamava Jimin e la abbandonò all'età di 15 anni per inseguire il suo sogno a Seoul. Tra varie peripezie, i due non hanno più notizie e si rincontreranno 6 a...