Epilogo pt 1

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3 anni dopo


 [Diana POV]

I BTS continuavano a far sognare milioni di Army in tutto il mondo, ma la scadenza del loro contratto si avvicinava sempre di più. Ancora nessuno sapeva cosa avrebbero deciso e forse tutti cercavano di non pensare ad un eventuale scioglimento. Avevano trascorso troppi anni insieme, condiviso troppe emozioni e traguardi che era difficile immaginarli ognuno per la sua strada.

A parte questo, io e Jimin avevamo trovato la nostra armonia, nonostante il nostro passato alquanto turbolento, ma non potevamo essere più felici. Un anno dopo il mio ritorno a Seoul, l'agenzia aveva deciso di ufficializzare la nostra relazione onde evitare un bombardamento mediatico e, per fortuna, era stata accolta abbastanza bene dai fan. Da quel momento, però avevamo dovuto sacrificare ancora di più i nostri piccoli momenti di svago, perchè venivamo assaliti dai fan non appena mettevamo piede fuori di casa. Era stato un periodo piuttosto stressante per entrambi, ma ci eravamo sostenuti a vicenda fino in fondo e non eravamo mai crollati. Abitavamo sempre nel solito appartamento che avevamo persino pensato di vendere per cercarne uno più grande, ma vi eravamo troppo affezionati. Quella casa aveva assistito al nostro incontro, ai nostri litigi, alla nascita del nostro amore, quindi non potevamo lasciarla così facilmente. E poi c'erano gli altri ragazzi a pochi passi da noi, sempre pronti ad ascoltarci. Erano parte integrante della nostra vita, non riuscivo ad immaginare la nostra quotidianità senza di loro. Inoltre avevo un'altra persona accanto che non mi sarei mai aspettata: Arianna. Dopo quella notte di fuoco con Yoongi, il giorno della fansign di tre anni prima, aveva fatto la pazzia di trasferirsi nella capitale sudcoreana per inseguire il suo amore. All'inizio il rapper non l'aveva presa benissimo perchè era piuttosto diffidente al riguardo, ma stavano insieme ormai da due anni con i loro alti e bassi; sapevo che prima o poi anche loro avrebbero trovato un loro equilibrio.

Per quanto riguarda gli altri cinque, non avevano avuto relazioni serie, soprattutto per il poco tempo che avevano a disposizione. Speravo solo che ognuno di loro potesse essere felice un giorno perchè nessuno se lo meritava più di loro.

- Perchè stai sorridendo come una stupida? - scherzò Jimin seduto di fronte a me con i suoi grandissimi occhiali scuri.

- Niente, stavo solo pensando ai ragazzi. - ammisi facendo spallucce.

- Cioè, siamo io e te da soli a Busan e tu pensi a loro? Potrei quasi essere geloso. - finse il broncio prima di buttare giù una manciata di noodle piccanti.

- Porta rispetto, sono più grande di te in questo momento.

- Oh, hai ragione. Bisogna trattare con cura le vecchie. -

Si beccò una pacca sulla mano che gli fece scivolare via le bacchette. Mi lanciò un'occhiata maligna perchè aveva appena rischiato di schizzarsi tutta la camicia bianca. Guardai verso il porto, ricco di barche ed edifici enormi, il mare ondeggiava tranquillo sotto il sole primaverile e non potei fare a meno di ricordare il nostro primo bacio. Quel momento era talmente vivido ed intenso nella mia mente che sembrava essere passato solo pochi mesi da allora. Sorrisi di nuovo verso Jimin che si stava scattando un selfie con le dita in segno di vittoria.

- Ti avvicini ai trent'anni, ma sei sempre lo stesso. -

- Lo faccio solo per gli Army. - rispose soddisfatto e finalmente ci alzammo dal tavolo del ristorante.

I genitori di Jimin ci accolsero a braccia aperte, era davvero da molto tempo che non li vedevamo. Jimin era tornato nella nostra città natale qualche volta per salutarli, mentre io andavo sempre in Italia in quei periodi. Quel giorno, il mio compleanno, avevamo deciso di mantenere la nostra lontana promessa. Così prendemmo due bici e pedalammo verso il viale alberato che non vedevamo da tredici anni.

꧁La Città di Smeraldo꧂ p.jm. {CONCLUSA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora