Fuoco

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2018

[Diana POV]

Quei giorni furono i più felici della mia vita.

Morivo dalla voglia di stare con Jimin in qualsiasi momento della giornata, sembravo un'adolescente alle prese con la sua prima cotta. Appena mi svegliavo, mi lanciavo sul suo letto per riempire la sua bocca morbida di baci e lui borbottava contrariato, ma non si ribellava mai a quelle carezze. Mi confessò che non aveva mai smesso di amarmi, nonostante la mia perdita di memoria e la mia lontananza. Finalmente capii che l'amore che provavo per lui non era semplice affetto, ma qualcosa di più profondo.

Un pomeriggio attraversavo tranquillamente un corridoio dell'agenzia, quando una mano mi afferrò il polso e mi trascinò di lato. Prima che potessi metabolizzare l'accaduto, mi ritrovai in un noto ripostiglio.

- Avevi nostalgia di questo stanzino? - chiesi a Jimin che stava chiudendo la porta dietro di se.

- Avrei scommesso che bestemmiassi in italiano. -

- Ti ho sorpreso, eh? - ammiccai.

- Sorprendimi ancora. - disse prima di buttarsi sulle mie labbra.

Indietreggiai fino a sbattere il bacino contro l'angolo di un tavolino abbandonato in un angolo dello stanzino, trattenni un gemito di dolore.

- Dai, ci potrebbe scoprire qualcuno. - riuscii a dire con difficoltà tra un bacio e l'altro.

Ma Jimin teneva le mani ben salde sui miei fianchi, come se non fosse per nulla preoccupato o

intenzionato di interrompere quel momento di lussuria.

- Colpa tua che mi provochi. - rispose stringendo gli occhi in un sorriso furbo.

- Ma non ho fatto nulla. -

- Basta la tua sola esistenza. - sussurrò.

Poi mi sollevò tra le braccia per farmi sedere sulla superficie liscia del tavolo dietro di me e si fece spazio tra le mia gambe. I suoi occhi divennero intensi come cielo notturno privo di stelle, le pupille si allargarono mangiando un po' le iridi scure ed io mi sentii risucchiata da quei due meravigliosi buchi neri. Addentai le sue labbra corpose con un movimento lento e delicato, ma avrei le avrei strappate a morsi, se avessi potuto. Ormai conoscevo bene quell'universo ardente, ma non mi stancavo mai di tuffarmici per fluttuare nell'infinito spazio di emozioni. Jimin si sporse in avanti in modo da infondere più decisione ed io mi aggrappai alla sua schiena per non perdere l'equilibrio. Eravamo così avvinghiati l'uno all'altro che fu difficile persino respirare, ma a cosa serviva l'ossigeno quando avevo i suoi baci per vivere?

Proprio in quell'istante occupato solo dal nostro ansimare, il suo cellulare vibrò nella tasca posteriore dei suoi jeans, come se volesse ammonirci per il nostro comportamento. Lo invitai a rispondere, ma lui sembrava troppo concentrato sulla mia bocca per ascoltarmi, allora tastai il suo sedere alla ricerca dello smartphone. La vibrazione mi intimava di sbrigarmi, ma mi approfittai della situazione per temporeggiare sui suoi muscoli sodi.

- Ehi, ehi. Cosa stai cercando di dirmi? - domandò bloccandomi le mani sul suo fondo schiena.

- Sto semplicemente cercando il cellulare. - risposi con un tono innocente.

- Dai, ammetti che non ti dispiace. -

- Non mi dispiace per niente, ma dovresti rispondere. -

Presi il cellulare che ormai aveva smesso di squillare e lessi il nome di Jk sullo schermo.

- Ti stanno cercando. - constatai.

- Chiama tu. -

Dopo qualche secondo il mio sensei rispose con un tono sorpreso, quando sentii la mia voce.

- Ah, capisco. Vi state divertendo nascosti da qualche parte... -

Jimin non mi lasciava parlare, continuava a tapparmi la bocca con i suoi baci insistenti, mentre cercavo di allontanarmi con il suo cellulare schiacciato tra la mia spalla e l'orecchio.

- Kookie, ma avete assunto qualche droga oggi? - chiesi con il fiato spezzato

- Che io sappia, no. Altrimenti me ne sarei accorto, credo. Ma che state combinando? -

- Niente, Jimin ha voglia di essere picchiato. -

- Addirittura? Gli piace violento, allora. - disse seguito da delle risate di sottofondo.

- Non...hai capito....- brontolai e Jimin rischiò di farmi uscire un gemito, quando passò la punta della lingua sulle mie labbra.

- Non voglio ascoltare mentre voi due fate cose. Voglio solo sapere quando la principessa ha intenzione di tornare alle prove. -

- Jimin arriva subito. - tagliai corto e riagganciai.

Rideva, mentre mi marchiava il collo con le sue labbra morbide. La mia pelle godeva di quel tocco sensuale e dolce allo stesso tempo e fu molto difficile fermarlo.

- Sembra che non mi vedi mai, ma vorrei farti notare che conviviamo. -

- Non è mai abbastanza. - rispose al mio stesso modo la sera del suo compleanno. - Quella volta se i membri non fossero entrati, ti avrei strappato via la maglia. - aggiunse.

- Non te l'avrei mai permesso perchè è la mia maglia preferita. -

- Quindi vai in giro così scollata? -

- Sei geloso? E comunque mi ero vestita così solo per te. - strizzai l'occhio.

- Sai, non mi piacerebbe che i miei compagni ti vedessero il reggiseno. -

- Uno di loro ha visto molto di più. -

Jimin sgranò gli occhi come se avesse rimosso la mia vecchia relazione. Avevo fatto quell'osservazione solo per vedere la sua reazione ed avevo fatto centro. Era troppo divertente stuzzicarlo.

- Dovremmo recuperare... - mormorò a pochi centimetri dal mio viso.

Quando eravamo a casa, i miei pensieri finivano su quell'argomento e spesso mi chiedevo quando avremmo fatto quell'importante passo avanti. Ero dell'idea che non doveva essere una forzatura, ma un'occasione spontanea.

- Si, nello sgabuzzino con la possibilità che qualcuno entri all'improvviso. -

Scesi dal tavolino ed allungai una mano verso la maniglia della via d'uscita, ma questa venne bloccata dal corpo di Jimin.

- Riusciresti a resistermi? - il suo tono di voce si era fatto stranamente basso.

Posò i suoi pozzi scuri su di me e mi scrutò come se fossi la ragazza più sexy del mondo. Mi morsi il labbro inferiore per trattenere quell'improvvisa voglia di renderlo completamente mio. Riprese a torturarmi il collo, il mento e poi la mandibola: i suoi denti stuzzicavano la mia pelle che strideva di piacere. Non riuscii a trattenere un gemito, quando giunse al lobo dell'orecchio ed indietreggiai con la speranza di farlo desistere. Ma lui era una macchina da guerra, brutale ed inarrestabile, che doveva raggiungere il suo obbiettivo. Mi ritrovai di nuovo con le spalle al muro, intrappolata dalla sua veemenza e sensualità, e non riuscii a resistere. Contraccambiai i suoi baci passionali e sentii le guance bruciare come fuoco, quando si fermò per scrutarmi intensamente. Inevitabilmente la mia mente immaginò un intero film fatto di piacere con noi due come protagonisti, ma dovevo ricordarmi che eravamo nello stanzino delle scope.

- Jimin...devi andare, sul serio. - dissi tra gli affanni.

Mormorò un suono di assenso e, dopo un'infinità di piccoli baci, uscimmo velocemente come due fuggitivi inseguiti da un esercito di poliziotti.


"I will make my move on you first." - Where Did You Come From?

.

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.

Hello!

Ecco come i due innamorati si danno da fare ahahahha

Spero che questo capitolo vi piaccia e ci vediamo alla prossima <3

Grazie a tutti!!

꧁La Città di Smeraldo꧂ p.jm. {CONCLUSA}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora