Frantumi

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2018

[Jimin POV]

Ero uscito di casa in preda alla rabbia e stavo salendo le scale del condomino quasi di corsa. Mi bloccai sul pianerottolo del quarto piano, poi decisi di prendere una boccata d'aria fresca. Arrivai fino alla terrazza sul tetto, dove avevo rivolto Serendipity alle stelle molto tempo prima. Una ventata fredda scompigliò i miei capelli, mentre appoggiavo i gomiti sulla ringhiera per guardare la città dormiente sotto di me. Delle nuvole cariche di pioggia sfioravano i tetti dei grattacieli più alti: un tempesta si stava avvicinando.

Diana aveva fatto quel terribile incidente quasi un anno prima ed ero sempre stato convinto che mi avrebbe informato subito, appena fossero tornati i suoi ricordi.

Ma mi ero sbagliato.

La mia fiducia si era frantumata in mille pezzi come uno specchio gettato dall'ultimo piano di un palazzo: l'udito mi illuse di poterne sentire lo schianto sull'asfalto.

Ero a pezzi anch'io.

Perché me l'aveva tenuto nascosto? Perché aveva indossato quella maschera per tutti quei mesi? Non conoscevo la risposta e, forse, non volevo nemmeno saperla perché ne avevo paura. In quei giorni avevo ottenuto tutto ciò che avevo desiderato ardentemente per anni e l'idea di perderlo mi faceva male. Sarei potuto tornare da Diana per chiarire, ma mi avrebbe detto la verità? Era una domanda inevitabile e dolorosa.

- Che mi sono innamorata del mio migliore amico. -

Mi aveva detto quella sera in cucina prima di baciarmi dolcemente. Il suo sguardo si era fatto triste quando le avevo confessato che i miei sentimenti non erano mai cambiati, l'avevo sempre amata nonostante avessi cercato di negarlo. Mi era sembrato tutto così reale e forse era stato troppo bello per essere vero.

Spensi il cellulare e dopo un po' suonai il campanello di Taehyung, finchè quest'ultimo non mi aprii con gli occhi assonnati.

- Mi sono addormentato sul divano. - si giustificò grattandosi la nuca.

Mi invitò ad entrare e mi chiese subito cosa mi turbasse; mi conosceva bene quanto Diana. Ci sistemammo sulle sedie in cucina, uno di fronte l'altro, insieme a due tazze di tè caldo. Probabilmente avrei dovuto tenere tutto quanto per me, ma avevo bisogno di qualcuno che mi potesse ascoltare. Non parve meravigliarsi troppo del ritorno dei ricordi, rimase solo in silenzio finché non conclusi il racconto.

- Jimin, voglio essere sincero con te. Però ascoltami bene. - portò le mani avanti. - Io sapevo la verità. -

- Cosa? - non potevo reggere due delusioni in una sera sola.

- L'ho scoperto per caso quando Diana mi ha chiamato per chiedermi spiegazioni su The Truth Untold, ma mi ha pregato di non dirtelo. -

La sua calma mentre parlava, mi fece ribollire il sangue.

- Taehyung, stai scherzando? - urlai e mi alzai di scatto facendo ribaltare la sedia.

- Ascoltami, lo so quanto hai sofferto. Ti ho visto ogni giorno spegnerti sempre di più mentre Diana era in Italia e stavo male persino io. Ma pensavo che te l'avesse detto visto che vi siete baciati. - si avvicinò per posarmi una mano sulla spalla, avrei voluto toglierla. - Mi dispiace tanto. Lo sai che odio mentire. -

Conoscevo Tae molto bene ed era la persona più leale che avessi mai incontrato. Mi scusai per il mio scatto d'ira, mi sedetti di nuovo ed ingoiai il tè ormai tiepido. La tazza tra le mie mani tremava, cercavo di concentrare tutta la mia agitazione sulle dite per non perdere di nuovo il controllo.

- Scusami. - non potevo incolpare Tae.

In quel preciso istante il cellulare del mio amico squillò e capii che Jungkook era dall'altra parte della cornetta.

- È qui con me, dille di non preoccuparsi. - disse mentre giocherellava con il cucchiaio tra le dita.

Non avevo detto a Diana dove ero diretto perché non lo sapevo nemmeno io, avevo agito seguendo l'istinto.

- Posso fermarmi qui stanotte? - chiesi dopo che riagganciò.

- Per me non c'è problema, ma dovresti tornare a casa per chiarire. -

- Voglio riflettere senza essere influenzato da lei. -

Dopo qualche secondo di pausa, Tae mi rivolse uno sguardo perplesso. - Vuoi che provi la stessa sofferenza che hai provato tu, vero? -

Il tremolio delle mie dita si fermò all'improvviso. Fissai il fondo giallognolo della tazza con la speranza di trovarvi una risposta all'interno. Da quando Diana era entrata di nuovo nella mia vita, avevo patito ogni volta una tortura diversa: il suo fidanzamento con Jin, la sua perdita di memoria, la sua lunga assenza, il suo rapporto con Pietro e poi quel tradimento. Erano stati due anni intensi e non le avevo mai fatto pesare tutte le mie preoccupazioni.

- È così? - mi incalzò lui.

- Ho solo bisogno di pensare un po'. - risposi infine.

- Io credo che se Diana ha agito così, ci deve essere un motivo. - constatò.

Sapevo solo che non volevo ascoltare le sue bugie che avrebbero solo alimentato la mia rabbia. Il solo pensiero di aver vissuto immerso nella sua finzione, mi sentivo scoppiare la testa perché io l'amavo ed era troppo doloroso da sopportare. Mi buttai sul letto che Tae mi aveva preparato con la consapevolezza che non avrei dormito quella notte, troppo tormentato da tutti i ricordi insieme a lei.


"My feel above the clouds." - Airplane pt 2

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Buongiorno!

Spero di aver reso bene il fatto che Jimin si senta pugnalato alle spalle..

Lasciate una stellina o un commento per farmi sapere cosa ne pensate <3

Grazie a tutti <3

A presto !

꧁La Città di Smeraldo꧂ p.jm. {CONCLUSA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora