Amore Vero

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[ATTENZIONE: ho pubblicato due capitoli insieme, quindi siate sicuri di aver letto il precedente "Natale"!!]


2018

[Diana POV]

Stavo cercando la camicia di Jimin per cambiarmi quando le sue braccia mi circondarono la vita da dietro all'improvviso. Il suo mento si incastrò perfettamente nell'incavo della mia spalla e lo sentii inspirare il mio profumo.

- Che c'è? - chiesi posando le mie mani sulle sue.

- Niente, sono felice. -

Sorrisi mentre mi lasciava diversi baci rumorosi sulla guancia e mi contorsi appena per il solletico lieve. Quando le sue labbra scesero lungo il mio collo per finire sulla spalla scoperta, il pizzicore sparì per lasciare spazio a brividi di piacere. Poi si allontanò, andando verso il letto e prese la maglia bianca che solitamente usava per dormire.

I miei occhi si piantarono sulla sua figura mentre si sbottonava la camicia; un bottone alla volta con una grazia fuori dal comune. Rimasi con la trousse tra le mani, sospesa a mezz'aria, quando lasciò la camicia aperta per prendere il cellulare e rispondere ad un messaggio.

Non puoi farmi questo.

Deglutii un dolorosissimo nodo che mi si era fermato in gola per colpa di quella visione stupenda. I due lembi di cotone mi impedivano di vedere a pieno il suo corpo ed iniziarono ad infastidirmi.

Perché non vi levate di mezzo? Rivolsi quella domanda muta al tessuto leggero.

Jimin non si accorse assolutamente del mio sgomento, scriveva velocemente sulla tastiera touch. Sembrava che quella camicia leggesse i miei pensieri e facesse di tutto per non farmi vedere. Mi stavo davvero arrabbiando. La minacciai col pensiero di ridurla in mille striscioline appena fossimo rientrati a Seoul, ma lei continuò imperterrita nel suo giochino vedo-non-vedo.

Mi avvinai a Jimin, ancora distratto dal cellulare, ed abbracciai la sua schiena proprio come aveva fatto lui pochi minuti prima. Le mie mani sfiorarono il suo addome coperto dalla camicia dispettosa, la quale avrei strappato senza rimpianti. Stava rispondendo ai diversi messaggi della chat con i membri che avevano chiesto come stesse procedendo la nostra vacanza.

- Hai le mani gelate. - brontolò continuando a scrivere.

Quella era la mia occasione.

Feci scivolare le dita sotto la camicia ed aggrappai i suoi fianchi per fargli sentire più freddo possibile. Si allontanò quasi urlando e lanciò il cellulare sul letto in un gesto di sfida.

- Dovresti conoscermi abbastanza bene da prevedere che l'avrei fatto. - dissi soddisfatta.

Mi mostrò la lingua con un ghigno divertito e poi indietreggio come se volesse dirmi: "vediamo se riesci a prendermi."

Infatti corse verso il tavolo della camera e piazzò le mani sulla superficie di legno, la camicia dondolava spudorata. Girammo intorno al tavolo inutilmente, era una rincorsa senza fine, ma divertente. Mentre ci studiavamo da un capo all'altro del tavolo, Jimin mi sorprese all'improvviso scattando verso il letto. Si fece acciuffare contro la parte della camera ed io posai le mani sul suo petto nudo, ma ormai erano calde.

- Ho vinto. - pronunciò con un sorriso furbo.

Il suo cuore pulsava forte sotto le mie dita, probabilmente per quella corsa improvvisa. Amavo giocare con lui, ma soprattutto amavo giocare con le sue labbra. Jimin anticipò il mio intento perché mi prese la vita e si lanciò sulla mia bocca. Se solitamente era dolce e delicato, quella volta fu tutto il contrario. Percepii tutte le emozioni che aveva trattenuto in quegli anni mentre lambiva le mie labbra.

꧁La Città di Smeraldo꧂ p.jm. {CONCLUSA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora