Gelosia pt 2

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2019

[Diana POV]

Ero pronta.

Controllai il mio body di pizzo trasparente in modo che non mostrasse più del dovuto. Sistemai il reggiseno nero che spuntava sotto la trama scura ed infilai una cintura di pelle tra i passanti della gonna. Lanciai un'occhiata allo specchio di fronte a me: Jimin mi stava guardando di sottecchi dalla cucina.

- Dove stai andando?- chiese appoggiato contro il tavolo a gambe incrociate.

- Jin mi ha chiesto di uscire. - dissi mentre continuavo a studiarmi.

- Eh? -

Aveva cambiato espressione: dall'indifferente, all'improvviso interessato. Gongolai dentro di me perché stavo raggiungendo il mio scopo.

- Stavo scherzando, stai calmo. - mi voltai per infilare la giacca dal taglio maschile. -Esco con Hyejin, quella ragazza che ho conosciuto dietro le quinte del Music Bank. - ammiccai con un sorriso divertito.

Lui sbuffò rumorosamente. Coglievo qualsiasi occasione per farlo ingelosire e lui cercava orgogliosamente di non mostrarlo.

- E ci vai vestita così? - alzò il mento verso di me.

- Perchè? C'è qualche problema? - raccolsi con noncuranza la borsa dal divano per riporta sulla spalla.

Jimin si accigliò ed i suoi occhi si spostarono sul mio petto e sembrarono dire: "bè, ce ne sono ben due."

- No, no. - quella risposta gli era costata uno sforzo immane.

- Dici? -

Camminai verso di lui legando saldamente i suoi occhi scuri ai miei. Vidi il suo pomo di Adamo muoversi per deglutire un groppone grosso quanto un masso. Si allontanò dal tavolo indietreggiando per impedire che mi avvicinassi ancora, ma il mio indice raggiunse il petto comunque. Lo spinsi con la mano in modo da farlo cadere sulla sedia dietro di lui, sembrava quasi l'inizio di una scena passionale di un film. I suoi occhi marroni come il cioccolato fondente percorsero la mia figura da capo a piedi. Mi beai del suo sguardo incantato e creai un pizzico di suspense fermandomi a pochi centimetri da lui. Poi lentamente divaricai le gambe per sedermi sopra le cosce toniche ed aspettai una sua qualsiasi mossa. Infatti le sue mani viaggiarono sull'esterno delle mie gambe fino all'orlo della gonna e lo sollevarono quel poco che poterono. Inspirai a fondo, quando alzai la testa per suggerirgli silenziosamente la seconda mossa. Così Jimin attaccò il mio collo con una delicatezza che quasi riconobbi a stento perché di solito non si tratteneva. Quasi non mi mossi mentre le sue labbra mi accarezzavano fino a raggiungere la mia bocca che, in effetti, non aspettava altro.

Ma il mio obbiettivo in quel momento era uno solo.

Risposi al bacio affettuosamente e, quando capii che la situazione si stava facendo più scottante, mi allontanai.

- Devo andare, sono in ritardo. - ero già in piedi, quando lui rimase con le mani a mezz'aria e la bocca socchiusa.

- Ma...- provò a protestare, ma io avevo aperto il portone ed un mio piede era pronto per uscire.

- Ciao tesoro. - gli lanciai un bacio volante seguito da un occhiolino.

Risi a crepapelle mentre scendevo le scale di corsa, era fin troppo facile ingannarlo. D'altronde non faceva altro che negare la sua gelosia, era diventata quasi una sfida.

Rientrai a casa verso mezzanotte, per cui aprii la porta d'ingresso cura immaginando che Jimin dormisse già. Sorprendentemente la luce lampeggiante della TV illuminava a tratti il salotto, mostrando un ammasso di coperte sul divano. Tolsi le scarpe per infilare le mie adorate ciabatte e camminai in punta di piedi. Jimin si era addormentato sul sofà, il cellulare in una mano ed il telecomando nell'altra, sicuramente aveva tentato di aspettarmi sveglio. La guancia che poggiava sul cuscino mi ricordava un grosso marshmallow da tanto che era morbida. Ma ancora una volta mi stupii della sua bellezza innata, soprattutto quando dormiva. Lo osservai un po', inginocchiata sul tappeto, mentre il suo petto si alzava ed abbassava a ritmo regolare sotto la coperta, poi toccai le sue labbra rilassate con un bacio delicato. Stropicciò la punta del naso e sollevò le palpebre per decifrare la mia figura nella penombra. Mi salutò con un "ciao" strascicato e si stiracchiò le braccia indolenzite, sbadigliando come un bambino.

꧁La Città di Smeraldo꧂ p.jm. {CONCLUSA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora